Il 2 gennaio scorso il tribunale di Siena ha ammesso al concordato preventivo Sansedoni Siena spa, storica società immobiliare senese partecipata dalla Fondazione Mps (67%), Banca Mps (21,8%) e dalla cooperativa emiliana Unieco (11,2%). Lo riferisce l’agenzia di stampa Impress.
Sansedoni Siena aveva depositato il 26 giugno 2019 la domanda di concordato preventivo in continuità, che prevedeva un accordo di ristrutturazione dei 165 milioni di euro di debiti, contestuale a una ricapitalizzazione condotta dal fondo di private equity britannico Arrow Global e dalle sue controllate italiane Europa Investimenti e Sagitta sgr (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione prospettata da Arrow Global prevede, nel dettaglio:
- un aumento di capitale di Sansedoni di 5 milioni di euro da parte di Europa Investimenti;
- l’istituzione di un fondo chiuso da parte di Sagitta sgr, che sarà sottoscritto dagli istituti bancari creditori della Sansedoni, a fronte dell’apporto dei loro crediti ipotecari e che sarà dotato di nuove risorse finanziarie per 13 milioni di euro da parte della Fondazione Mps (3 milioni) e di Arrow Global (10 milioni), da destinare principalmente alla realizzazione di capex sugli immobili.
Sansedoni era stata ammessa alla procedura di concordato in bianco a dicembre 2018 (si veda qui il Decreto del Tribunale) e già allora si parlava di un accordo con i creditori sulla base di un piano che prevedeva la dismissione del patrimonio immobiliare, una volta oppportunamente valorizzato, e la separazione della piattaforma operativa per i servizi immobiliari, considerata ad alto valore aggiunto, il tutto grazie al supporto di un nuovo investitore.
Il 29 aprile 2020 si terrà l’adunanza dei creditori, che dovranno votare la proposta concordataria. Una volta ottenuta la loro approvazione, la proposta dovrà essere poi omologata dal tribunale. Nel frattempo, Arrow Global e Fondazione Mps “contribuiranno a sostenere il piano di ristrutturazione e i livelli occupazionali della società per la migliore valorizzazione del patrimonio immobiliare a beneficio dei creditori”, ha assicurato il presidente della fondazione Mps Carlo Rossi.
L’operazione si intreccia con quella della cessione degli immobili strumentali di Monte dei Paschi di Siena, per i quali erano attese le offerte vincolanti lo scorso 18 novembre (si veda altro articolo di BeBeez). Pare che a presentare una binding offfer sia alla fine sstato soltanto Blackstone, sebbene comunque fossero interessati anche fondi di Dea Capital real estate sgr, Apollo, Varde, Cerberus, Partners Group, Starwood, Bain Capital, Oaktree e Lone Star. L’offerta di Blackstone si dovrebbe aggirare sui 300 milioni di euro, così come si aspettava il mercato già a novembre.
La decisione di mettere gli immobili sul mercato risale alla primavera del 2018 quando già era stato dato mandato all’advisor Duff & Phelps Reag (si veda altro articolo di BeBeez). Il processo di vendita era stato poi avviato nel febbraio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Inizialmente si parlava di un portafoglio da un miliardo, poi di 500-600 milioni di euro e infine il perimetro della cessione è stato ultreriormente ridotto. Si tratta soprattutto di immobili dove hanno sede le filiali chiuse nell’arco del piano di ristrutturazione e altre strutture di proprietà della banca ed è possibile che su una parte del portafoglio possano essere applicate soluzioni di sales & lease back. Tra le proprietà immobiliari messe in vendita rientrano: un edificio storico nelle via dello shopping di Roma, in via del Corso; due uffici a Firenze situati vicino alla chiesa di Santa Maria Maggiore e Via dei Sassetti; e la sede storica a Milano, in via Santa Margherita 11. Inoltre, sono compresi l’immobile ex Antonveneta di via 8 febbraio a Padova e altre strutture tra Mantova, Reggio Emilia, Trieste e Brindisi.
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