Exprivia, società di telecomunicazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana, ha incassato un finanziamento da 20 milioni di euro da un pool di banche, costituito da Banca Popolare di Puglia e Basilicata nel ruolo di arranger e finanziatrice, Banca Popolare Pugliese nel ruolo di finanziatrice, Banca Finanziaria Internazionale nel ruolo di banca agente e Sace Agent. Il finanziamento a medio termine è da rimborsare entro 6 anni, di cui 2 di preammortamento, ed è assistito da Garanzia Italia per il 90% dell’importo, emessa da Sace (si veda qui il comunicato stampa). Il pool di banche è stato assistito nell’operazione dallo studio legale Simmons & Simmons.
Il finanziamento prevede condizioni, impegni e termini contrattuali in linea con gli standard per il mercato del credito bancario per finanziamenti di pari importo e durata, oltre che il divieto alla distribuzione di dividendi e/o all’acquisto di azioni proprie nei 12 mesi successivi alla data di richiesta del finanziamento, come previsto dal Decreto Liquidità; successivamente è prevista una limitazione alla distribuzione di dividendi, che non potranno eccedere il 25% dell’utile netto. L’operazione è finalizzata a sostenere gli investimenti e a finanziare il capitale circolante post impatto Covid- 19.
“Siamo molto soddisfatti di aver ottenuto questo finanziamento, che ci consente di rafforzare la struttura finanziaria della società in un periodo particolarmente critico per l’Economia globale. Abbiamo lavorato molto bene con le banche del pool, con la banca agente e con Sace a conferma della fiducia riposta nel nostro gruppo e del ruolo di rilievo che possono giocare le banche del territorio”, ha affermato Donato Dalbis, direttore Area Finanza di Exprivia.
Exprivia, al netto della controllata Italtel (che presentato la domanda di concordato in bianco a inizio aprile 2020; si veda altro articolo di BeBeez), ha chiuso il terzo trimestre 2020 con ricavi per 119,8 milioni di euro (contro i 118,8 milioni dello stesso periodo del 2019), un ebitda di 14,3 milioni (11,3 milioni nel 2019), un utile ante-imposte raddoppiato a 7 milioni e una posizione finanziaria netta di 49,6 milioni (contro i 43,9 milioni di fine 2019). Lo ha reso noto la società il 13 novembre scorso (si veda qui il comunicato stampa).
Contestualmente, Exprivia ha comunicato la trimestrale al 30 settembre della controllata Italtel. Quest’ultima ha chiuso il trimestre con conti in peggioramento: ricavi per 174,9 mila euro (rispetto ai 255,2 milioni dello stesso periodo del 2019), un mol negativo di 4,8 milioni (contro i 7,7 milioni del 2019) e una posizione finanziaria netta in miglioramento da 182,5 a 173,5 milioni.
Italtel ha inoltre ottenuto una nuova proroga al 5 febbraio 2021 per il deposito della proposta concordataria definitiva (si veda qui il comunicato stampa). La società sta trattando il salvataggio con Psc Partecipazioni, che potrebbe essere sostenuta nell’operazione da Tim (si veda altro articolo di BeBeez). Il consiglio di amministrazione di Italtel ha accettato nel settembre scorso l’offerta di Psc (si veda altro articolo di BeBeez), che da allora sta lavorando per trovare un accordo con i creditori e con gli azionisti Exprivia (che controlla l’81% di Italtel) e Cisco (al 19%).
C’è poi un terzo attore importante nella trattativa: Pillarstone Italy, che lo scorso giugno ha comprato buona parte del credito di Unicredit nei confronti di Italtel (si veda altro articolo di BeBeez), come parte del pacchetto di crediti corporate Utp che Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Unicredit, BPER Banca, Crédit Agricole Italia e Crédit Agricole FriulAdria hanno trasferito al nuovo fondo RSCT Fund (Responsible & Sustainable Corporate Turnaround Fund lanciato di recente da Pillarstone Italy con dotazione di 600 milioni di euro e gestito da Davy Global Fund Management (si veda altro articolo di BeBeez).
Italtel è attiva dal 1921 nella progettazione, sviluppo e realizzazione di prodotti e soluzioni software per le telecomunicazioni. Oltre che in Italia, Italtel opera all’estero in Francia, Belgio, Germania, Spagna, Polonia, UK, Usa e in America Latina (Argentina, Brasile, Colombia, Perù, Ecuador). Exprivia aveva comprato l’81% di Italtel nel dicembre 2017 nel contesto della ricapitalizzazione della società per un totale di 113,8 milioni di euro, nell’ambito dell’accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge fallimentare, con il restante 19% che era rimasto in capo a Cisco (si veda altro articolo di BeBeez).
Prima di quest’ultimo accordo di ristrutturazione del debito, il capitale di Italtel era posseduto da Clayton, Dubilier & Rice (48,77%), Telecom Italia Finance (19,37%), Cisco (18,40%), Capita Trustees Limited (10,81%) e Cordusio Fiduciaria (2,65%). Inoltre, Cisco possedeva il 32,67% degli strumenti partecipativi convertibili in azioni, emessi a valle di un precedente accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge fallimentare omologato dal Tribunale di Milano nel febbraio 2013 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre il resto degli strumenti partecipativi faceva capo a Telecom Italia (2,94%) e per il 64,3% alle banche finanziatrici (con Unicredit al 34,3%, Ge Capital Interbanca al 17,65%, Bpm al 9,46% e a Banco Popolare e CentroBanca e Banco di Brescia allo 0,96% ciascuno).