Il Tribunale di Milano ha omologato il piano di concordato preventivo presentato da Moby-Cin, rigettando la proposta di opposizione presentata da Grimaldi Euromed spa che aveva chiesto danni per 147 milioni sostenendo anche presunte violazioni delle norme antitrust da parte della società che fa capo alla famiglia Onorato, condannandola al pagamento delle spese (si veda qui l’esito reso noto dalla stessa Moby).
Ricordiamo che sull’omologa del concordato preventivo di Moby e CIN era stato tutto rimandato al 13 ottobre, data di pronuncia definitiva del Tribunale di Milano sulla proposta (si veda altro articolo di BeBeez), sebbene le diverse adunanze dei creditori avessero già dato i loro benestare tra giugno e luglio. Ma l’autorità giudiziaria aveva deciso di rinviare la decisione, già attesa per l’udienza del 29 settembre (si veda altro articolo di BeBeez), proprio perché il grande gruppo dello shipping e della logistica Grimaldi Euromed spa aveva presentato ricorso.
Il provvedimento di omologa è stato depositato lo scorso 24 novembre dai giudici della sezione fallimentare che hanno ritenuto sussistenti “tutte le condizioni di legge per l’omologazione del concordato” e l'”infondatezza dell’opposizione promossa” da Grimaldi.
Il tanto atteso via libera al salvataggio di Moby è dunque arrivato: l’omologa del concordato preventivo segna di fatto l’inizio del processo di ristrutturazione finanziaria sia della stessa Moby sia della controllata CIN (Compagnia Italiana di Navigazione) sancendo al contempo anche l’ingresso, da formalizzare a breve, di MSC (che già controlla Grandi Navi Veloci) nell’azienda controllata da Vincenzo Onorato e guidata dai figli Achille e Alessandro.
Ricordiamo che dalla decisione del Giudice di Milano dipendeva, inoltre, il destino dei creditori, visto che l’omologa dei due piani concordatari di Moby e CIN è la condizione necessaria affinchè diventi efficace anche l’Accordo paraconcordatario firmato lo scorso 14 luglio (testo disponibile agli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), che, una volta eseguiti i piani concordatari, prevede il rimborso dei finanziatori senior e degli obbligazionisti in possesso del bond da 300 milioni di euro e cedola 7,75% a scadenza 2023 quotato alla Borsa del Lussemburgo, i principali dei quali sono riuniti nell’Ad Hoc Group (tra questi Soundpoint Capital, Cheyenne Capital, BlueBay, Aptior Capital e York Capital) e sono affiancati dall’advisor Houlian Lokey.
L’adunanza dei creditori di Moby aveva dato il via libera al piano concordatario della compagnia del gruppo armatoriale controllato dalla famiglia Onorato lo scorso 20 giugno (si veda qui altro articolo di BeBeez). Mentre l’adunanza dei creditori di CIN ha dato il suo ok in due tappe (si vedano qui i comunicati stampa di giugno e di luglio). In particolare il via libera di Tirrenia in amministrazione straordinaria, principale creditore di CIN, è arrivato lo scorso 15 luglio. Proprio grazie al voto favorevole da parte di Tirrenia in AS è stata ottenuta la maggioranza dei creditori aventi diritto al voto (96%) ed è stata raggiunta la maggioranza di voti favorevoli al piano.
L’intera situazione era stata sbloccata lo scorso marzo quando il gruppo MSC, che fa capo all’armatore Gianluigi Aponte, ha annunciato che andrà in soccorso del gruppo Moby sottoscrivendo un aumento di capitale da 81 milioni di euro per il 25% in modo da mettere il gruppo facente capo alla famiglia Onorato in condizione di pagare quanto dovuto da Moby e dalla controllata CIN a Tirrenia in AS. MSC si è inoltre riservata il diritto di incrementare l’aumento di capitale per un massimo di ulteriori 69 milioni di euro e arrivare così al 49% del capitale, senza diritti di governance. (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che nei suoi punti essenziali i piani concordatari prevedono:
i) la costituzione di un fondo chiuso (ShipCo), che sarà gestito da Finint Investments sgr;
ii) la cessione da Moby e CIN a ShipCo della maggior parte della loro flotta (9 navi per 333,5 milioni di euro), in cambio della fornitura di nuova finanza e l’assunzione di debiti;
iii) la fusione tra Moby e CIN (OpCo);
iv) il noleggio da ShipCo a OpCo della flotta acquistata e la vendita di alcune navi tra il 2022 e il 2025;
v) il riacquisto (a determinate condizioni) della rimanente flotta da parte di OpCo entro il 2025.
I debiti finanziari del gruppo ammontano complessivamente a circa 664 milioni di euro, di cui 320 milioni dovuti gli obbligazionisti (inclusi gli interessi), 180 milioni allo Stato e altri 163 milioni alle banche. Questi debiti saranno cancellati, rispettivamente, per circa 59, 117 e 98 milioni. Soltanto il debito verso Tirrenia in A.S. sarà come detto rimborsato al 40% per 82 milioni, mentre il debito rimanente delle banche (circa 104 milioni) e dei bondholder (circa 204 milioni) sarà rifinanziato come junior debt.
Come si legge su Shipping Italy, è prevista poi l’erogazione di nuova finanza senior per 63,2 milioni di euro da parte dei bondholder dell’Ad hoc group, alcune banche e Banca Finint, ed è prevista inoltre la possibilità per i sottoscrittori della nuova finanza di elevare al rango senior sino a 60 milioni di euro dei loro crediti pregressi, il tutto con cedola cash del 7% l’anno e cedola PIK del 5% da pagare a scadenza nell 2025. I finanziatori della nuova finanza riceveranno inoltre degli strumenti finanziari partecipativi (SFP) per un valore minimo di 25 milioni di euro e che, nel caso di qualsiasi sovraperformance, potrebbero consentire il pieno recupero dei crediti vantati in sede di concordato.
In ogni caso, al termine dell’operazione, il debito finanziario complessivo del gruppo Moby sarà composto da 123,2 milioni di senior debt e da 307,6 milioni di junior debt. Considerando poi l’aumento di capitale da parte di MSC, a fine operazione il debito finanziario netto del gruppo sarà di circa 316 milioni.