A parte i temi più popular come l’impatto economico dei cambiamenti climatici e del coronavirus, la gestione delle crisi bancarie e impatto sui correntisti, di cui ha parlato tutta la stampa generalista, il discorso del governatore Ignazio Visco all’Assemblea Annuale di Assiom Forex lo scorso sabato 8 febbraio a Brescia (si veda qui l’intero discorso) è stato molto ficcante su una serie di altri punti, che vale sicuramente la pena di ripercorrere.
Visco ha infatti detto che Banca d’Italia ha acceso un faro sull’attività dei servicer per valutarne le performance e ha ribadito l’importanza di gestire gli Utp corporate in ottica di ristrutturazione e rilancio aziendale. Il governatore ha anche sottolineato l’importanza degli investimenti in fintech da parte del sistema bancario al fine di conseguire economie di costo e di sviluppare nuovi prodotti e servizi per la clientela. Infine Visco ha sottolineato che le autorità italiane hanno ben presente il fatto che la mega-fusione tra il London Stock Exchange e Refinitiv prevista per metà di quest’anno (si veda altro articolo di BeBeez) potrebbe avere delle implicazioni non da poco per le controllate italiane e quindi per Borsa Italiana, MTS, Monte Titoli, Cassa di compensazione e garanzia, così come più volte sottolineato da BeBeez (si veda qui un precedente Beez Peak).
“In un paese come il nostro, caratterizzato da procedure di recupero dei crediti particolarmente lunghe, le nuove prassi europee in materia di prestiti deteriorati hanno stimolato lo sviluppo di un’industria non bancaria per la loro gestione. È essenziale che quest’ultima sia efficiente, a beneficio di coloro che vi investono e delle banche”, ha detto Visco, precisando che “va prestata attenzione nelle fasi successive alle cessioni o alle cartolarizzazioni di sofferenze” (sul tema delle cessioni sul secondario di portafogli da parte di spv delle Gacs, si veda altro articolo di BeBeez, ndr).
Per questo, ha aggiunto il governatore, “sono determinanti la professionalità, la correttezza, la robustezza organizzativa e patrimoniale delle società incaricate di curare lo svolgimento delle operazioni (i cosiddetti “servicer”); la Vigilanza ha di recente avviato un approfondimento volto a valutarne la performance e a verificare la complessiva efficacia dell’attuale quadro regolamentare e di supervisione. Nel caso di cessioni di esposizioni classificate come inadempienze probabili, è importante favorire quanto più possibile il rilancio delle imprese in difficoltà; come ho già ricordato in altre occasioni, benefici possono derivare dall’intervento di operatori specializzati nelle ristrutturazioni aziendali (fondi di turnaround) in grado di fornire nuova finanza e specifiche capacità imprenditoriali”.
Non è infatti la prima volta che Visco parla di turnarounnd. L’ultima volta è stata a fine ottobre 2019, intervenendo alla 95ª Giornata Mondiale del Risparmio, organizzata a Roma dall’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio (ACRI), quando ha auspicato “un maggiore ricorso a operatori specializzati nella ristrutturazione e nel rilancio di imprese in situazione di temporanea difficoltà (come ad esempio i fondi di turnaround)” da cui potrebbe risultare il “rientro in bonis di parte delle esposizioni deteriorate classificate come inadempienze probabili, con benefici per i bilanci bancari e per l’economia” (si veda altro articolo di BeBeez). Ma Visco aveva ampiamente trattato il tema anche nelle sue Considerazioni finali nel maggio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), quando aveva anche parlato approfonditamente di fintech.
Sul tema fintech, Visco all’Assemblea Assiom Forex ha detto che “le banche italiane devono proseguire con determinazione le azioni volte alla ricerca delle migliori condizioni organizzative e di costo. Anche se la quasi totalità degli intermediari offre prodotti e servizi di base attraverso i canali digitali, si può fare certamente di più sul fronte dell’adozione delle nuove tecnologie. Le opportunità che la rivoluzione digitale mette a disposizione dell’industria finanziaria vanno tanto nella direzione di contenere l’incidenza dei costi, quanto in quella di consentire l’investimento delle economie così conseguite nello sviluppo di prodotti e servizi che soddisfino meglio le esigenze della clientela. Si tratta di un impegno che richiede che siano sempre e soprattutto assicurati, nel pieno rispetto dei doveri di correttezza e di trasparenza dei comportamenti, la sicurezza informatica e il controllo dei rischi cibernetici, per i quali continuano a essere richiesti opportuni investimenti. Ne discende l’esigenza di acquisire adeguati strumenti e professionalità; per gli intermediari di dimensioni minori può essere utile il ricorso a iniziative comuni”. Il tema sta particolarmente a cuore a Visco, perché anche lo scorso anno sempre in occasione dell’Assemblea Assiom Forex ne aveva ampiamente parlato (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto all’operazione LSE-Refinitiv, il governatore ha ricordato che “le società che gestiscono le infrastrutture dei mercati finanziari italiani (Borsa italiana, MTS, Cassa di Compensazione e Garanzia, Monte Titoli) sono inserite in un gruppo che fa capo alla Borsa di Londra, ormai insediato al di fuori dell’Unione europea. Questo gruppo è oggetto di un’importante operazione di acquisizione, il cui perfezionamento è atteso nella seconda metà dell’anno, che ne estenderà la sfera di interesse alle attività di fornitura e analisi di informazioni finanziarie; si collocherà fra i principali operatori del settore a livello globale. Nell’esercizio delle prerogative assegnate dall’ordinamento, le autorità italiane seguono con attenzione gli sviluppi dell’operazione. Le sue implicazioni per le società controllate in termini di governance, assetti organizzativi, equilibri finanziari e indirizzi strategici non dovranno pregiudicare la tutela degli obiettivi di pubblico interesse“.
Non a caso, BeBeez ha appunto riferito più volte che le controllate italiane del LSE potrebbero avere un altro destino che potrebbe passare da un intervento di Cdp, che con Cdp Equity e F2i potrebbe facilmente condurre in porto l’operazione, proprio perché le infrastrutture finanziarie sono da considerarsi strategiche e quindi sul tema il governo italiano potrebbe avere tutto il diritto di intervenire. A convalidare le ipotesi di un ritorno a casa di Borsa Italia ci si è messa poi a fine novembre Mediobanca, che ha confezionato un documento che immagina la possibilità di un’ipo per Borsa Italia che vedrebbe l’uscita dal capitale da parte del LSE e l’ingresso in cui un anchor investor (appunto per esempio la Cassa Depositi e Prestiti) e un gruppo di investitori privati (si veda qui un precedente Beez Peak).