Officine Maccaferri e la sua holding Seci hanno accettato la proposta di salvataggio avanzata da Ad Hoc Group (AHG), il gruppo di obbligazionisti che detiene il 54% del bond da 190 milioni di euro a cedola 5,75% e scadenza 2021, composto da Carlyle e dai suoi coinvestitori
. Lo ha annunciato Officine Maccaferri lo scorso venerdì 20 marzo (si veda qui il comunicato stampa). L’accettazione dell’offerta da parte di Seci è subordinata all’ottenimento delle autorizzazioni del tribunale nell’ambito della ristrutturazione del suo debito.
Lo scorso 13 febbraio la Procura della Repubblica aveva infatti presentato al Tribunale di Bologna istanza di fallimento ex articolo 162 della legge Fallimentare per Seci (si veda qui altro articolo di BeBeez). Il Tribunale aveva accolto l’istanza e fissato per il prossimo 3 aprile l’udienza per sentire la società e i creditori ricorrenti in merito all’accertamento dei presupposti per la dichiarazione di fallimento. La Procura ritiene infatti che l’azienda versi in un “vero e proprio stato d’insolvenza irreversibile“. Il processo di fallimento si interromperà però se nel frattempo la società presenterà il piano di rilancio.
Una decisione di Seci sulla proposta di salvataggio avanzata dagli obbligazionisti di Officine Maccaferri era attesa dal 16 marzo scorso (si veda altro articolo di BeBeez), quando questi ultimi avevano dato il via libera alla modifica del regolamento del bond da 190 milioni di euro per permettere, tra l’altro, di ricevere finanziamenti per un importo fino a 70 milioni di euro con l’obiettivo di sostenere il rilancio e migliorare la situazione di liquidità della società (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta definitiva di AHG è molto simile alla bozza del piano anticipata da BeBeez a inizio marzo (si veda altro articolo di BeBeez).
L’offerta di salvataggio di AHG firmata da Officine Maccaferri prevede:
- un finanziamento ponte fino a 60 milioni di euro, a fronte dell’emissione da parte della società di un prestito obbligazionario quotato presso l’MTF della Borsa di Vienna o altre borse approvate, della durata di almeno 18 mesi, con interessi e commissioni nei limiti della legge italiane e una protezione dal rimborso anticipato il primo anno;
- il finanziamento sarà sostituito da un finanziamento a lungo termine super-senior dopo la ristrutturazione, sempre di almeno 60 milioni e nella stessa forma del primo, con una durata di almeno 4 anni, con interessi e commissioni nei limiti della legge italiane e una protezione dal rimborso anticipato il primo anno;
- entrambi i finanziamenti godranno di garanzie reali;
- la cassa derivante dal finanziamento ponte sarà impiegata per finalità aziendali di Officine Maccaferri e delle controllate, in particolare per ottimizzare il capitale circolanti e creare livelli di scorte di prodotto volte a ottimizzare il servizio, regolarizzare i pagamenti scaduti dei fornitori, migliorare la liquidità delle controllate estere e finanziare il nuovo piano aziendale della società;
- gli attuali bondholder si ritroveranno con il 96% del capitale della società e Seci si diluirà al 4%; dopo il rifinanziamento del finanziamento ponte con il finanziamento a lungo termine, una parte di quest’ultimo (inizialmente ipotizzata in 30 milioni di euro, ma che potrà essere, in ogni caso, maggiore o minore di tale importo) può, a discrezione dei finanziatori (AHG), essere convertita in circa l’83% delle azioni ordinarie della società in circolazione e diluire al 13% le azioni attribuite agli obbligazionisti attuali.
Ci sono poi due piani di ristrutturazione alternativi per Officine Maccaferri. La prima opzione prevede la possibilità di soddisfare tutti i creditori (diversi dagli obbligazionisti). Questi ultimi potranno ricevere: nuove obbligazioni emesse dalla società con un valore inferiore del 70% rispetto al valore nominale delle obbligazioni ad oggi detenute (con interessi del 5,75% annuo, pagamento in contanti e scadenza rinviata alla scadenza del finanziamento a lungo termine) nonché circa il 96% del patrimonio netto in circolazione nella società come sopra indicato (soggetto a diluizione a seguito della conversione di parte del finanziamento a lungo termine come sopra indicato); o in alternativa, il pagamento immediato a fronte di un sostanziale stralcio (approssimativamente del 90%); e tutti i saldi intercompany tra Seci e le sue controllate saranno svalutati o subordinati. La seconda opzione consentirà di soddisfare tutti i creditori finanziari della società per un importo pari a non oltre il 30% dell’importo principale in essere, mentre i creditori strategici saranno rimborsati integralmente.
Officine Maccaferri ha già la maggioranza richiesta per implementare l’offerta di AHG ma potrà decidere di adottare la seconda opzione. In entrambi i casi, i creditori delle società controllate di Officine Maccaferri non saranno in alcun modo interessati. Un Chief Restructuring Officer (CRO) sarà nominato a breve all’interno del Consiglio di amministrazione di Officine Maccaferri per implementare il piano di ristrutturazione.
Il piano strategico di Officine Maccaferri era finalizzato a garantire uno sviluppo organico della società attraverso il controllo dei costi, iniziative di generazione di cassa e la riduzione complessiva del rischio aziendale. Il piano prevedeva un tasso di crescita annuo dei ricavi netti pari al 4%, per arrivare a circa 590 milioni di euro di ricavi netti entro il 2023, con un margine operativo lordo percentuale atteso del 12%. Officine Maccaferri sta attualmente lavorando a un nuovo piano aziendale che sostituirà il piano strategico esistente, che sarà definito dalla Direzione della società con il supporto del CRO e alla luce delle nuove condizioni di mercato e della nuova struttura finanziaria. Il nuovo piano aziendale prevede un generale miglioramento della marginalità operativa in tutti i settori di business.
Il 2019 si è chuso per Officine Maccaferri conn ricavi per 490 milioni di euro (in calo del 3,6% dal 2018) e un ebitda superiore a 35 milioni (-11 milioni rispetto al 2018). A causa dell’incertezza sulla situazione economica causata dal Coronavirus e della potenziale persistenza di tensioni di liquidità, i risultati attesi per il 2020 prevedono ricavi netti compresi tra 450 e 480 milioni e un margine operativo lordo compreso tra il 6 % e 7%. Queste stime includono un impatto limitato della diffusione del COVID-19.
Nell’ambito dell’offerta di salvataggio, rientrano proposte di finanziamenti di AHG anche verso la holding Seci e la sua controllata Samp spa. Tali proposte prevedono:
- un finanziamento ponte da 10 milioni per Seci e fino a 12,5 milioni per Samp (con ulteriori 12,5 milioni tramite il supporto di un ulteriore partner finanziario, che nella bozza di accordo del 2 marzo scorso era Muzinich), garantito da alcuni beni immobili e altre asset della beneficiaria e di alcune delle sue controllate. I finanziamenti saranno emessi sotto forma di obbligazioni quotate e soggetti all’autorizzazione da parte delle autorità competenti. I finanziamenti ponte super senior avranno durata di almeno 18 mesi decorrenti dalla data di emissione e alcune specifiche condizioni economiche, inclusi interessi e commissioni entro i limiti consentiti dalla legge italiana nonché una protezione del rimborso anticipato per il primo anno;
- all’approvazione del piano di ristrutturazione di ciascuna società, il relativo finanziamento ponte sarà sostituito da un ulteriore finanziamento di 4 anni fornito dai membri dell’AHG, già sottoscrittori del finanziamento ponte (o dei soggetti a cui questi abbiano ceduto il proprio credito). Il finanziamento ponte sarà sostituito da un finanziamento super senior, a più lungo termine, post-ristrutturazione emesso nella stessa forma del finanziamento ponte. Si prevede che il finanziamento a lungo termine abbia una durata di almeno 4 anni decorrenti dalla data di emissione e alcune condizioni economiche, inclusi interessi e commissioni entro i limiti consentiti dalla legge italiana, e una protezione del rimborso anticipato per il primo anno. Sono inoltre incluse ulteriori clausole tipicamente previste per finanziamenti di questa natura, quali disposizioni relative a – condizioni sospensive, obbligazioni di informativa, divieto di suddivisione del debito in categorie di creditori diversificate;
- trattamenti separati per i creditori bancari, obbligazionari e commerciali esistenti (incluso il riscadenzamento su base scontata in alcuni casi e in altri casi, riscadenzamento alle medesime condizioni), in ogni caso, tenendo presente la natura super senior del finanziamento ponte;
- a valle della conclusione dell’intero processo di ristrutturazione del debito, la compagine azionaria di Samp potrà essere soggetta a un sostanziale cambiamento di controllo fino a una diluizione del 90% degli azionisti esistenti, previa approvazione delle autorità competenti di Seci e Samp.
Carlyle l’ha quindi spuntata sugli altri pretendenti per il gruppo Maccafferri: il fondo di private equity Oxy, in tandem con Hps (si veda altro articolo di BeBeez); Fortress Investment Group (si veda altro articolo di BeBeez) e Quattro R (si veda altro articolo di BeBeez), che avevano presentato delle offerte nel 2019. L’offerta di Carlyle e colleghi non riguarda altre società del gruppo per le quali infatti sono sul tavolo offerte avanzate da altri soggetti. In particolare, nel febbraio scorso Bonfiglioli Riduttori ha presentato un’offerta per Sampingranaggi, una delle sei divisioni di Samp messe in concordato nell’autunno 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Per Sampsistemi Cutting Tools si starebbe invece lavorando a una possibile joint venture con una società americana, riporta Il Resto del Carlino.
Il gruppo Maccaferri aveva aperto a inizio giugno 2019 la procedura di concordato con riserva per Seci holding; per Seci Energia, sub-holding del comparto energetico; e per Enerray, società del settore energia. Successivamente, hanno chiesto il concordato anche la società di costruzioni Sapaba, il produttore di zucchero Sadam e la società di factoring Felsinea Factor, per un totale di 400 dipendenti coinvolti sui 4.500 totali del Gruppo Maccaferri (si veda altro articolo di BeBeez) e Samp, società di ingegneria meccanica (si veda altro articolo di BeBeez). Al Tribunale è stato presentato il piano per Felsinea Factor, che sarà liquidata, e per Enerray, della quale è già stato affittato il ramo d’azienda manutenzione a Lt Holding (sempre settore fotovoltaico), che è già vincolata all’acquisto. Sapaba, Exergy (venduta nell’ottobre 2019 ai cinesi di NanjingTica Thermal Solution, si veda altro articolo di BeBeez) e Sebigas proseguono il loro percorso di concordato.
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