A un anno dal via del processo di vendita e poco prima della chiusura della data room di ieri (fissata alle 18), il Ministero dell’Economia e delle Finanze, oggi azionista unico di ITA Airways, ha ricevuto l’attesa proposta dei tedeschi di Lufthansa per l’acquisto del 40% del capitale in un primo momento, per poi salire, nei prossimi mesi, al 100% (si veda altro articolo di BeBeez)..
Il gruppo tedesco “ha presentato una lettera di intenti al Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano”, si legge infatti in una nota della compagnia tedesca, in cui si sottolinea che “qualora entrambe le parti decidano di firmare il memorandum d’intesa, ulteriori negoziati e discussioni saranno condotti su base esclusiva”. La proposta riguarda inizialmente una quota di minoranza (si veda qui il comunicato stampa). “Gli ulteriori colloqui di approfondimento andranno quindi a concentrarsi principalmente sulle forme e modalità del possibile investimento azionario, sull’integrazione commerciale e operativa di Ita nel gruppo Lufthansa e sulle sinergie che ne deriveranno”, spiega la nota del gruppo tedesco.
La nota non fa riferimento a cifre, ma più fonti confermano il valore di 350 milioni di euro per la quota del 40% messo sul piatto da Lufthansa. La cifra, se confermata, assegnerebbe alla compagnia italiana in vendita una valutazione complessiva di 850 milioni di euro. Primo step, come accennato sopra, di una serie che porterebbe poi la compagnia tedesca al 100% (da sola o affiancata da un coinvestitore), così come previsto nel nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri(DCPM) pubblicato nella prima Gazzetta Ufficiale del 2023 e che regola la cessione della compagnia aerea di Stato (si veda altro articolo di BeBeez). In ogni caso i tedeschi, che saranno in minoranza, replicano lo schema che hanno già applicato nel 2009 con l’acquisto di Brussels, compagnia belga anch’essa figlia di un fallimento. In quel caso, Lufthansa aveva acquisito il 45% nel 2009 e il restante 55% soltanto nel 2016.
Secondo quanto aveva già anticipato l’agenzia stampa Bloomberg, i tedeschi intendono entrare in ITA con prudenza. In sostanza, non avranno alcun obbligo di conquistare la maggioranza o la totalità delle azioni. E si riservano di concordare in seguito, con l’Italia, un ingresso più robusto nel capitale. Lufthansa prenderà la maggioranza in futuro, a condizione che la compagnia aerea tricolore torni ad avere i conti in ordine.
Del resto, l bilancio 2022 di ITA, che sarà approvato in primavera, chiuderà con un rosso di 470 milioni di euro: perdita che il compratore tedesco punta a dimezzare, già nel corso dell’anno. C’è anche chi parla di un potenziale futuro accordo commerciale con Ferrovie dello Stato.
L’atteggiamento è positivo. Per il gruppo Lufthansa, l’Italia “rappresenta il mercato più importante al di fuori dei mercati domestici e degli Stati Uniti”, sottolinea la nota. “La volontà di integrare ITA Airways all’interno delle compagnie del gruppo risiede nel forte interscambio del Paese a livello globale, tramite viaggi d’affari e privati, nella sua forte economia orientata all’esportazione e nel suo essere uno dei luoghi turisticamente più attraenti in Europa”, conclude la nota.
Sul piano formale, l’acquisto di ITA Airways per mano tedesca si completerà dopo quattro tappe. Il ministero italiano dell’Economia, che vende Ita, e Lufthansa che compra dovrebbero firmare un memorandum d’intesa, un preliminare d’acquisto, il sales and purchase agreement (Spa), cioè il contratto definitivo di cessione, infine lo shareholders’ agreement (Sha), con i patti parasociali che regolano i rapporti tra gli azionisti. Questi ultimi (che dovrebbero assegnare ai tedeschi la maggioranza dei posti nel cda e l’ad) avranno dunque un ruolo decisivo. Infatti, sebbene Lufthansa prenderà solo la minoranza di Ita Airways, i tedeschi non intendono avere vincoli o condizionamenti politici. Il prossimo presidente di Ita, privo probabilmente di poteri reali e deleghe esecutive, dovrebbe fare capo invece al ministero italiano dell’Economia. Il nuovo cda dovrebbe insediarsi a giugno. Infine, sempre grazie ai patti parasociali, lo stato italiano preserverà i suoi interessi, delineati nel decreto (nel Dpcm del 2 gennaio 2023) che regola la privatizzazione. In particolare vuole tutelare gli aeroporti chiave del Paese (Fiumicino, Linate, Malpensa e Catania), incentivare l’occupazione, portare Ita in mercati nuovi strategici, dall’Africa all’Oriente e fare dell’Italia una destinazione diretta dei voli a lungo raggio. Proprio per tutelare i flussi turistici.
Ricordiamo che Lufthansa era entrata nella data room a novembre, dopo la decisione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti lo scorso 31 ottobre, di non prorogare la trattativa in esclusiva con Certares, il fondo Usa scelto dal precedente governo. Le expert session con i manager tedeschi, guidati da Joerg Eberhart , head of strategy di Lufthansa, si sono svolte fino a Natale nella sede di Fiumicino di Ita.
Nei giorni scorsi si è parlato di garanzie che Lufthansa avrebbe richiesto come quella di poter ottenere l’opzione di poter tirarsi indietro da un’acquisizione completa nel caso in cui l’impresa non dovesse funzionare (si veda altro articolo di BeBeez). Ma l’offerta non contiene la richiesta di queste garanzie. Semmai, quando verrà redatto il contratto coi patti parasociali, le parti potranno discutere di inserirle.
Lo stesso discorso vale per le cause di lavoro intentate contro ITA dagli ex dipendenti della vecchia Alitalia ora in cassa integrazione. Se il tribunale dovesse dare ragione agli oltre 1.140 dipendenti, riconoscendo la continuità aziendale (è da ricordare che per autorizzare la nascita di Ita l’Unione europea ha posto la condizione della discontinuità aziendale) rispetto all’ex compagnia di bandiera in liquidazione e reintegrando, quindi, in Ita questi lavoratori, Lufthansa potrebbe chiedere garanzie per non farsene carico.