Il tribunale di Reggio Emilia ha accolto le istanze di Ferrarini in merito alla concessione di altri 60 giorni per presentare i nuovi piano e proposta concordataria. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, secondo cui il tribunale ha anche autorizzato la società a continuare la propria attività, così come avvenuto sinora, e quindi a pagare tutti i debiti alle regolari scadenze.
Nel frattempo il gruppo Pini di Sondrio, leader della bresaola valtellinese e primo operatore italiano nel campo della macellazione dei suini, ha confermato i suoi impegni a supporto della nuova operazione sia in termini di forniture sia per quanto riguarda il proprio ingresso nella compagine sociale, così come già previsto nel precedente piano concordatario. Il gruppo Pini nel febbraio 2019 aveva infatti annunciato l’accordo per rilevare la maggioranza di Ferrarini, mettendo anche sul tavolo 10 milioni di euro per ricapitalizzare le società, divenendo l’azionista di maggioranza con l’80% del capitale (si veda altro articolo di BeBeez).
Il tribunale di Reggio Emilia ha anche confermato nell’incarico di commissario giudiziale Bruno Bartoli. Nel marzo scorso, il tribunale aveva anche rinviato l’adunanza dei creditori di Ferrarini dal 13 maggio all’8 luglio 2020 (si veda qui il decreto del tribunale).
In vista di quella scadenza, la cordata allestita da Intesa Sanpaolo e che vede coinvolti i gruppi industriali del settore Grandi Salumifici Italiani (Gsi)-Bonterre e Casillo Partecipazioni e il consorzio Opas (l’organizzazione degli allevatori di suini) sta ultimando i dettagli per depositare l’offerta entro il termine previsto. L’offerta era stata rigettata da Ferrarini lo scorso novembre (si veda altro articolo di BeBeez), ma secondo quannto riferito nei giorni scorsi da MF Milano Finanza, di recente i comitati tecnici dell’istituto guidato da Carlo Messina, hanno dato l’ok definitivo al percorso che mira all’acquisizione di Ferrarini e, in seconda battuta anche della controllata Vismara. E va detto che anche da Unicredit (una delle quattro banche esposte verso Ferrarini assieme a Intesa, Amco e Mediobanca, che complessivamente vantato un credito di 200 milioni) sarebbe arrivato il via libera al supporto, esterno, al progetto della cordata.
Sempre il Tribunale di Reggio Emilia lo scorso 6 novembre aveva concesso 90 giorni a Ferrarini per la presentazione del nuovo concordato per la controllata Vismara(si veda altro articolo di BeBeez).
Ferrarini aveva depositato una nuova domanda di concordato in bianco, dopo aver ritirato il vecchio piano che era basato sull’intervento di Amador,che si era sfilato dalla trattativa nel settembre 2019, e dopo aver rigettato l’offerta di acquisto da parte della cordata Bonterre-OPAS-Casillo-Intesa Sanpaolo(si veda altro articolo di BeBeez).
Il gruppo Ferrarini era entrato in tensione finanziaria per colpa di un incremento dell’indebitamento dovuto a finanziamenti che Veneto Banca aveva erogato a Ferrarini affinché acquistasse azioni della banca stessa.Il debito in questione ammonta a circa 360 milioni di euro, dei quali 112 milioni milioni in capo alla società operativa e il resto a carico di società agricole e holding varie.
Nonostante Ferrarini avesse visto i ricavi fare un vero e proprio salto nel 2017 a 335 milioni con un ebitda che era salito a 29,5 milioni, quindi, il peso del debito risultava ancora eccessivo. Il debito include 35,5 milioni di euro di minibond quotati all’ExtraMot Pro. Nel dettaglio, si tratta di un bond da 5,5 milioni a scadenza dicembre 2020 con cedola 5,625%, emesso nel dicembre 2016 e sottoscritto dal fondo di minibond di Duemme sgr (gruppo Mediobanca), e di un bond da 30 milioni a scadenza aprile 2020 e cedola 6,375%, emesso nell’aprile 2015.
Ferrarini e la controllata Vismara avevano depositato al Tribunale di Reggio Emilia nel luglio 2018 una richiesta di ammissione alla procedura di concordato in bianco(si veda altro articolo di BeBeez). Solo poche settimane prima Ferrarini aveva fatto saltare unilateralmente le trattative esclusive che aveva aperto con Italmobiliare e QuattroR. Allora si erano diffuse voci circa una trattativa parallela con un investitore industriale, che molti avevano individuato in Amadori, ma quest’ultimo aveva seccamente smentito (si veda altro articolo di BeBeez). Poi Amadori nel febbraio 2019 si era fatto avanti per acquisire Vismara, ma si era poi ritirato dalla trattativa.