

di Piergiorgio Mancone e Luca Gobbi,
rispettivamente managing partner
e senior associate di LegisLAB
Una semplice ma robusta interpretazione della normativa esistente già consentirebbe la dematerializzazione delle quote di piccole e medie imprese, strutturate come società a responsabilità limitata, consentendo un più rapido accesso delle pmi alla raccolta di capitale. Almeno questa è la nostra convinzione.
La normativa esistente, e in particolare l’art. 83 undecies del TUF, fa effettivamente riferimento alle sole azioni, ma quel riferimento deve essere considerato esemplificato e interpretato alla luce della nozione di valore mobiliare dettato dalla Mifid.
Inoltre le precedenti limitazioni normative a che le quote di srl venissero dematerializzate sono oggi superate con riferimento alle pmi costituite in forma di srl, in considerazione del portato del Decreto Legge. n. 179/2012, come modificato ed integrato, che permette alle pmi srl di emettere categorie di quote aventi valore nominale e caratteristiche standardizzate offrendo dunque a dette tipologie di partecipazioni le caratteristiche tipiche dei valori mobiliari. I caratteri di standardizzazione, negoziabilità e destinazione al mercato dei capitali sono infatti le caratteristiche tipiche di un valore mobiliare che è l’oggetto della disciplina della dematerializzazione.
Vero è che il modello della società a responsabilità limitata vive un momento di forte crisi identitaria, dovuta alla stratificazione normativa degli ultimi 15 anni. E’ però certamente possibile evidenziare uno strutturale avvicinamento tra le pmi costituite in forma di società a responsabilità limitata e il modello “aperto” della società per azioni. Gli interventi normativi hanno tutti avuto l’obiettivo di avvicinare il mercato dei capitali alle pmi ed è oggi doveroso chiedersi quali passi fare anche per avvicinare queste ultime al mercato, sempre più bisognoso di economia reale.
Il nostro ordinamento ha previsto svariati incentivi per l’investimento in pmi a carattere preminentemente fiscale, quali ad esempio i cosiddetti Piani individuali di risparmio alternativi (cosiddetti PIR alternativi, si veda altro articolo di BeBeez). Ma la strada per l’afflusso dei capitali nelle società non quotate si è rilevata tortuosa anche e soprattutto in considerazione dei numerosi limiti intrinseci di un modello, quello della srl, disegnato tendenzialmente per non aprirsi al mercato.
Un facile e pronto “aiuto” all’afflusso dei capitali alle pmi srl sarebbe quindi senza dubbio quello di migliorare la circolazione delle quote, superando il regime ordinario previsto dall’art. 2470 del codice civile e il regime alternativo di cui all’art. 100-ter del TUF, attraverso la loro dematerializzazione (volontaria) presso la Montetitoli spa, considerandole valori mobiliari.
La dematerializzazione delle quote di pmi srl comporterebbe infatti il vantaggio di poterle “registrare” su di un dossier titoli aperto presso la propria banca e di farle oggetto di trasferimento come oggi si fa con le azioni quotate per mezzo di normali annotazioni tra intermediari finanziari.
E’ facile comprendere che la dematerializzazione delle quote di pmi darebbe certamente un impulso decisivo al fenomeno dell’equity crowdfunding, aprendo definitivamente le porte ai cosiddetti mercati secondari delle quote, così come auspicato dai considerando 13) e 14) del Regolamento UE 1503/2020 e permettendo una piena interoperabilità tra intermediari finanziari.
Infine, il riconoscimento della possibilità di dematerializzazione delle quote di pmi srl con la possibilità di avere le quote sul dossier titoli permetterebbe a questi strumenti di divenire facilmente oggetto delle facilitazioni fiscali previste dai PIR alternativi e, a livello di sistema, più facilmente oggetto di servizi di investimento.
Considerando i vantaggi sopra elencati, e considerando che la dematerializzazione delle quote di pmi srl a parere di chi scrive non richiede interventi normativi (forse faciliterebbe un intervento chiarificatore e interpretativo, ma non modificativo), ma semplicemente una interpretazione sistemica della normativa esistente, il processo di dematerializzazione potrebbe rappresentare quindi quel tassello che ancora mancava per un più semplice avvicinamento al mercato dei capitali da parte delle pmi.