Zilli, maison lionese superlusso di abbigliamento maschile, con forte presenza in Italia ed entrata in amministrazione controllata a fine settembre (si veda qui MF Fashion), ha trovato in Negma Group, gruppo di investimento britannico specializzato in strumenti ibridi di debito ed equity, e in FAI Futuro all’Impresa, società milanese di advisory e di investimenti specializzata nelle operazioni di m&a e di restructuring, i suoi cavalieri bianchi.
Negma Group e FAI si sono infatti aggiudicate Zilli, nella procedura competitiva indetta dal Tribunale Commerciale di Lione. L’acquisizione include il mantenimento degli attuali 70 dipendenti nelle officine di Dardilly (Lione) e nella sede di Parigi Francia, oltre ai circa 80 dipendenti nelle due realtà produttive italiane, D’Avenia srl e Zilli Shirts srl, la ex Eugenio B, storica camicieria di Bergamo fondata dai fratelli Burini, acquisita da Zilli nel 2007.
La società, fondata nel 1965 dalla famiglia Schimel, aveva già conosciuto delle difficoltà nel 2016, colpita dal calo dei consumi in Russia, uno dei suoi mercati di punta. Alla fine del 2017, Arnaud Marion, specialista in turnaround aziendali, aveva quindi acquisito una partecipazione del 38% nel capitale della società (si veda qui Le Figaro). Sia Arnaud Marion sia Alain Schimel, suo figlio Laurent e tutta la sua famiglia, che hanno condotto l’azienda fin dalla fondazione, usciranno ora dal capitale di Zilli, che sarà tutto della cordata Negma-FAI.
Specialista in giubbotti di pelle e pelliccia, nel corso degli anni, Zilli ha sviluppato un guardaroba maschile di lusso total look, dalle camicie alla pelletteria, cinture, maglieria, jeans, scarpe, abiti, occhiali. La società dispone attualmente di una rete di 60 punti vendita tra Francia ed estero, inclusi sei negozi di proprietà situati a Parigi, Cannes, Courchevel, Monaco, New York e Londra. L’azienda aveva generato 31,5 milioni di euro di fatturato nel 2020, in calo di oltre il 30% dal 2019, affossato dalle misure di lockdown per il contenimento della pandemia, che hanno evidentemente pesato sulle vendite dei tanti negozi. Basti pensare che il negozio di Parigi, che da solo fatturava circa 12 milioni all’anno pre-pandemia, ora è sceso a soli 3 milioni. Ai tempi d’oro degli anni 2014-2015, poi, Zilli fatturava circa 100 milioni.
Il progetto di rilancio di Negma e FAI consiste nel consolidare Zilli come protagonista nell’abbigliamento
maschile di lusso sui suoi mercati storici di riferimento e nello sviluppo del business in Medio Oriente, Europa e Asia, con massicci investimenti nel marketing e nella comunicazione, così come nella modernizzazione dell’immagine per ampliare il target di clientela. Il piano di rilancio sarà implementato da un nuovo management guidato da un nuovo amministratore delegato che FAI ha già identificato: sI tratta di un manager con un solido background nel settore e che arriverà a breve in società.
L’operazione per FAI è stata seguita dal managing partner e cofondatore Guglielmo Ruggeri, a sua volta con grande esperienza del settore moda e lusso, essendo ex comproprietario di Riri Group, gruppo produttore dei bottoni e delle cerniere utilizzate dai più prestigiosi nomi della moda internazionale, nato dall’aggregazione di Cobrax spa, Meras spa e Riri sa, oggi controllato da Chequers Capital (si veda altro articolo di BeBeez). Ruggeri ha dichiarato: “Siamo molto orgogliosi che ci sia stata affidata la responsabilità di rilevare l’azienda Zilli. Portiamo una squadra di talento che lavorerà mano nella mano con il team già presente in azienda, per creare la piattaforma per una crescita sostenibile e generare valore nel lungo termine”.
Anthony de Rauville, cio del Gruppo Negma, ha aggiunto: “Zilli è un’azienda fantastica con una grande
squadra e con una proposta di marchio di grande valore. Zilli è un’acquisizione strategica a lungo termine
per Negma e non vediamo l’ora di fornire il capitale e le risorse umane per portare Zilli al livello superiore.”
Per l’accoppiata Negma Group-FAI si tratta della seconda operazione chiusa in pochi giorni, dopo l’ok del Tribunale di Ivrea all’ammissione alla procedura di concordato preventivo per Fidia, società torinese leader nella tecnologia del controllo numerico e dei sistemi integrati per il calcolo, la scansione e la fresatura di forme complesse, quotata a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez).