Articolo pubblicato su BeBeez Magazine n. 13 del 23 settembre 2023 – parte dell’inchiesta di copertina dedicata a calcio e finanza
di Giuliano Cstagneto
Una strada che molte squadre di calcio in Italia e all’estero stanno seguendo per diversificare i ricavi rispetto ai diritti tv è quello di far fruttare la gestione degli stadi, ben oltre gli spettacoli offerti dalle partite.
Secondo il Report Calcio 2023, a oggi sono allo studio ben 14 progetti per altrettanti nuovi stadi di squadre di calcio professionistico italiano, per un investimento complessivo previsto di 2,9 miliardi di euro che porterà a un incremento dei ricavi da stadio di 205,8 milioni di euro all’anno rispetto agli attuali 371,3 milioni
Diversi club di serie A, come la Juventus, l’Udinese, l’Atalanta e il Sassuolo, sono già molto avanti su questa strada. Ma puntare tutto sullo stadio presenta dei rischi, almeno in Italia. In proposito è emblematica la vicenda dei due nuovi stadi della Fiorentina e del Venezia, dopo che la Commissione UE lo scorso aprile ha negato la possibilità di accesso ai fondi stanziati dal PNRR (si veda qui il comunicato stampa del governo).
A Firenze, è previsto un intervento da 200 milioni di euro (di cui 70 milioni dovevano venire dal PNRR) per la ristrutturazione e l’ammodernamento dello storico stadio Artemio Franchi. Mentre a Venezia c’è il progetto del Bosco dello sport, un piano da 300 milioni di euro per costruire un centro sportivo in un’area agricola disabitata vicino Tessera, con stadio, arena e palazzetto dello sport. I due progetti quindi sono ora in alto mare.
Tempi lunghissimi anche per il nuovo stadio della Roma, vicenda che va avanti dal 2017. Sotto la proprietà precedente, quella del finanziere Usa James Pallotta, il progetto prevedeva un impianto da 60 mila posti a Tor di Valle, con tutta una serie di sviluppi immobiliari connessi, per investimenti complessivi compresi tra i 600 e i 650 milioni di euro. Ma il progetto non era poi mai decollato. Ora il nuovo proprietario Dan Friedkin, a capo del consorzio privato di imprese e investimenti The Friedkin Group, già nel 2021 ha deciso di realizzare per il club un nuovo stadio più piccolo, da circa 40 mila posti, che non include centri commerciali, residenze e hotel, da costruire a Pietralta, un’area degradata nella zona Est della capitale (si veda altro articolo di BeBeez). Da allora ci sono voluti altri due anni per arrivare ad avere lo scorso maggio il via libera del consiglio comunale, che ha dichiarato il progetto di pubblico interesse. A inizio settembre è iniziata la procedura di dibattito pubblico per coinvolgere la popolazione e le associazioni. In ogni caso l’investimento necessario sarà comunque faraonico: si parla di 570 milioni di euro, di cui 340 milioni di finanziamento senior che sarebbe erogato da JP Morgan e Bank of America (si veda qui Calcioefinanza).
Non dissimile il quadro a Milano, dove Milan e Inter dal 2018 studiano la costruzione di un nuovo stadio. Inizialmente le due squadre avevano immaginato di poter costruire lo stadio insieme, tanto che a fine 2021 era anche stato scelto il progetto comune, dopo che a novembre Il Comune di Milano aveva emanato la relativa delibera di pubblico interesse che prevedeva, oltre alla costruzione del nuovo stadio, la riconfigurazione dell’area dove attualmente sorge il Meazza, attraverso la creazione nella zona di San Siro di un distretto per lo sport e il tempo libero, con un nuovo parco pubblico di circa 50 mila metri quadri di verde (si veda altro articolo di BeBeez). Ma poi il progetto, dopo tanti tira e molla con il Comune e con i comitati cittadini, è abortito e le due squadre hanno alla fine deciso di andare ciascuna per la sua strada e di costruirsi lo stadio fuori Milano. E, mentre la squadra nerazzurra ancora non ha definito una sede precisa, sebbene si parli di Rozzano, il Milan ha definitivamente optato per San Donato Milanese, con il progetto che è atteso a breve. Insomma, puntare sullo stadio per incrementare i ricavi è un investimento importante e che porta a risultati di lunghissimo periodo. Se c’è un problema di conti, meglio ragionare su qualche altra soluzione.