Ledi srl, società dei fratelli Sebastiano e Vito Ladisa, imprenditori baresi del settore della ristorazione, si è aggiudicata il bando per il’affitto del ramo d’azienda di Edisud, la casa editrice della Gazzetta del Mezzogiorno. Lo ha reso noto lo stesso quotidiano (si veda qui l’articolo). Ledi srl è stata assistita nell’intera operazione dallo Studio Polis e dall’advisor finanziario Ignazio Pellecchia.
Quella di Ledi era l’unica offerta pervenuta al tribunale di Bari per Edisud, dichiarata fallita nel giugno scorso insieme a Mediterraneo, proprietaria della testata barese (si veda altro articolo di BeBeez). Il tribunale aveva così accolto la richiesta di fallimento di Edisud e di concessione dell’esercizio provvisorio avanzata dalla Procura della Repubblica di Bari nel maggio scorso (si veda altro articolo di BeBeez), a seguito della rinuncia al concordato in bianco presentato a luglio 2019 dalla società su avallo del socio di minoranza, l’editore Valter Mainetti, che aveva fatto successivamente un passo indietro.
“Anche all’esito della stipulazione notarile del relativo contratto, ciò potrà contribuire ad un’opera di risanamento gestionale dell’intera attività editoriale nel rispetto sia delle prerogative dell’impresa, sia delle corrette relazioni sindacali che già hanno portato al perfezionamento – come consentito dal bando – di pur limitati accordi con le RR.SS. di giornalisti e poligrafici, sia delle procedure a tutela dei beni dichiarati di interesse storico dalla Sovrintendenza Beni Culturali di Puglia, sia soprattutto dell’interesse diffuso dell’opinione pubblica a non perdere la più importante testata giornalistica del territorio pugliese e lucano”, ha dichiarato Ledi in una nota.
L’operazione scongiura il licenziamento dei 147 dipendenti della Gazzetta del Mezzogiorno, che sarebbe conseguito alla cessazione dell’esercizio provvisorio fallimentare (concesso a metà giugno 2020) e il cui termine era previsto per il 20 novembre 2020. Il 17 novembre scorso i sindacati dei giornalisti e dei lavoratori poligrafici avevano firmato un accordo con Ledi, che prevedeva il mantenimento occupazionale: una delle condizioni previste dal bando dei curatori fallimentari per la presentazione dell’offerta. Ledi ora ha 3 giorni per riprendere le pubblicazioni e 15 giorni per firmare il contratto. Tuttavia l’azienda nelle prossime ore farà pervenire al Tribunale una istanza con la quale chiedere di non sospendere neanche per un giorno le pubblicazioni del giornale per consentire alla testata di continuare a informare i lettori, soprattutto in questo periodo di pandemia.
La Edisud era finita sotto gestione commissariale il 24 settembre del 2018 dopo un provvedimento del tribunale di Catania, che aveva disposto il sequestro di beni per 150 milioni di euro dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Nel marzo 2019 la Corte di Appello ha restituito i beni all’editore, ritenendo la non sussistenza alcun legame con la mafia. A fine aprile 2019, dopo il rigetto di una istanza della Procura di Catania per il congelamento del dissequestro in attesa del ricorso in Cassazione, La Gazzetta del Mezzogiorno, insieme ad altri beni, è tornata definitivamente nella disponibilità dell’editore.
Edisud il 19 febbraio scorso aveva rinunciato al concordato in bianco e ritirato il relativo piano concordatario, mentre sul tavolo c’erano ben due nuove ipotesi di salvataggio da parte di due editori: Valter Mainetti eGianpaolo Angelucci (si veda altro articolo di BeBeez). Parallelamente Angelucci (editore de Il Tempo, Libero, e dei 5 Corrieri di Umbria), aveva presentato nel gennaio 2019 una offerta di acquisto di ramo di azienda: si proponeva per rilevare la testata in cambio di 12 milioni di euro e dell’assorbimento di quasi tutta la forza lavoro del giornale. La sua offerta, alla quale il Tribunale di Catania non diede seguito, è stata ripresentata il 17 febbraio 2020, ma con condizioni peggiorative: con 5 milioni di euro proponeva di acquistare la testata, il sito internet e l’archivio storico per editare il quotidiano con 30 giornalisti (a fronte degli attuali 74 in due regioni) e 4 poligrafici. Il quotidiano meridionale aveva chiesto a metà luglio 2019 l’ammissione al concordato preventivo al Tribunale di Bari, dopo aver ottenuto l’ok del Tribunale di Catania, a capo della gestione commissariale (si veda altro articolo di BeBeez).
La Gazzetta del Mezzogiorno è stata fondata nel novembre 1887 come Corriere delle Puglie da Martino Cassano. Nel 1922 a esso si è affiancata a essa La Gazzetta di Puglia. Nel 1923 Il Corriere delle Puglie ha cessato le pubblicazioni e nel 1928 è apparsa la nuova testata definitiva della Gazzetta del Mezzogiorno. Con sede a Bari, è uno dei più importanti quotidiani dell’Italia meridionale, dove è maggiormente diffuso. Per contenere i costi, un paio di anni fa il giornale aveva chiuso le sedi di Brindisi, Matera e Barletta. Il quotidiano ha chiuso il 2018 con una perdita operativa superiore ai 7 milioni di euro, oltre a ricavi da copie vendute scesi del 40% e della pubblicità per il 60% negli ultimi 6 anni.