Le tensioni internazionali scatenate dalla Silicon Valley Bank e da Credit Suisse stanno destando preoccupazione anche nel settore assicurativo. Per questo, il dossier Eurovita, la compagnia controllata dal fondo di private equity europeo Cinven da parecchi mesi in crisi di liquidità, è finito sul tavolo del direttore generale del Tesoro Riccardo Barbieri Hermitte che ora, insieme al commissario Alessandro Santoliquido, dovrà lavorare a ritmo spedito per trovare una soluzione di sistema in vista della scadenza di fine mese sul congelamento delle polizze che da circa due mesi sta interessando i 400 mila clienti della società.
Ricordiamo, infatti, che dopo il nulla di fatto con la cordata JC Flowers-Munich Re l’IVASS aveva deciso di sospendere temporaneamente i riscatti “dei contratti di assicurazione e di capitalizzazione” stipulati con Eurovita fino al 31 marzo, creando così una finestra di tempo più o meno ampia per mettere in sicurezza la società assicurativa evitando al tempo stesso una corsa agli sportelli, che ne avrebbe drenato del tutto la liquidità (si veda altro articolo di BeBeez).
Fino ad ora, tuttavia, le cose non sono andate come previsto: trovare un cavaliere bianco a cui affidare Eurovita sembrerebbe un’opzione ormai tramontata, e la soluzione di sistema a cui stanno lavorando il commissario straordinario, l’IVASS e l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) si fa sempre più in salita vista la reticenza dei grandi player del comparto assicurativo italiano come Intesa Sanpaolo Vita, Unipol e Assicurazioni Generali a partecipare ad un’operazione di ricapitalizzazione che, secondo i calcoli dell’IVASS, dovrebbe ammontare a 250-300 milioni di euro, ma che non offre molte garanzie in termini di governance e conti finanziari (si veda altro articolo di BeBeez)
A dare l’ok ad un eventuale aumento di capitale sarebbero state, invece, società assicurative di piccola e media dimensione, ma questo non basta. Per portare a termine un’operazione così ampia serve un player di primo piano che faccia da aggregatore e da garante in un’operazione che richiederebbe anche l’intervento delle banche che negli anni scorsi avevano offerto ai propri clienti le polizze della compagnia, come Fineco, Sparkasse e Credito Emiliano.
Cinven ha provato a metterci una pezza iniettando 100 milioni a fondo perduto nel conto capitale di Eurovita (si veda altro articolo di BeBeez), ma potrebbe non essere abbastanza per risollevare il solvency ratio finito sotto la soglia di tolleranza – soft Limit (150%) – che da tempo l’IVASS chiede di ricapitalizzare. Bisogna poi pensare anche agli obbligazionisti, e quei 100 milioni potrebbero far comodo in questo senso visto che a fine febbraio la compagnia aveva sospeso il pagamento della cedola del bond subordinato da 115 milioni con coupon del 6,75% e scadenza febbraio 2030, con un totale di tre obbligazioni subordinate per complessivi 160 milioni di euro ancora in circolazione.
Con lo stop ai riscatti che resterà in vigore fino al 31 marzo, se non verranno trovate le risorse necessarie alla ricapitalizzazione, l’IVASS si potrebbe trovare davanti ad un bivio: estendere il periodo di commissariamento incluso il congelamento dei riscatti; oppure mettere in liquidazione coatta la compagnia assicurativa, sebbene quest’ultima opzione non sia mai stata utilizzata in Italia per una società di questo tipo.
Nell’equazione rientra anche un contesto finanziario particolarmente stressato per via dei recenti crack bancari internazionali, che potrebbe colpire gli istituti più deboli finora risparmiati dagli attacchi del mercato. Eurovita, così come Monte dei Paschi, è tra questi, e mettere al sicuro una compagnia che conta 400 mila clienti è fondamentale per evitare un effetto spill-over sul settore finanziario italiano. A margine di un evento, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha parlato lunedì di “un impatto insignificante sul sistema bancario italiano” riferendosi alla situazione di Credit Suisse, esprimendo più preoccupazioni per il rialzo dei tassi della Banca centrale europea, che “vanno calibrati con molta attenzione” per non causare “qualche problema alla stabilità finanziaria”.
Tesi evidenziata anche da un recente report di Fitch Ratings sulla vicenda Eurovita, e nel quale l’agenzia di rating aveva sostenuto che, se da una parte il rialzo del costo dei prestiti “è generalmente positivo per gli assicuratori del ramo vita”, dall’altra un aumento improvviso potrebbe portare “ad un aumento dei rimborsi anticipati”, con le società che si trovano così costrette “ad aumentare il capitale che devono detenere ai sensi di Solvency II (S2) per coprire il cosiddetto rischio di mass lapse” come nel caso specifico di Eurovita (si veda qui report completo).