Si è chiusa lo scorso 1° giugno la vendita di INSO – Sistemi per le Infrastrutture Sociali spa e della sua controllata SOF da parte del gruppo infrastrutturale Condotte in amministrazione straordinaria (si veda qui il comunicato stampa), così come annunciato lo scorso novembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).
L’operazione, strutturata dal commissario straordinario di Condotte, Matteo Uggetti, partner di Deloitte, è stata condotta dalla newco FINSO – Fincantieri INfrastrutture SOciali, costituita dal gruppo quotato Fincantieri, partecipata al 90% da Fincantieri Infrastructure e al 10% da Sviluppo Imprese Centro Italia sgr spa (SICI), in rappresentanza della Regione Toscana.
INSO, fondata negli anni ‘60 e parte del gruppo Condotte dal 2012, è specializzata nello sviluppo di progetti di costruzione e fornitura di tecnologie nei settori della sanità, dell’industria e del terziario. Con un’esperienza maturata con realizzazioni in più di 20 paesi nel mondo, INSO attualmente vanta nel proprio portafoglio importanti commesse sia in Italia (la Città della Salute di Sesto San Giovanni, l’ospedale di San Gavino, di Cisanello a Pisa, di Vimercate, e il nuovo carcere di Bolzano) sia all’estero (Cile, Francia, Grecia, Qatar, Algeria). Negli ultimi anni, in cui ha sofferto della situazione in cui si è venuto a trovare il suo azionista Condotte ha registrato un fatturato medio pari a circa 150 milioni. SOF nel 2019 ha registrato un fatturato di 37,5 milioni.
Il portafoglio lavori diretto di INSO (26 commesse, di cui 13 relative all’esecuzione di contratti di progettazione e costruzione, per un totale di lavori e servizi a finire pari a circa un miliardo di euro) e quello della controllata SOF attiva nel facility management (pari a circa 420 milioni di euro, di cui circa il 90% relativo a commesse a oggi già avviate) sono stati trasferiti alla newco Fincantieri-SICI per un controvalore di quasi 1,5 miliardi di euro. Contestualmente è stato stabilizzato tutto il personale diretto di INSO e SOF, pari complessivamente a circa 400 risorse. Il tutto per un investimento complessivo da parte della newco che supera i 200 milioni di euro, distribuiti tra prezzo di acquisto, subentro nelle fidejussioni relative al portafoglio commesse acquisito; impegno al finanziamento del fabbisogno operativo atteso a tutela della continuità aziendale; mantenimento dei livelli occupazionali per 3 anni; impegno ad effettuare gli investimenti previsti all’interno del business pan(si veda qui l’ultima informativa del commissario).
In occasione dell’annuncio dell’accordo con Fincantieri lo scorso novembre, il commissario aveva anche fornito un aggiornamento sui tempi di conclusione delle varie procedure. L’obiettivo è chiudere entro il 2021 la vendita degli asset core del gruppo Condotte, per poi passare tra il 2021 e il 2022 alla finalizzazione delle procedure di cessioni mirate non core, quali le iniziative immobiliari in capo a Condotte Immobiliare o la partecipazione in Tenuta Ronciliano srl. Infine tra il 2022 e il 2024 si passerà alla liquidazione delle società non coinvolte nel processo di m&a e delle stabili organizzazioni sono più necessarie 2022-2024 e si condurrà il processo di riparto dell’attivo, per arrivare comunque a concludere tutto entro il 2024 (si veda qui altro articolo di BeBeez e qui l’informativa del commissario).
Per l’intero ramo core di Condotte, che comprende una serie di 13 cantieri, nell’agosto 2019 erano arrivate proposte da 22 offerenti, di cui 15 erano stati ammessi alla dataroom (si veda altro articolo di BeBeez). Si diceva che in lizza ci fossero: Salini Impregilo (nell’ambito del Progetto Italia), Pizzarotti, Icm (ex Impresa Costruzioni Maltauro), la cordata Rizzani de Eccher-Illimity, Consorzio Stabile Ifratech, Cimolai, Toto Costruzioni, Gruppo Vitali, Equitix, De Sanctis Costruzioni, Frimat Costruzioni Generali, Hitrac Engineering Group, Macquarie e China State Construction Engineering Corporation.
Nel 2020 Condotte ha già ceduto parecchi asset. Nel dettaglio, ha venduto Condotte of America alla statunitense Mastec Civil Constructors LLC (si veda qui il comunicato stampa); ha ceduto la sua quota del 20% in Condotte Investimenti Infrastrutturali srl (C2i) a Infracapital, che è così salito al 100% dopo aver acquisito da Condotte il primo 80% nel 2016 (si veda altro articolo di BeBeez); sono state vendute poi le partecipazioni afferenti la commessa Pisamover a Leitner spa di Vipiteno (Bolzano), tra i leader mondiali nel settore degli impianti a fune, che è divenuto socio unico di Pisamover spa, la società concessionaria del sistema di trasporto automatizzato passeggeri, ad alta frequenza, che in cinque minuti collega l’aeroporto Galileo Galilei di Pisa alla stazione ferroviaria di Pisa Centrale (si veda qui L’Adige); è stato ceduto il Ramo Alta Velocità (Cociv e Iricav due) a We Build spa; e infine sono stati venduti i rami Nodavia ed Ergon (Nodo di Firenze) a RFI.
Nell’aprile 2019 era stata invece ceduta Cossi Costruzioni spa a Salini Impregilo (si veda altro articolo di BeBeez) e sempre nel 2019 era stato ceduto il Ramo Marittimo a Fincantieri. Nel giugno del 2019 il commissario straordinario aveva anche ottenuto per Condotte finanza garantita dal MEF per 90 milioni di euro, di cui 60 milioni a favore di Condotte (erogati da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Credit Agricole e Sace, si veda altro articolo di BeBeez) e 30 milioni a favore di INSO (erogati da Cassa di Ravenna).
Condotte è controllata dalla holding Ferfina della famiglia Bruno Tolomei Frigerio ed era arrivata alla crisi, perché a fronte di un corposo portafoglio ordini esisteva un’oggettiva difficoltà di incasso dei crediti vantati nei confronti del pubblico e nel contempo c’era un debito pesante da onorare. Condotte aveva infatti chiuso il bilancio 2016 con ricavi consolidati per 1,17 miliardi (o 1,3 miliardi di valore della produzione), un ebitda di 98,3 milioni e un utile netto di 12,4 milioni, a fronte di un debito di circa 460 milioni di euro nei confronti di una trentina di banche, su un debito complessivo di 767 milioni, con la differenza rappresentata essenzialmente da crediti maturati nei confronti della pubblica amministrazione. Il gruppo era stato ammesso alla procedura di concordato con riserva nel gennaio 2018 e nel luglio dello stesso anno il gruppo ha poi chiesto e ottenuto l’ammissione all’amministrazione straordinaria, dopo aver rifiutato l’ultima offerta presentata da Attestor Capital (si veda altro articolo di BeBeez).