Nella serata di lunedì 24 maggio CIN (Compagnia Italiana di Navigazione) ha depositato al Tribunale di Milano una domanda di concordato preventivo in continuità, per evitare il fallimento, dopo che sono finite in un nulla di fatto le trattative con Tirrenia in amministrazione straordinaria per un accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis della Legge Fallimentare (si veda qui l‘ANSA).
Proprio il 24 maggio il Tribunale avrebbe dovuto decidere sul fallimento di CIN, la good company nata dalla privatizzazione dell’ex compagnia di traghetti statale Tirrenia, dal 2015 sotto il controllo esclusivo di Moby spa, holding dell’armatore Vincenzo Onorato. Lo scorso aprile, infatti, la Procura di Milano, tramite il pm Roberto Fontana, aveva avanzato la richiesta di fallimento in quanto CIN non aveva raggiunto l’accordo di ristrutturazione del debito (art. 182 bis della legge fallimentare) con il 60% dei creditori, per cui non aveva presentato il promesso piano di concordato alla scadenza prefissata (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Tribunale aveva poi concesso una proroga appunto sino al 24 maggio per trovare un’intesa, ma a inizio maggio il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) aveva autorizzato la stipulazione dell’accordo di ristrutturazione del debito di CIN sulla base di un testo che aveva lasciato in netto disaccordo CIN (si veda altro articolo di BeBeez). La società aveva infatti affermato di non condividere la versione dell’accordo sulla quale aveva dato l’ok il MISE e per questo lo aveva respinto.
Ricordiamo che il via libera del MISE a un accordo di ristrutturazione del debito di CIN sarebbe cruciale perché con Tirrenia in amministrazione straordinaria, Moby deve sistemare la questione del debito residuo a saldo dell’acquisizione del 60% di Tirrenia-CIN che nel 2012 ancora non era di Moby e che Moby deve ancora a Tirrenia. Quest’ultima era stata valutata 376,9 milioni di euro di cui 135 milioni erano stati pagati al closing dell’operazione nel luglio 2012 e altri restanti 62 milioni pagati nel febbraio 2016 in occasione del rifinanziamento del debito (si veda altro articolo di BeBeez). I restanti 180 milioni dovevano essere pagati in tre rate: la prima rata da 55 milioni andava pagata nell’aprile 2016, la seconda da 60 milioni entro l’aprile 2019 e la terza da 65 milioni nell’aprile 2021. Per questo il benestare del MISE al piano di ristrutturazione del debito è necessario.
Moby a proposito di CIN aveva diffuso a fine marzo una nota in cui confermava la sua intenzione di presentare un accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge Fallimentare, anche alla luce degli accordi già sottoscritti con circa il 95% dei fornitori (che non equivale al 95% dell’esposizione debitoria, ndr) e grazie alla partnership con l’investitore Europa Investimenti (gruppo Arrow Global).
Detto questo, visto che l’accordo di ristrutturazione non si è riuscito a concludere, CIN ha appunto cambiato strategia e per evitare il fallimento ha presentato all’ultimo minuto la domanda di concordato preventivo in continuità, che, come sottolinea la società nella sua nota diffusa ieri, si basa su un “piano che assicura le migliori condizioni per il rilancio dell’impresa, il mantenimento dei servizi ai clienti, la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto. Il piano, pur prevedendo la vendita di alcuni asset, si basa sulla continuità aziendale, sul mantenimento dei posti di lavoro e delle rotte. Inoltre, non è previsto alcun tipo di contributo pubblico da convenzioni, anche in considerazione dei positivi risultati registrati nell’ultimo anno e dell’attuale trend ben al di sopra delle aspettative”. E non solo. Il piano, infatti, si basa ancora sull’intervento di Europa Investimenti.
In un’altra nota (si veda qui l’ANSA) CIN ha infatti tenuto a precisare che il gruppo Moby-CIN ha debiti finanziari per 640 milioni di euro e che grazie all’intervento di Europa Investimenti (gruppo Arrow Global) saranno pagati “77 milioni di euro in favore di banche e bondholders, ovvero l’intero debito di CIN nei confronti degli stessi, che saranno quindi obbligati al rilascio del consenso alla cancellazione delle ipoteche attualmente esistenti in loro favore sulle navi, con la conseguente permanenza sulle stesse della sola iscrizione di ipoteca di primo grado in favore di Tirrenia in AS”. L’istanza di concordato in continuità di CIN dovrà ora essere valutata dal giudice fallimentare.
Ricordiamo che Europa Investimenti è anche il partner finanziario del piano concordatario di SECI, la holding della famiglia Maccaferri, proprietaria dell’omonimo gruppo industriale (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto a Moby, controllante di CIN, ricordiamo che a sua volta lo scorso 30 marzo ha depositato il piano concordatario al Tribunale di Milano sulla base del quale ha chiesto l’ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità e non un accordo di ristrutturazione dei debiti come inizialmente previsto (si veda altro articolo di BeBeez), perché mentre le banche avevano accettato l’accordo, non era stato così per i fondi obbligazionisti riuniti nell’Ad Hoc Group, tra i quali si contano Soundpoint Capital, Cheyenne Capital, BlueBay, Aptior Capital e York Capital, ed esposti per 300 milioni. Così il gruppo ha dovuto trovare un’alternativa.