Il Tribunale di Padova ha ammesso Pittarosso alla procedura di concordato preventivo con riserva (si veda qui il decreto), dopo che la catena di negozi di scarpe padovana presente in 19 regioni italiane e da 8 anni sotto il controllo di Lion Capital aveva depositato la domanda a inizio giugno (si veda qui la domanda). La giudice Caterina Santinello del Tribunale veneto ha nominato quindi commissari Giovanni Bottecchia, Claudio Ferrario e Roberto Artusi, dando tempo alla società padovana fino al 5 settembre per presentare il la proposta definitiva di concordato preventivo e il piano concordatario.
Nella realtà si tratta di un deja vu per la società, che affiancata dallo studio Cortellazzo&Soatto, era già stata ammessa dal Tribunale di Padova alla procedura di concordato pieno in continuità aziendale nel settembre 2021 (si veda qui il comunicato stampa), dopo aver presentato domanda di concordato in bianco nel maggio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia, come si legge nel testo della nuova domanda di concordato in bianco, lo scorso febbraio il Tribunale aveva disposto la convocazione della società per discutere di una divergenza di valutazione con la società su poste di bilancio e il procedimento si era concluso il 21 aprile con la revoca dell’ammissione della società alla procedura di concordato (si veda qui il decreto del Tribunale (disponibile per gli abbonati a BeBeez News premium e BeBeez Private Data), notificata poi il 30 maggio. A quel punto Pittarosso ha formulato una nuova domanda di concordato in bianco che tenesse conto delle censure formulate dalla corte nella sua sentenza di revoca e l’ha ripresentata appunto a inizio giugno, chiedendo appunto 120 giorni di tempo (il massimo di legge) per depositare la proposta di concordato preventivo in continuità e il piano.
Quest’ultimo si baserà sull’offerta formulata da Pillarstone Italy attraverso il fondo RSCT Fund (Responsible & Sustainable Corporate Turnaround Fund con dotazione di 600 milioni di euro e gestito da Davy Global Fund Management (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo, infatti, nella prima parte del 2020 è diventato il maggiore creditore di Pittarosso, dopo aver acquisito la posizione creditoria di Unicredit e di altri istituti di credito (si veda altro articolo di BeBeez). Nel decreto di revoca dell’ammissione al concordato si legge infatti che il credito in portafoglio al fondo verrà stralciato per 30 milioni di euro, che per altri 8,4 milioni verrà convertito in strumenti finanziari partecipativi e che per i restanti 45,5 milioni verrà convertito a capitale, con il quale verranno integralmente ripianate le perdite e che per il resto saranno nella disponibilità della società.
Quanto alle banche, i loro crediti verranno inseriti in un’apposita classe a cui verrà riconosciuta una percentuale di rimborso del 22,2% per la parte che non troverà capienza sui beni gravati da privilegio e verranno inoltre attribuiti strumenti finanziari partecipativi per un valore pari al 10% del valore nominale del credito.
Ricordiamo che Pittarosso ha chiuso il 2020 con una perdita netta di 168,1 milioni (anche per le svalutazioni legate al concordato) e con 70,8 milioni di debito, ma che, si legge ancora nella domanda di ammissione al concordato, il bilancio 2021 (sotto la revisione di BDO Italia) si è invece chiuso rispettando le linee del precedente piano, con ricavi per 250 milioni di euro, un ebitda positivo di 6 milioni (molto meglio, quindi, rispetto alle previsioni di piano di una voce negativa pari a -4,1 milioni) e con 70 milioni di liquidità disponibile.
Le difficoltà di Pittarosso sono state acuite dalle conseguenze della pandemia da Covid-19, ma già nell’aprile 2019, Lion Capital aveva avviato un percorso di ristrutturazione del debito della controllata e aveva chiesto uno standstill alle banche creditrici esposte allora per 200 milioni di euro: tra queste Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, e con una piccola quota Banco BPM, Sparkasse- Cassa di Risparmio di Bolzano e Bnl (si veda altro articolo di BeBeez). Il debito è eredità del buyout con cui Lion Capital ha comprato Pittarosso nel 2014 da 21 Investimenti e Quadrivio sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Allora la società era stata valutata circa 280 milioni di euro, cioé più di una volta il fatturato consolidato atteso per il 2014 e circa 10 volte l’ebitda (visto sui 28 milioni).
La vicenda della crisi di Pittarosso nei mesi scorsi si è intrecciata con quella del concorrente Scarpe&Scarpe, di cui pure PIllarstone Italy è il principale creditore sempre attraverso il fondo RSCT Fund. SI erano infatti diffusi rumor a proposito del fatto che il fondo stesse studiando la fusione delle due catene nell’ambito della ristrutturazione del debito di entrambe le società (si veda altro articolo di BeBeez). Nella realtà, al momento di fusione delle due catene nelle carte dei due procedimenti non si parla, ma nella Memoria di modifica del piano concordatario di Scarpe&Scarpe (disponibile per gli abbonati a BeBeez News premium e BeBeez Private Data), a pag. 54 si legge che “come noto, RSCT ha segnalato la propria intenzione di supportare l’operazione di ristrutturazione del cd. ‘Gruppo Scarpe & Scarpe’ (vale a dire, della società e della sua controllante SAGI Holding), preannunciando la propria intenzione di implementare successivamente eventuali sinergie con la società Pittarosso spa, operante nel medesimo settore ed anch’essa sottoposta a procedura concorsuale pendente avanti al Tribunale di Padova (RSCT ha segnalato di avere in animo il compimento di analoga, seppure separata e indipendente, operazione anche con riferimento a detta società, avendo provveduto ad
acquistare ingenti crediti bancari verso la stessa)”.