Balzo in Borsa ieri per Astaldi, che ha chiuso la seduta in rialzo dell’11,22%, a quota 0,555 euro per azione. L’exploit segue la notizia che l’attività dell’azienda ha mostrato segnali di ripresa nel 2019, dopo la grave crisi di liquidità del 2018.
Lo ha reso noto la società il 17 giugno scorso, in occasione dell’approvazione dei bilanci del 2018 e 2019 da parte del Consiglio di amministrazione (si veda qui il comunicato stampa). Contestualmente, è stata convocata per il prossimo 31 luglio l’assemblea degli azionisti per approvarli e attuare le operazioni previste dalla proposta concordaria.
Nel dettaglio, nel 2019: il valore della produzione di Astaldi è salito del 50%, a quota 1,5 miliardi di euro; l’ebit adjusted si è attestato a 40 milioni di euro; la posizione finanziaria netta è peggiorata da 2,1 a 2,3 miliardi di euro. Su di essa hanno pesato 240 milioni di euro di escussioni a fronte di un ridimensionamento del perimetro delle attività (rescissioni/risoluzioni di contratti, abbandono di aree/progetti, ecc). Il patrimonio netto è stato negativo per 1,5 miliardi di euro, in peggioramento dai -1,4 miliardi di fine 2018. Nel 2018 i ricavi di Astaldi erano crollati del 66%, passando dai 3,1 miliardi di fine 2017 a 1,04 miliardi di fine 2018; l’ebit era stato negativo per 1,8 miliardi di euro (contro un ebit di 76,3 milioni di fine 2017); la posizione finanziaria netta era peggiorata da 1,3 a 2,1 miliardi di euro.
Per quanto riguarda il concordato di Astaldi, ricordiamo che l’udienza per la sua omologa è fissata per il prossimo 23 giugno (si veda altro articolo di BeBeez).
L’assemblea degli azionisti convocata per il prossimo 31 luglio adotterà dei provvedimenti propedeutici all’implementazione di piano e proposta concordataria, ossia:
- revoca della deliberazione dell’assemblea straordinaria dei soci del 15 dicembre 2017 che prevedeva un aumento di capitale per un massimo di 35,7 milioni, a servizio del prestito obbligazionario equity-linked di 140 milioni;
- revoca della deliberazione dell’assemblea straordinaria dei soci del 28 giugno 2018 che prevedeva un aumento di capitale per un massimo di 300 milioni da offrire in opzione agli azionisti;
- riduzione del capitale sociale per perdite e conseguente riduzione di queste ultime per pari importo;
- aumento di capitale a pagamento, con esclusione del diritto di opzione, del valore di 225 milioni, riservato a Webuild (la ex Salini Impregilo) ed emissione a favore di quest’ultima di massimo 80,7 milioni di warrant che attribuiscono il diritto di assegnazione a titolo gratuito di azioni ordinarie Astaldi prive di valore nominale, in rapporto 1 azione ordinaria per ogni warrant;
- aumento di capitale a pagamento con esclusione del diritto di opzione riservato a creditori chirografari accertati e potenziali del valore di massimo di 99 milioni di euro circa, da assegnare loro in pagamento dei loro crediti, nel rapporto di 12,493 nuove azioni per ogni 100 euro di credito chirografario vantato verso la stessa Astaldi;
- aumento di capitale a pagamento con esclusione del diritto di opzione riservato ai creditori chirografari non previsti di Astaldi, del valore massimo di 10 milioni, da assegnare in pagamento dei loro crediti nel rapporto di 12,493 nuove azioni per ogni 100 euro di credito chirografario vantato verso la stessa Astaldi;
- emissione e assegnazione gratuita di un massimo di 79 milioni di warrant a favore delle banche finanziatrici.
Sempre in attuazione di piano e proposta concordataria, questo mese Astaldi ha costituito Astaldi Concessions, in attuazione di piano e proposta concordataria (si veda altro articolo di BeBeez). La nuova società è nata dalla scissione parziale di Astaldi Concessioni spa, deliberata il 22 gennaio scorso. L’operazione è stata realizzata al fine di consentire alla controllante Astaldi di implementare le azioni previste nel suo piano di concordato, anche in funzione dell’operazione di costituzione del patrimonio destinato ex art. 2447-bis del Codice Civile, effettuata nel maggio scorso insieme all’emissione di strumenti finanziari partecipativi (sfp) finalizzati a soddisfare i creditori chirografari (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso aprile la Commissione Europea ha approvato l’acquisizione del controllo unico di Astaldi da parte dell’allora Salini Impregilo (oggi Webuild), ritenendo che l’operazione “non pone problemi di concorrenza a causa del suo impatto limitato sulla struttura del mercato” (si veda altro articolo di BeBeez). L’ok europeo significa un’accelerazione del Progetto Italia, il piano di Webuild e Cdp per l’aggregazione e la creazione di un grande player delle infrastrutture italiano. Nel Progetto Italia rientra appunto il salvataggio e l’acquisizione del controllo di Astaldi da parte di Webuild, che vedrà come anchor investor Cassa Depositi e Prestiti (si veda altro articolo di BeBeez) e la partecipazione di Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm.