Nuova finanza e riassetto del debito in vista per Valvitalia, multinazionale che progetta e produce valvole e dispositivi per il trasporto del gas, alle prese da qualche anno con un forte indebitamento che nel 2022 l’ha portata anche a chiudere il sito di Due Carrare (Padova).
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il piano di ristrutturazione dell’azienda prevede da un lato l’immissione di liquidità da parte dell’azionista Cdp Equity e dall’altro la conversione parziale del debito in equity da parte di Intesa Sanpaolo, UniCredit e Banco Bpm. Alla fine dello scorso anno, era stata ventilata la possibilità di un aumento di capitale tra i 70 e gli 80 milioni di euro. Tra i possibili interessati a entrare nel capitale in Valvitalia, nelle scorse settimane si è parlato anche di una cordata di investitori capitanati dal gruppo bancario Finint. Al lavoro, come advisor, vi sono i consulenti di Vitale e Lazard.
Fondata nel 2002 da Salvatore Ruggeri e dai suoi figli Max e Luca, la compagine societaria si è allargata nel 2013 con l’ingresso dell’allora Fondo Strategico Italiano al 49,5%, quota poi passata a CDP Equity (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2014, il gruppo Valvitalia aveva acquisito Silvani mentre l’anno dopo aveva rilevato Eusebi, entrambe aziende importanti del settore antincendio. Nel 2016, Valvitalia aveva addirittura pensato a una quotazione a Piazza Affari (nella forma di offerta pubblica di vendita e sottoscrizione), ma la difficile situazione dei mercati aveva fatto tramontare l’operazione (si veda altro articolo di BeBeez).
In poco tempo, le prospettive dell’azienda sono completamente cambiate, con una crisi che si è fatta sempre più profonda per lo più a causa della congiuntura sfavorevole accentuata dalla pandemia, che ha infine reso necessario un piano di ristrutturazione. Proprio nell’ottica di rilancio del gruppo, lo scorso maggio è stato nominato come amministratore delegato Andrea Forzi, manager con una lunga esperienza alla guida di aziende internazionali operanti nel settore dell’energia.
Secondo l’ultimo bilancio consolidato al 2020, il fatturato è calato a 204 milioni di euro (dai 295 milioni di un anno prima), mentre l’ebitda ha virato in negativo per 7,4 milioni. Sempre nel 2020, il debito netto è stato pari a 85 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).
Quanto a CDP Equity, oltre ad aver approvato poche settimane fa nuove operazioni a favore di imprese, territori e progetti dedicati alla cooperazione internazionale per un valore complessivo di circa 315 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa), ha anche annunciato che la raccolta complessiva del programma Basket Bond Italia lanciato lo scorso settembre 2022 insieme a MCC (si veda altro articolo di BeBeez), e strutturato da Banca Finint, è salito a quota 100 milioni di euro coinvolgendo 22 pmi emittenti di minibond (si veda altro articolo di BeBeez).
Tra gli ultimi finanziamenti erogati da Cdp, si ricordano invece quello da 25 milioni di euro a favore di Pietro Fiorentini, gruppo internazionale attivo nell’offerta di soluzioni avanzate per il settore energetico, che opera lungo l’intera filiera del gas naturale, destinato a investimenti in nuove tecnologie all’avanguardia per ridurre l’impatto sull’ambiente e incrementare i livelli occupazionali in Italia (si veda altro articolo di BeBeez); e i precedenti quattro finanziamenti erogati per complessivi 42,2 milioni di euro all’Università degli Studi di Milano-Bicocca per la riqualificazione e lo sviluppo della realtà accademica lombarda (si veda altro articolo di BeBeez).