Si è aperta la procedura di liquidazione giudiziale per ePizza spa, la società italiana che operava sul territorio dal 2015 nella produzione e distribuzione di pizze a domicilio con un contratto di master franchising con il gruppo statunitense Domino’s Pizza, fondato in Michigan nel 1960 e oggi prima catena di pizzerie al mondo (si veda qui il portale dei creditori), come anticipato nei giorni scorsi da Bloomberg.
Nel dettaglio, Luca Giani, giudice del tribunale di Milano, ha avviato la procedura di liquidazione, nominando Danilo Cannella quale curatore e convocando i creditori per il prossimo 21 giugno per l’esame dello stato passivo.
Si tratta un epilogo annunciato, dopo che lo scorso agosto aveva chiuso anche l’ultimo dei 29 negozi della catena italiana (si veda qui La Repubblica). Poi a metà dello scorso settembre ePizza era stata ammessa da Luisa Vasile, giudice del Tribunale di Milano, al concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio attestato dall’esperto Francesco Carnevali (si veda qui il portale dei creditori). Ma lo stesso magistrato con un decreto del 27 ottobre scorso ha poi dichiarato inammissibile la proposta di concordato per cessione dei beni depositata dalla società e a quel punto si è aperta la strada della liquidazione giudiziale.
EPizza è controllata al 45,17% da EVCP Growth Holdings, un operatore di private equity paneuropeo con base a Londra fondato nel 2019 da Marcello Bottoli ed Eric Bourguignon, che investe in quote di minoranza di aziende del settore consumer lifestyle. Il 35,42% del capitale fa invece capo a Legendary Investments srl (veicolo di investimento partecipato anche da Ithaca 2, a sua volta veicolo di investimento di Luigi Berlusconi), il 12,7% a Italian Retail srl (holding di investimento guidata da Alessandro Lazzaroni), il 4,1% ad Aldo Sutter (presidente e amministratore delegato dell’omonimo gruppo specializzato in prodotti per la pulizia della casa), l’1,27% a VFM srl (collegata a Italian Retail), l’1,13% ad Aletti Fiduciaria e lo 0,21% alla Elilani srl di Raffaele Roberto Vitale, nipote del defunto Guido Roberto.
La società aveva chiuso il 2021 con 8,1 milioni di euro di ricavi, un ebitda negativo per 4 milioni, una perdita netta di 15,5 milioni (dopo quelle di 7 milioni del 2020 e di 5,5 milioni del 2019) e un debito finanziario netto di 4,75 milioni a fronte di un patrimonio netto negativo per 13,4 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il debito include anche un minibond da 3,5 milioni di euro, che era stato emesso nell’aprile 2021 con scadenza 6 aprile 2026 e cedola del 7%, che era stato quotato al Third Market di Vienna (si veda altro articolo di BeBeez).