Articolo pubblicato su BeBeez Magazine n.15 del 25 settembre 2023
di Gian Marco Giura
Nonostante il momento complesso che sta attraversando il settore del private equity, in particolare per quanto concerne la raccolta, Armonia sgr prosegue dritta per la sua strada nello sviluppo dell’attività dell’ultimo fondo che ha lanciato, Armonia Italy Fund II, forte certo del buon track record del primo fondo, ma anche del fatto che si propone con un approccio di investimento molto attento alle tematiche di sostenibilità, ormai imprescindibili per la maggior parte degli investitori.
“Siamo prossimi ad effettuare un secondo closing di 20 milioni per Armonia Italy Fund II, dopo il primo da 141 milioni (si veda altro articolo di BeBeez, ndr) che abbiamo chiuso ad agosto 2023”, ha detto ai lettori di BeBeez Lucia Segni, coo e head of ESG dell’sgr guidata da Alessandro Grimaldi ceo e fondatore insieme a Sigieri Diaz Della Vittoria Pallavicini, Francesco Chiappetta, e Fabrizio Di Amato .
Domanda. Come sta andando la raccolta del secondo fondo?
Risposta. La situazione di mercato è un po’ complicata, soprattutto per chi investe nel middle market come noi. Tuttavia per quanto ci riguarda potremmo annunciare il secondo closing entro la fine di quest’anno o a inizio 2024 e siamo fiduciosi rispetto al raggiungimento del target (350 milioni ). Stiamo parlando con gli operatori che effettueranno i round d’investimento quando si apriranno le finestre durante il primo trimestre del 2024. Abbiamo tutto il 2024 oltre al primo semestre 2025 con eventuali possibili estensioni per arrivare all’obiettivo.
D. Oggi quant’è importante la conformità ai principi ESG per raccogliere capitali?
R. E’ fondamentale, altrimenti non si va da nessuna parte, in modo particolare quando dall’altro lato ci sono investitori esteri. Oramai la compliance ai principi ESG è uno dei primi elementi che loro valutano, insieme al track record, alla composizione e alla qualità del team responsabile degli investimenti. Da qui non si scappa. E, infatti, Armonia Italy Fund II si qualifica come prodotto finanziario che promuove, tra le altre, caratteristiche ambientali e sociali e che effettua investimenti in imprese che rispettano prassi di buona governance, ai sensi dell’Art. 8 del Regolamento EU 2019/2088(sul tema di veda l’inchiesta di copertina di BeBeez Magazine n. 12 del 9 settembre 2023, ndr).
D. E’ semplice trovare aziende su cui investire al passo coi tempi, da questo punto di vista?
R. No, sta a noi farci latori dell’importanza del messaggio e aiutare gli imprenditori a definire e raggiungere gli obiettivi ESG. Per farlo, abbiamo studiato un sistema di analisi, punteggi e KPI che ci consente, già dopo il primo anno, di capire a che punto sia l’azienda e quali siano le leve su cui agire.
D. Siete incentivati ad agire in tal senso?
R. Si, una parte del carry è legata al raggiungimento degli obiettivi ESG, così come una parte del variabile del management. E’ un modo per allineare gli interessi di tutti e remare nella medesima direzione.
D. Come fate a ottenere la fiducia degli imprenditori e degli investitori?
R. Le nostre caratteristiche personali e la capacità relazionale ci consentono di aprire le porte, successivamente, a fare la differenza è il mix di esperienze e track record in settori diversi, dall’industria alla finanza al legal che il nostro team offre. Gli imprenditori riconoscono in noi dei compagni di viaggio che desiderano creare valore insieme. Le faccio un esempio che la dice lunga: dueimprenditori con i quali abbiamo fatto delle operazioni nel primo fondo Armonia Italy hanno deciso di investire nel fondo II, confermando la fiducia nei nostri riguardi.
D. A che tipo di società guardate con maggiore attenzione?
R. Ad aziende italiane di medie dimensioni che operano in settori nei quali si possono realizzare strategie di aggregazione e consolidamento (buy-and-build), per creare dei leader nei rispettivi segmenti di mercato. Investiamo acquisendo quote di maggioranza, preferibilmente quando gli imprenditori, che vendono, reinvestonoe rimangono a occuparsi dell’azienda a livello operativo, mentre noi siamo di supporto per diversi aspetti quali, fra gli altri e per esempio, la governance, la scelta del management e la realizzazione della strategia di crescita esterna. Investiamo equity ticket fra i 25 e i 55 milioni di euro con l’obiettivo di supportare la crescita organica sia l’m&a, anche con il supporto di co-investitori.
D. Scegliete voi le aziende target per gli add on?
R. Generalmente lo fanno gli imprenditori che hanno il polso della situazione del loro mercato, noi li assistiamo nell’esecuzione delle operazioni di add-on, mettendo a frutto il mix di competenze che caratterizza il nostro team.
D. Guardate solamente all’Italia?
R. Per gli investimenti primari si, gli add-on si possono realizzare anche su aziende estere. In Italia siamo aperti alle opportunità che ci offre tutto il territorio. Con il Fondo I abbiamo investito da Nord a Sud, dalla Campania alla Puglia, dalla Toscana all’Emilia-Romagna, dal Piemonte al Friuli e continueremo con il secondo.
D. Avete delle operazioni allo studio per Armonia Italy Fund II?
R. Si, stiamo analizzando dieci opportunità d’investimento, che si trovano in fasi diverse di sviluppo. Due in particolare, alle quali lavoriamo da circa un anno, sono in esclusiva e siamo già alla seconda fase di due diligence: un’azienda opera nel settore alimentare e l’altra si occupa di ingegneria ambientale. Negli altri casi, invece, siamo alla prime fasi di analisi. .
D. Per quanto riguarda Armonia Italy Fund I, invece, a che punto siete?
R. Abbiamo completato il periodo di investimento (280 milioni di asset in gestione, con raccolta chiusa nel luglio 2017) e realizzato 16 add-on, fra cui i due portati a termine a metà mese dalla partecipata QuickGroup, specializzata in accessori nautici (si veda altro articolo di BeBeez, ndr). Si tratta di due aziende del settore, Nemo Industrie (progettazione e produzione di componentistica nautica per barche a motore e a vela) e Xenta System (sistemi di controllo integrati per yacht e super yacht). L’obiettivo, come da strategia di investimento buy-and-build comune con il fondo II, è di creare un punto di riferimento nel settore (cantieristica internazionale). A tal fine, la primavera scorsa, avevamo portato a termine il primo add-on di Quick, acquisendo Sanguineti ChiavariProduzione Articoli Nautici (componenti complessi per grandi imbarcazioni, si veda altro articolo di BeBeez, ndr).
D. State lavorando in altre direzioni?
R. Si, a due add-on per Arrigoni, di cui uno riguarderebbe una società italiana e l’altro una francese, e a uno per Induplast.Dovremmo chiudere un’operazione entro la fine del 2023, mentre le altre due durante il primo trimestre del 2024.
D. Ci sono exit in vista?
R. Dovremmo avviare due processi nel corso del 2024.
D. Che rendimenti avete ottenuto fino ad ora per il primo fondo?
R. Al 30 giugno 2023 abbiamo raggiunto un DPI netto(Distributed to paid-in, ndr) di 0,92, il che equivale ad aver restituito a chi ha creduto in noi oltre il 90% degli investimenti, solamente con due exit. Avendo ancora sette aziende in portafoglio, abbiamo tutto lo spazio per ottenere risultati molto soddisfacenti.
D. In che contesto vi trovate a operare?
R. Il private equity sta attraversando una fase complessa. Nel 2023 ha registrato un dato complessivo in calo del 70% rispetto all anno precedente. Per quanto concerne le società nel nostro portafoglio che operano nel B2B, come Induplast, Quick e la stessa Arrigoni, per esempio, queste risentono meno delle ciclicità dei consumi, che sono condizionati, in questa fase storica, da dinamiche economico-politiche quali inflazione, conflitto fra Russia ed Ucraina e costo delle materie prime\energia. Chi si rivolge ai consumatori, invece, riscontra delle difficoltà in più, e questi sono elementi di cui dobbiamo tenere conto durante la nostra attività di analisi delle opportunità, per puntare sui settori apparentemente più resilienti.