13.6 €
Autore: Costantino D'Orazio
Casa editrice: Skira
Anno di pubblicazione: 2020
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Raffaello Il giovane favoloso di Costantino D’Orazio
Storie, aneddoti e retroscena in un racconto alla scoperta di un Raffaello "privato" con un’ottica molto originale dello storico dell’arte Costantino D’Orazio che fa parlare i personaggi che l’artista ha ritratto nei suoi dipinti: attraverso la voce dei suoi amici e compagni di strada, ci racconta il lato più privato della personalità e della vita del pittore, quello che può risultare a tratti inconfessabile, a partire dalle storie e dalle parole delle persone a lui più vicine, quelli che l’artista ha amato, stimato e ritratto come nessun altro. Raffaello, Il giovane famoloso, uscito il 12 marzo per Skira nella collana StorieSkira, racconta il “divin pittore” che si spegne dopo una fulminea malattia il 6 aprile 1520, giorno del 37° compleanno, nella sua casa a pochi passi dal Vaticano. La prospettiva è decisamente interessante perché riesce ad unire la vena narrativa, quasi teatrale, al rigore della documentazione con un breve riassunto del personaggio in questione alla fine di ogni capitolo, mentre le immagini sono alla fine del libro. Questo volume ci consente anche un viaggio nella prima metà del Cinquecento, attraverso personaggi noti e ignoti che fotografano però la realtà quotidiana, di tappa in tappa sulle orme dei ritratti del celebre artista. Noto per la ritrattistica non solo in termini di abilità e raffinatezza, con una ricerca minuziosa ed espressiva del dettaglio, quant’anche in termini di relazioni con le persone ritratte. Fu l’unico pittore che a quel tempo fede un uso politico della pittura e non è un caso che a metà dell’Ottocento un gruppo di artisti si autoproclamò come Preraffaelliti, proprio a significare quanto avesse inciso l’arte di Raffaello non solo in fatto di tecnica. Il destino con lui fu generoso e crudele al tempo stesso, basti pensare la brevità della sua vita e la morte del padre a 11 anni. La prima tappa del viaggio è raccontata da Pietro Vannucci detto il Perugino nella bottega del quale Raffaello si propone e il primo si accorge troppo tardi di aver allevato una serpe in seno perché una volta arrivati sul ‘mercato’ i quadri del giovane Dame e Cardinali li avrebbero preferiti, soprattutto a partire da Lo sposalizio della Vergine.
Tra i vari personaggi che incontriamo ci sono Elisabetta Gonzaga che vive un periodo molto difficile avendo dovuto impegnare tutte le sue gioie rischiando la miseria con un effetto a suo dire sul volto. Ma Raffaello sembra guardarla con occhi pietosi e con quella capacità che aveva di cogliere gli affanni altrui e dissimulare i propri sentimenti.
C’è l’umanista veneziano Pietro Bembo, che aveva terminato la sua formazione classica a Messina, collabora con il tipografo Aldo Manunzio e con il papa Leone X di cui diventa segretario; o Giovanna da Montefeltro che quando vede il suo ritratto si commuove alle lacrime per la capacità di condensazione in un gesto di anni di dolore, evocati dal pittore; e ancora Maddalena Strozzi che sa di non esser stata sposata per amore e che l’Urbinate addolcisce con un’idea tutta sua: un filo di brezza nei capelli anche se il ritratto è stato compiuto all’interno; e poi Giulio II e Leone X con il quale ha un rapporto non solo professionale e di cui Raffaello legge la voglia di dare a Roma una nuova età dell’oro. L’artista avrà il controllo totale dei cantieri pontifici.
Costantino D’Orazio immagina il compiacimento del Pontefice che nota come nel ritratto il suo “immenso potere era evocato da un dettaglio in primo piano. La lente si riferiva alla mia nota scarsità di vista, la Bibbia che stavo leggendo era uno dei volumi medioevali più preziosi della Biblioteca Vaticana, ma il colpo di genio di Raffaello fu quel campanello in argento cesellato: i miei servitori – e tutti i miei sudditi – sono pronti a scattare al semplice rintocco di quel batacchio.”
Certamente Raffaello sembra aver capito meglio di chiunque altro lo spirito del Cortigiano di Baldassar Castiglione che lo ritiene il suo miglior allievo .
Poi ci sono i personaggi non identificati come La dama gravida o La dama con il liocorno o ancora La velata e La fornarina tra i ritratti più noti al pubblico delle donne.
La velata, nella finzione del libro teme di essere mal giudicata e Raffaello ne stempera l’imbarazzo dispensandole consigli di bellezza ed evitando ad esempio che la dama si accomodi un ricciolo ribelle sulla fronte.
La Fornarina, forse Margherita Luti, potrebbe essere la donna che Raffaello sembra abbia sposato in segreto e che, dopo la morte del pittore, abbia preso i voti.
Tra gli altri troviamo anche Pietro Aretino, Lorenzo de’ Medici Duca d’Urbino, Il principe di Machiavelli noto per il bell’aspetto e l’astuzia e Donato Bramante, di formazione urbinate, che ha un ruolo fondamentale nell’assegnazione delle opere più importanti dell’epoca, come la volta della Cappella Sistina, per la quale sostiene Michelangelo, e gli affreschi dell’Appartamento pontificio, che riesce a attribuire a Raffaello.
Infine mi piace ricordare il ritratto di Lucrezia Corgnati detta Imperia, la cortigiana più famosa e desiderata di Roma.
a cura di Ilaria Guidantoni