L’assemblea straordinaria degli azionisti del colosso italiano quotato delle costruzioni Salini Impregilo ha approvato il 4 ottobre scorso l’aumento di capitale da 600 milioni euro, necessario per il salvataggio del gruppo di costruzioni italiano quotato in Borsa Astaldi e per l’avvio di Progetto Italia (si veda qui il comunicato stampa). Contestualmente, l’assemblea straordinaria di Salini Impregilo ha approvato a maggioranza anche la delega al Cda per le modifiche allo Statuto, necessarie a costruire il nuovo soggetto e arrivare a una nuova governance.
Progetto Italia è un’operazione di consolidamento del settore nazionale delle grandi opere e delle costruzioni in difficoltà che ha il supporto di Cdp e che è aperta alla partecipazione di tutti i soggetti industriali interessati. Progetto Italia è stato approvato ufficialmente nella notte fra l’1 e il 2 agosto scorso (si veda altro articolo di BeBeez). In una lettera aperta ai dipendenti di Salini-Impregilio, Pietro Salini aveva scritto sul tema: “Progetto Italia parte da un progetto industriale che ha l’ambizione di creare un gruppo internazionale ancora più grande, in grado di competere con i principali player del settore, capace di presentarsi sul mercato entro il 2021 con un fatturato di 14 miliardi, un portafoglio di 62 miliardi“.
Salini Impregilo nell’agosto scorso fa aveva sottoscritto due accordi di investimento per Progetto Italia: uno con Salini Costruttori (azionista di controllo della società) e con Cdp Equity; l’altro con le banche finanziatrici. L’accordo prevedeva un aumento di capitale da 225 milioni di euro di Astaldi sottoscritto da Salini-Impregilo e uno appunto da 600 milioni di euro di Salini, sottoscritto da: Salini Costruttori (50 milioni di euro); Cdp (250 milioni di euro); banche finanziatrici (150 milioni); mercato (150 milioni), a fronte di un consorzio di banche a garanzia per l’eventuale inoptato (si veda altro articolo di BeBeez).
Il salvataggio di Astaldi (ammessa nell’agosto scorso al concordato preventivo; si veda altro articolo di BeBeez) dovrebbe chiudersi entro quest’anno, ha dichiarato l’amministratore delegato di Salini Impregilo, Pietro Salini, il 5 settembre scorso, a margine dell’Italian Equity Week in Borsa Italiana (si veda altro articolo di BeBeez). Il 4 ottobre scorso Salini Impregilo ha perfezionato l’acquisto da Fortress e King Street del bond emesso da Astaldi per un valore di 75 milioni. L’acquisto del bond da parte di Salini Impregilo, “consentirà l’erogazione di nuova finanza per cassa ad Astaldi fino a complessivi 190 milioni, di cui 50 milioni prevista nel corso del mese di ottobre 2019: l’erogazione di nuova finanza è funzionale a dotare Astaldi delle risorse necessarie per riattivare i lavori nei cantieri e avanzare nel completamento delle commesse in portafoglio”, ha detto il direttore generale del gruppo Massimo Ferrari. L’acquisto del bond e la sottoscrizione delle tranche successive si collocano all’interno di una manovra finanziaria più ampia, avviata lo scorso agosto con la messa a disposizione in favore di Astaldi da parte degli istituti di credito di una nuova linea di credito per firma per complessivi 384 milioni funzionale alla continuità dell’azienda, specifica Salini Impregilo. Il bond sarà rimborsato integralmente da Astaldi – post omologa del concordato e ingresso nel capitale di Astaldi da parte di Salini Impregilo – attraverso una nuova linea di credito revolving di 200 milioni il cui commitment è già stato formalizzato dagli istituti di credito lo scorso 2 agosto.
Salini Impregilo è uno dei maggiori global player nel settore delle costruzioni di grandi infrastrutture complesse, quotato alla Borsa di Milano. È tra i leader globali del settore idrico (dighe e impianti di gestione delle acque) e dei trasporti, impegnato nei principali sistemi di mobilità sostenibile (metropolitane e ferrovie). Ha realizzato alcuni dei progetti infrastrutturali più iconici al mondo per ponti, strade e autostrade, edifici civili e industriali, aeroporti. Il gruppo ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi per 2,7 miliardi di euro (dai 2,61 miliardi del primo semestre 2018), con un ebitda rettificato di 238,6 milioni (da 215,9 milioni) e con un debito finanziario netto di 1,1 miliardi (dagli 1,19 miliardi del 30 giugno 2018 , ma in aumento di 162 milioni da fine dicembre). Il tutto con un portafoglio ordini totale da 35,7 miliardi e nuovi ordini acquisiti e in corso di finalizzazione da inizio anno per circa 6,1 miliardi (si veda qui il comunicato stampa).