Il fondo di private equity britannico Attestor Capital ha presentato un’offerta non vincolante per Condotte, il gruppo romano di costruzioni esposto con una trentina di banche per 461 milioni di euro (su un debito complessivo di 767 milioni) che ha chiesto il concordato in bianco lo scorso gennaio per presentare poi un piano concordatario che preveda l’immissione di capitali freschi e l’allungamento della scadenza media del debito (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Il Tribunale di Roma ha concesso a Condotte i 60 giorni di proroga al termine del 18 maggio fissato dai giudici a gennaio per la presentazione del piano di concordato preventivo (si veda qui il decreto del Tribunale di Roma), per cui la data ultima era stata spostata al 18 luglio.
Tuttavia, nei giorni scorsi le trattative con Attestor, che in Italia ha un accordo di coinvestimento con Oxy Capital, sembravano essersi arenate perché le banche (le più esposte sono Unicredit, Intesa, Banco Bpm , Mps e Banca Ifis) avevano considerato irricevibili le proposte dei due fondi, per questo il Consiglio di gestione del gruppo nella tarda serata di lunedì 2 luglio aveva dato mandato ai legali per preparare i documenti per chiedere l’accesso alla Legge Marzano.
Ma con una mossa dell’ultima ora Attestor avrebbe appunto sottoposto una nuova offerta. Lo ha scritto ieri Radiocor, precisando che l’offerta di Attestor deve diventare vincolante entro il prossimo venerdì 6 luglio, altrimenti lunedì 9 il Consiglio di gestione approverà come stabilito i documenti necessari per chiedere il commissariamento.
Quella con Attestor-Oxy, è stata l’unica vera trattativa che era stata intavolata dagli azionisti di Condotte con gli investitori specializzati in ristrutturazioni aziendali, che pure erano in parecchi al lavoro da tempo sul dossier (si veda altro articolo di BeBeez). Altri nomi di potenziali interessati erano infatti quelli di Pillarstone Italy, la piattaforma paneuropea d’investimento in crediti deteriorati finanziata da Kkr, Apollo Global Management, tramite la sua nuova piattaforma Apollo Delos (si veda altro articolo di BeBeez), e Arrow Global tramite la sua nuova controllata Europa Investimenti (si veda altro articolo di BeBeez).
Condotte aveva chiuso il bilancio 2016 con ricavi consolidati per 1,17 miliardi (o 1,3 miliardi di valore della produzione), un ebitda di 98,3 milioni e un utile netto di 12,4 milioni, ma nonostante questi numeri, la società controllata dalla holding Ferfina della famiglia Bruno Tolomei Frigerio è arrivata alla crisi, perché a fronte di un corposo portafoglio ordini esiste un’oggettiva difficoltà di incasso dei crediti vantati nei confronti del pubblico e nel contempo c’è appunto un debito pesante da onorare (460,8 milioni di posizione finanziaria netta a fine 2016, si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Il portafoglio ordini a fine 2017 era infatti salito a 6 miliardi di euro. Oltre al riavvio dei lavori per la stazione Foster e il tunnel della Tav a Firenze, Condotte è impegnata nella costruzione della Città della Salute e della Ricerca sulle aree ex Falck a Sesto San Giovanni, nel nuovo polo bibliotecario e nel nuovo carcere di Bolzano, nel quarto lotto dell’Alta Velocità Milano-Genova e nel primo lotto della Brescia-Verona. Ma anche nel tunnel base del Brennero in Austria, nel ponte Storstrom in Danimarca, nel progetto ferroviario Follo Line in Norvegia, nell’ospedale di Chillan in Cile, nell’adeguamento dell’aeroporto internazionale di Aimé Cesaire in Martinica e nel nuovo ospedale di Skopje.
Condotte presenta ben 400 milioni di crediti maturati nei confronti della pubblica amministrazione. Uno dei clienti più esposti è Eur spa, la controllata dal ministero delle Finanze (90%) e partecipata al 10% dal Comune di Roma: in ballo ci sono almeno 212 milioni legati alla realizzazione della Nuvola di Fuksas, il nuovo centro congressi della Capitale in zona Eur.