
I 20 progetti che saranno selezionati alla chiusura della call accederanno a un programma di pre-accelerazione di massimo 12 settimane, finalizzato a validare soluzioni tecnologiche e modelli di business, attraverso un percorso di affiancamento ed erogazione di servizi personalizzati. A conclusione della fase di pre-accelerazione saranno selezionati per il programma finale di accelerazione, della durata compresa tra 12 e 24 settimane, fino a un massimo di 10 progetti, che avranno la possibilità di accedere fino a 10 milioni di euro in equity investment stanziati dall’acceleratore e alla ricca offerta di facilities messe a disposizione dagli organizzatori e dalle corporate partner della call. Per dare maggiore concretezza ai propri obiettivi e orientare la proposta di tecnologie, soluzioni digitali e servizi innovativi verso sfide e fabbisogni di innovazione puntuali, la call Circular 4 Recovery ha segmentato in 5 aree il tema vasto dell’economia eircolare.
A oggi i progetti imprenditoriali presentati afferiscono per il 36,30% all’area Circular City & Land; per il 35,9 % all’area Circular Bioeconomy; per il 24,20% all’area Circular Energy Economy; per il 18,15% all’area New Circular Life Cycles; e per un 7,6% all’area Circular Water Economy.
Roberto Guida, amministratore delegato di Marzotto Venture Accelerator, ha dichiarato: “Sapevamo che il tema della call avrebbe suscitato molto interesse, ma la qualità delle proposte e la partecipazione che stiamo registrando sta andando oltre le nostre migliori aspettative. C’è un valore enorme là fuori che non vediamo l’ora di poter raccogliere e mettere a ecosistema, più che a sistema, grazie al network di partner chiave riunitisi attorno all’iniziativa. La transizione circolare impone un cambiamento radicale dei modelli di produzione e consumo, che richiede l’apporto prezioso di conoscenze, competenze e sensibilità da parte di tutti gli attori dell’innovazione aperta. In questa direzione abbiamo deciso di avviare la realizzazione di un Osservatorio dedicato, con l’obiettivo di valorizzare compiutamente il patrimonio del nostro ecosistema dell’innovazione e fornire un utile contributo di analisi e proposta, anche a supporto delle scelte pubbliche”.