CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti) di Ravenna, quarto gruppo italiano nel settore delle costruzioni, ha depositato lunedì 8 aprile 2019 al Tribunale di Ravenna il piano e la proposta di concordato, approvati come atteso all’unanimità dall’assemblea dei soci il 30 marzo scorso (si veda altro articolo di BeBeez e qui il comunicato stampa) e illustrati al Ministero dello Sviluppo Economico il 4 aprile. Lo riferisce l’agenzia Ansa.
La società, in tensione finanziaria, come tante altre aziende del settore dell’edilizia (Condotte, Astaldi, Trevi, Grandi lavori Fincosit e Impresa di Costruzioni ing. E. Mantovani spa), aveva presentato a dicembre 2018 la domanda di ammissione al concordato in bianco e all’epoca i suoi bond quotati alla Borsa del Lussemburgo erano scesi sotto gli 8 centesimi l’uno (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel dettaglio si trattava del bond da 325 milioni di euro a scadenza 15 febbraio 2023 e cedola 6%, che era stato emesso nel novembre 2017 per rimborsare in anticipo il bond da 300 milioni a cedola 7,5% in scadenza nel 2021; e del bond da 251 milioni a scadenza 1° agosto 2022 e cedola 6,875%. Le negoziazioni dei due bond sono state sospese lo scorso dicembre.
Alla fine di giugno 2018 la semestrale del gruppo indicava che la posizione finanziaria netta di CMC era salita a 815 milioni di euro (825 milioni il dato rettificato, si veda qui la presentazione agli analisti), dai 659 milioni di fine 2017, a fronte di ricavi da costruzioni per i sei mesi di 488,2 milioni e di un ebitda di 64,8 milioni, mentre il 2017 si era chiuso con 1,085 miliardi di ricavi e 171,6 milioni di ebitda.
Nella nota diffusa da CMC si spiega che piano e proposta di concordato prevedono la continuità aziendale della cooperativa e la soddisfazione integrale dei creditori in prededuzione, di quelli privilegiati e dei fornitori strategici, oltre che la soddisfazione parziale e non monetaria degli altri creditori chirografari con l’attribuzione di strumenti finanziari partecipativi (SFP). Ai titolari di strumenti finanziari partecipativi, da emettere entro 90 giorni dall’omologazione, “saranno destinati dal 2021 sino al 2030 i risultati attivi che si attendono dalla continuità aziendale, oltre rilevanti diritti amministrativi sia in cda sia nell’assemblea dei soci”. Il piano prevede l’incasso di tutti i crediti (relativi a commesse terminate, sia commerciali, sia di altra natura) e la cessione a terzi di alcuni asset non strumentali, in particolare immobiliari, sia di CMC sia della controllata CMC Immobiliare spa.
Negli ultimi tempi sl tavolo del Cda di CMC sono arrivate varie manifestazioni di interesse. In particolare di parla di quella del costruttore Pizzarotti (si veda altro articolo di BeBeez ).
Dopo il deposito del piano in tribunale si attende la relazione dei commissari che, in base alle indicazioni date ai soci nell’assemblea del 30 marzo, dovrebbe essere pronta entro il luglio prossimo. Tuttavia, nei documenti distribuiti ai soci, viene precisato che “i tempi di completamento della Relazione dei Commissari dipendono dall’ammissione alla Procedura”.
Entro i successivi tre mesi, cioè entro il prossimo ottobre, si procederà alla votazione dei termini del piano da parte dei creditori. Entro dicembre 2019 il piano prevede di arrivare al decreto di omologa con il “pagamento creditori in prededuzione e privilegiati entro i successivi 12 mesi”, cioè entro il 2020. Dal 2022 al 2030 si dovrebbe realizzare la distribuzioni degli utili e delle riserve con l’avanzo di cassa.
CMC è stata fondata a Ravenna nel 1901 da 35 muratori che costituirono la “Società anonima cooperativa fra gli operai, muratori e manuali del Comune di Ravenna”. Nel 1909 la società si fuse con quella dei Cementisti: da allora “Muratori” e “Cementisti” contrassegnano il marchio CMC. CMC oggi produce all’estero oltre il 60% del suo fatturato, è attiva in 21 Paesi di cinque continenti (Europa, Nord America, Sud America, Africa e Asia) e ha, in passato, completato progetti in oltre 40 Paesi.