Il gruppo MSC, che fa capo all’armatore Gianluigi Aponte, va in soccorso del gruppo Moby, controllato da Vincenzo Onorato, e sottoscrive un aumento di capitale per una minoranza del gruppo per metterlo in condizione di pagare quanto dovuto da Moby e della controllata CIN a Tirrenia in amministrazione straordinaria. Lo ha comunicato giovedì 25 marzo lo stesso gruppo Moby (si veda qui il comunicato stampa), senza dire a quanto ammonterà la ricapitalizzazione, ma secondo quanto riferisce MF Milano Finanza si tratta di circa 80 milioni di euro per un quota 25% del gruppo.
L’annuncio arriva a pochi giorni di distanza dal 31 marzo, data in cui il Tribunale Fallimentare di Milano ha fissato il termine per il deposito dell’accordo con Tirrenia, che rappresenta il principale creditore di CIN, di cui ancora manca il consenso al piano di ristrutturazione (si veda qui il comunicato stampa). Il Tribunale aveva fissato quella data lo scorso 15 febbraio, contestualmente alla decisione di far slittare ulteriormente l’adunanza dei creditori di Moby e CIN, rispettivamente, al 20 e 27 giugno prossimi (si veda qui il comunicato stampa). Le decisioni del tribunale erano arrivate come conseguenza del deposito lo scorso gennaio dell’ennesima nuova versione dei piani concordatari delle due società (si veda altro articolo di BeBeez), così come era stato anticipato lo scorso novembre 2021 dai commissari giudiziali di Moby e di Cin (Maurizio Orlando e Tiziana Gibillini per la prima, Marco Russo e Giorgio Zanetti per la seconda). Proprio la comunicazione inoltrata dai commissari al Tribunale di voler apportare significative modifiche ai rispettivi piani concordatari, migliorative per i creditori aveva infatti indotto la corte milanese a rimandare ad aprile le adunanze dei creditori fissate inizialmente per lo scorso dicembre (si veda altro articolo di BeBeez). Da aprile poi appunto le date sono ulteriormente slittate a giugno.
Ricordiamo che i piani concordatari depositati, che prevedono percentuali di recupero per i creditori significativamente superiori rispetto ai precedenti piani depositati nel marzo 2021, hanno già ottenuto il benestare dei principali creditori finanziari del gruppo e in particolare di tutte le banche e dei bondholders riuniti nell’Ad Hoc Group (si veda qui il comunicato stampa). Ricordiamo che a fine settembre Moby aveva siglato un accordo con un terzo degli obbligazionisti in possesso del bond da 300 milioni di euro e cedola 7,75% a scadenza 2023 quotato alla Borsa del Lussemburgo (si veda altro articolo di BeBeez), tra i quali i fondi Soundpoint Capital, Cheyenne Capital, BlueBay, Aptior Capital e York Capital. Obiettivo dell’accordo era ovviamente trovare un’intesa sulla ristrutturazione del debito, prima dell’adunanza dei creditori per il voto sul piano concordatario. Ricordiamo che il Tribunale di Milano aveva ammesso Moby al concordato preventivo a inizio luglio (si veda altro articolo di BeBeez e qui il Decreto di ammissione).
Come detto, però, resta ancora da ottenere il via libera di Tirrenia in amministrazione straordinaria, la bad company nata dalla cessione dell’ex compagnia di navigazione pubblica a Moby avvenuta nel 2012. Con Tirrenia in amministrazione straordinaria Moby deve infatti ancora sistemare la questione del debito residuo a saldo dell’acquisizione del 60% di Tirrenia-CIN che nel 2012 ancora non era di Moby e che Moby deve ancora a Tirrenia. Quest’ultima era stata valutata 376,9 milioni di euro di cui 135 milioni erano stati pagati al closing dell’operazione nel luglio 2012 e altri restanti 62 milioni pagati nel febbraio 2016 in occasione del rifinanziamento del debito (si veda altro articolo di BeBeez). I restanti 180 milioni dovevano essere pagati in tre rate: la prima rata da 55 milioni andava pagata nell’aprile 2016, la seconda da 60 milioni entro l’aprile 2019 e la terza da 65 milioni nell’aprile 2021. Ma tutte le tre rate non sono ancora state pagate.
Come già trapelato lo scorso novembre (si veda altro articolo di BeBeez), la nuova versione del piano concordatario di CIN prevede una percentuale si soddisfacimento dei creditori dell’80%, con quindi Tirrenia in AS che riceverebbe 144 milioni (in quattro rate, di cui 23 all’omologa del concordato nel 2022, 10 milioni nel 2023, 10 milioni nel 2024 e 101 milioni nel 2025) del totale di 180 milioni dovuti. Nella realtà, dato che un arbitrato ha riconosciuto in 159 milioni di euro il credito vantato da Tirrenia in AS verso CIN, la percentuale di rimborso arriverebbe a oltre il 90%. In ogni caso, alla base dell’incrementata capacità di rimborso ci sarebbe la vendita di 4 navi durante la procedura, ma soprattutto il trasferimento di tutte le restanti della flotta Moby e CIN a una società veicolo di nuova costituzione, cosiddetta ShipCo, le cui partecipazioni saranno detenute dai soli creditori ipotecari ossia istituti di credito e bondholder. La nuova ShipCo sarà strutturata come fondo chiuso di investimento e sarà gestita da una società di gestione del risparmio.
L’offerta però non aveva ancora convinto i commissari. Ma ora, con l’entrata in partita di MSC, le cose dovrebbero cambiare. “L’ingresso di un leader del mercato globale come Msc nel capitale di Moby è un’ottima notizia per il nostro paese, per lo shipping italiano e per i lavoratori della compagnia”, ha commentato il vicepresidente di Confcommercio Fabrizio Palenzona (si veda qui il comunicato stampa).