Strada tracciata per il salvataggio di Ansaldo Energia, la più grande azienda in Italia e una tra le principali del mondo per la fornitura, l’installazione e il service di impianti e componenti per la generazione di energia, controllata da CDP Equity (88,3%) e Shanghai Electric ed entrata a cavallo dell’estate in grave tensione finanziaria a seguito dell’impatto negativo sul business della guerra russo-ucraina, del prolungarsi dell’utilizzo delle centrali alimentate a carbone e del più generale contesto inflazionistico sui materiali di produzione, sull’energia e sul gas.
Ieri infatti, si legge in una nota, in un incontro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), presieduto dal sottosegretario Fausta Beragamotto, a cui hanno partecipato i rappresentanti del gruppo, di Cassa Depositi e Prestiti, della Regione Liguria e dei sindacati, “Ansaldo Energia e il socio CDP Equity hanno dichiarato di procedere alla finalizzazione, nei tempi tecnici, dell’accordo relativo alla manovra di rafforzamento patrimoniale e finanziario che include la ricapitalizzazione dell’azienda da parte del socio CDP Equity. Tale accordo prevede l’adesione dei creditori finanziari. Il Governo si rende garante del percorso delineato che supporta e sostiene monitorandone l’avanzamento attraverso il mantenimento del tavolo con le parti sociali presso il MIMIT” (si veda qui il comunicato stampa).
L’aumento di capitale seguirà quindi quello da 450 milioni di euro avvenuto meno di tre anni fa, assieme al rifinanziamento del debito (si veda altro articolo di BeBeez). A quell’operazione i cinesi di Shangai Electric non avevano aderito e avevano così ridotto la loro quota dal precedente 40% all’attuale 12% circa. E ora non è chiaro che cosa faranno.
Ricordiamo che a inizio agosto 2022, nella nota in cui riferiva i risultati del primo semestre dell’anno, che si è chiuso con un risultato economico consolidato negativo per 442 milioni di euro, il Consiglio di amministrazione aveva sottolineato che sarebbe stato impossibile raggiungere gli obiettivi del piano industriale 2022 e che quindi aveva scritto un nuovo piano industriale e iniziato le trattative con gli azionisti e le banche finanziatrici per strutturare una manovra finanziaria che lo supportasse (si veda qui il comunicato stampa). A fine giugno l’indebitamento netto verso terzi era salito a 787 milioni di euro dai 619 milioni del dicembre 2021. A questo dato si aggiungono 242 milioni di finanziamento soci, rispetto a euro 236 milioni del dicembre 2021. Incremento che era stato determinato dal cash flow operativo negativo per 143 milioni (prevalentemente capitale circolante) e da 23 milioni di euro di oneri finanziari (inclusi interessi shareholder loan).
La manovra finanziaria è stata poi presentata a fine novembre dalla società genovese, assistita dall’advisor Mediobanca alle banche del pool (TL+RCF, Intesa Sanpaolo, BNP Paribas, BPM, Santander, Barclays, Commerzbank, Credit Agricole, HSBC, Societe Generale, Unicredit) assistite da Lazard e WePartner (si veda qui il comunicato stampa) e prevede:
- un rafforzamento patrimoniale da realizzare mediante un aumento di capitale per circa 550 milioni di euro, comprensivo della conversione in equity del prestito soci erogato da Cdp Equity, sia della quota capitale, pari a circa 200 milioni di euro, sia degli interessi maturati pari a circa 50 milioni;
- l’estensione al 2027 della scadenza attualmente prevista al 2023 delle linee di credito bancarie in pool, garantite da SACE, con connesso adeguamento dei relativi parametri finanziari e con il mantenimento delle linee per cassa e per firma in essere (si tratta di un totale di 450 milioni di euro, di cui una linea di credito term loan da 300 milioni e una revolving da 150 milioni);
- l’estensione al 2028 della scadenza del bond da 350 milioni di euro attualmente prevista al 2024 (si veda qui l’informativa del titolo).
Sul fronte industriale, il rilancio di Ansaldo Energia si basa sulllo sviluppo di Ansaldo Green Tech e di Ansaldo Nucleare anche attraverso possibili joint venture e partnership industriali nel panorama nazionale e internazionale. Il piano punta infatti sulla valorizzazione del patrimonio tecnologico nel segmento tradizionale delle turbine a gas e apre alla diversificazione attraverso importanti investimenti nelle energie rinnovabili e nel nucleare (si veda qui il comunicato stampa). In particolare, Ansaldo Nucleare, alla cui guida in veste di amministratore delegato è arrivato a gennaio Riccardo Casale (si veda qui il comunicato stampa), punta ad accaparrarsi i progetti di rinnovamento delle circa 120 centrali nucleari europee risalenti agli anni Settanta e Ottanta. La società è già presente in Romania, ha firmato un accordo di collaborazione con la compagnia statunitense Westinghouse Electric, che punta a costruire reattori in Polonia, e sta portando avanti un progetto con Federacciai per la realizzazione di un impianto in Slovenia (si veda qui StartMag).
Intanto, l’amministratore delegato Giuseppe Marino ha rassegnato le proprie dimissioni da amministratore delegato e direttore generale di Ansaldo Energia e lascerà l’azienda a fine marzo dopo la ricapitalizzazione e la rimodulazione del debito bancario (si veda qui il comunicato stampa). Alla presidenza resta Lorenza Franca Franzino e nel consiglio di amministrazione, oltre all’uscente Marino, siedono Giovanni Zetti, Chiara Bisagni, Paola Girdinio, Gaetano Massara, Fabiola Pellegrini, Fabio Barchiesi e Maurizio Dainelli.