Con un investimento di 70 milioni di euro, CDPE Investimenti (Gruppo CDP) ha incrementato dal 50 al 75% la sua quota in Valvitalia spa, multinazionale che progetta e produce valvole e dispositivi per il trasporto del gas, alle prese da qualche anno con un forte indebitamento che nel 2022 l’ha portata anche a chiudere il sito di Due Carrare (Padova).
L’operazione si inserisce nel perimetro del piano di ristrutturazione del gruppo, la cui approvazione era già nell’aria da qualche settimana (si veda altro articolo di BeBeez) al termine del processo della composizione negoziata attivata alla fine dello scorso anno (si veda qui il comunicato stampa).
Più nello specifico, il piano prevede nuova finanza e riassetto del debito: da un lato è infatti stato concordato l’arrivo di liquidità dal socio CDPE Investimenti (Gruppo CDP) mentre, dall’altro, avverrà la rinegoziazione del debito con i creditori, mediante il consistente stralcio del debito con le banche per 30 milioni di euro e con la concessione di linee di firma per un importo superiore ai 100 milioni sulla base delle esigenze previste dal piano industriale pluriennale.
Salvatore Ruggeri, insieme ai figli Massimiliano e Luca, sono stati confermati nei rispettivi ruoli di presidente, vicepresidente esecutivo e direttore commerciale a supporto dell’amministratore delegato Andrea Forzi, manager con una lunga esperienza alla guida di aziende internazionali operanti nel settore dell’energia, chiamato lo scorso maggio nell’ottica di rilancio del gruppo.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, è dalla fine dello scorso anno che si vociferava di un possibile aumento di capitale per il gruppo Valvitalia. Tra i possibili interessati a entrare nel capitale si era parlato anche di una cordata di investitori capitanati dal gruppo bancario Finint, con gli advisor Vitale e Lazard da tempo al lavoro sul dossier.
Forzi ha commentato: “Devo ringraziare il socio indiretto CDPE Investimenti e la famiglia Ruggeri, fra i quali da anni si è consolidato un ottimo rapporto, che insieme a tutte le parti coinvolte nella negoziazione hanno creduto nel piano industriale e reso possibile il raggiungimento degli accordi. L’azienda profonderà tutti gli sforzi necessari per rispettare ed eccedere le previsioni contenute nel piano industriale anche sull’onda di un mercato che da mesi sta dando segni di forte ripresa che si riflettono in un portafoglio ordini di oltre 240 milioni di euro.”
Fondata nel 2002 da Salvatore Ruggeri e dai suoi figli Max e Luca, la compagine societaria si è allargata nel 2013 con l’ingresso dell’allora Fondo Strategico Italiano al 49,5%, quota poi passata a CDP Equity (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2014, il gruppo Valvitalia aveva acquisito Silvani mentre l’anno dopo aveva rilevato Eusebi, entrambe aziende importanti del settore antincendio. Nel 2016, Valvitalia aveva addirittura pensato a una quotazione a Piazza Affari (nella forma di offerta pubblica di vendita e sottoscrizione), ma la difficile situazione dei mercati aveva fatto tramontare l’operazione (si veda altro articolo di BeBeez).
In poco tempo, le prospettive dell’azienda sono completamente cambiate, con una crisi che si è fatta sempre più profonda per lo più a causa della congiuntura sfavorevole accentuata dalla pandemia, che ha infine reso necessario un piano di ristrutturazione. Proprio nell’ottica di rilancio del gruppo, lo scorso maggio è stato nominato come amministratore delegato Andrea Forzi, manager con una lunga esperienza alla guida di aziende internazionali operanti nel settore dell’energia.
Secondo l’ultimo bilancio consolidato al 2020, il fatturato è calato a 204 milioni di euro (dai 295 milioni di un anno prima), mentre l’ebitda ha virato in negativo per 7,4 milioni. Sempre nel 2020, il debito netto è stato pari a 85 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente)