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Articolo pubblicato in BeBeez Magazine n. 8 del 10 giugno 2023
di Giuliano Castagneto
Partendo da un primo nucleo di tre aziende, ossia Giuntini, Ciemmeci e Mely’s Maglieria, cioè tre aziende toscane produttrici di abbigliamento di alta gamma per le più celebri griffe del fashion, aggregate nel 2020 (s veda articolo su BeBeez) per un fatturato consolidato pro-forma di 143 milioni di euro, oggi Gruppo Florence, polo produttivo della moda made in Italy, è arrivato ad aggregarne altre 25, per un fatturato pro-forma 2022 che lo scorso maggio era arrivato a oltre 600 milioni conun ebitda di 125 milioni (ipotizzando che le acquisizioni del 2023 fossero già a bilancio nel 2022). Risultati ottenuti sotto la guida operativa del ceo Attila Kiss, con un’esperienza quasi trentennale nel mondo della moda presso marchi top tra i quali Balenciaga ed Ermanno Scervino, e grazie alla visione strategica di Francesco Trapani, presidente del gruppo ed ex ceo di Bulgari, in rappresentanza di VAM Investments. Quest’ultimo è l’operatore di private equity che nel 2020, insieme a Fondo Italiano d’Investimento sgr e a Italmobiliare ha supportato la creazione del nuovo polo, sino ad accompagnarlo nei giorni scorsi a un cambio di controllo, che passerà a Permira, sulla base di una valutazione di almeno un miliardo di euro, con VAM e FII che reinvestiranno per una minoranza (si veda articolo su BeBeez)
In totale il gruppo ha aggregato 28 aziende, in poco più di tre anni. Una crescita a ritmi che definire serrati è poco, e che ha portato alcuni investitori e osservatori esterni a chiedersi in che modo sia possibile tenere insieme tante aziende familiari o persino individuali, i cui i fondatori, tutte personalità forti, vi hanno impresso la propria impronta e stile, e che tra l’altro oggi posseggono circa il 35% del gruppo, avendo ciascuno di essi investito in una minoranza dopo aver ceduto le rispettive imprese.
Al di là degli aspetti puramente finanziari, a fare da collante tra tanti imprenditori, tra l’altro sparsi tra nove diverse regioni, è un fattore di natura strategica, che ha ben spiegato Marco Piana, managing partner di VAM Investments, parlando lo scorso maggio alla tavola rotonda tenuta in occasione dei dieci anni di BeBeez. VAM peraltro si è assicurata l’award di BeBeez 2013-2023 per la categoria fondi di private equity growth add-on (si vedano qui tutti i video dell’evento e qui il video del panel): “Si trattava di piccole aziende che però avevano come interlocutore principale delle multinazionali”. E infatti furono i tre “padri fondatori” del gruppo, cioè i titolari delle prime tre aziende in precedenza citate, a decidere di unire le forze e consorziarsi per mettere a fattor comune e investire in funzioni cruciali come ricerca e sviluppo e marketing, coinvolgendo i tre investitori di private equity, che negli anni hanno investito nel progetto circa 100 milioni di euro.
Adesso Gruppo Florence ha raggiunto dimensioni ragguardevoli, e il passaggio del testimone a Permira, un investitore a proiezione globale, arriva al momento giusto, in cui il polo è pronto ad aggregare anche realtà oltreconfine. In questi giorni Attila Kiss è infatti impegnato all’estero. Pura coincidenza?