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Continua a riservare colpi di scena il percorso del gruppo Moby verso il risanamento. Secondo quanto rivelato da Bloomberg il gruppo controllato dalla famiglia Onorato, assistito dallo studio legale Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan, ha denunciato alla US District Court del Southern District di New York (case 21-cv-8031) Morgan Stanley e due dei suoi più importanti trader in credito distressed, Massimo Piazzi e Hillel Drazin, oltre che Antonello Di Meo, ex trader di Sound Point Capital Management. Moby dice infatti di essere in possesso di registrazioni audio, procurate da una società di investigazioni, dalle quali emerge un loro disegno mirato ad assumere il controllo del gruppo armatoriale, acquisendo bond sulla base di informazioni riservate, a discapito di altri creditori.
La mossa di Moby arriva a pochi giorni di distanza da un accordo siglato con un terzo degli obbligazionisti in possesso del bond da 300 milioni di euro e cedola 7,75% a scadenza 2023 quotato alla Borsa del Lussemburgo (si veda qui il comunicato stampa). Il bond oggi quota attorno a 43,6, in netto rialzo dai minimi dello scorso novembre attorno a 14,5. Obiettivo dell’accordo è ovviamente trovare un’intesa sulla ristrutturazione del debito, prima del voto sul piano concordatario da parte di tutti i creditori.
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Ricordiamo che il Tribunale di Milano aveva ammesso Moby al concordato preventivo a inizio luglio (si veda altro articolo di BeBeez e qui il Decreto di ammissione) e che il prossimo 13 dicembre è stata fissata l’adunanza dei creditori per il voto sul piano concordatario, che riguarda un indebitamento di oltre 780 milioni di euro. Il gruppo aveva depositato il piano concordatario al Tribunale di Milano lo scorso 30 marzo sulla base del quale aveva chiesto l’ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità e non un accordo di ristrutturazione dei debiti come inizialmente previsto (si veda altro articolo di BeBeez), perché mentre le banche avevano accettato l’accordo, non era stato così per molti dei fondi obbligazionisti, tra i quali appariva proprio Soundpoint Capital, oltre a Cheyenne Capital, BlueBay, Aptior Capital e York Capital. Così il gruppo aveva dovuto trovare un’alternativa. Quella domanda di concordato è stata poi aggiornata lo scorso giugno.
La nota di qualche giorno fa sull’accordo con gli obbligazionisti, però, fa capire che prima della data del 13 dicembre ci saranno novità. Per effetto della lettera d’intenti firmata da Moby e dal gruppo di obbligazionisti in questione, si legge nella nota, le controparti “si impegneranno a portare avanti una negoziazione finalizzata anche a fornire, tra l’altro, le risorse finanziarie ulteriori necessarie per sostenere un nuovo piano di ristrutturazione finanziaria da presentare ai creditori del Gruppo Moby”. La nota conclude dicendo che “la società farà ulteriori annuncio a tempo debito”.
Secondo il documento depositato alla Corte di New York, Morgan Stanley, al momento delle registrazioni, deteneva in proprio bond per un valore nominale pari al 10% del totale, che diventavano però un pacchetto pari al 26% del totale, tenuto conto della posizione sui libri di Sound Point Capital Management, con cui la banca aveva siglato un accordo segreto. L’obiettivo dell’accordo era quello di ostacolare il via libera all’accordo di ristrutturazione del debito, accordo che infatti poi non si è raggiunto.
Nella sua denuncia Moby ha inoltre chiesto ai giudici newyorkesi di poter accedere alla procedura Chapter 15, che fornirebbe protezione dai creditori e contestualmente vieterebbe ai trader di comprare o vendere qualunque tipo di debito o asset di Moby e di interferire nel processo di ristrutturazione.
Ricordiamo che parallelamente anche CIN (Compagnia Italiana di Navigazione) nel giugno scorso aveva depositato al Tribunale fallimentare di Milano la proposta definitiva di concordato preventivo (si veda altro articolo di BeBeez). Si trattava di un aggiornamento di un’analoga domanda presentata lo scorso maggio per evitare il fallimento, dopo che erano finite in un nulla di fatto le trattative con Tirrenia in amministrazione straordinaria per un accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis della Legge Fallimentare (si veda altro articolo di BeBeez).
CIN è infatti la good company nata dalla privatizzazione dell’ex compagnia di traghetti statale Tirrenia, dal 2015 sotto il controllo dell’armatore Vincenzo Onorato. Lo scorso aprile la Procura di Milano, tramite il pm Roberto Fontana, aveva avanzato la richiesta di fallimento in quanto CIN non aveva raggiunto l’accordo di ristrutturazione del debito (art. 182 bis della legge fallimentare) con il 60% dei creditori, per cui non aveva presentato il promesso piano di concordato alla scadenza prefissata (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso maggio CIN aveva precisato che il gruppo Moby-CIN ha debiti finanziari per 640 milioni di euro e che grazie all’intervento di Europa Investimenti (gruppo Arrow Global) saranno pagati “77 milioni di euro in favore di banche e bondholder, ovvero l’intero debito di CIN nei confronti degli stessi, che saranno quindi obbligati al rilascio del consenso alla cancellazione delle ipoteche attualmente esistenti in loro favore sulle navi, con la conseguente permanenza sulle stesse della sola iscrizione di ipoteca di primo grado in favore di Tirrenia in Amministrazione Straordinaria”.