Procede finalmente verso una conclusione la storia della crisi di Paluani, dopo che Sperlari ha depositato la sua ultima offerta agli azionisti di Paluani (si veda altro articolo di BeBeez),che l’hanno accettata e hanno quindi a loro volta depositato al Tribunale di Verona il piano concordatario.
La prossima udienza del tribunale di Verona è stata fissata per oggi 10 giugno, quando l’offerta della Sperlari verrà presentata insieme al piano di ristrutturazione del debito. Il Tribunale, una volta recepita l’offerta Sperlari, la porrà a base dell’asta per la gara che dovrà necessariamente essere aperta per legge, per aggiudicare in via definitiva l’azienda produttrice dei noti pandori e altri dolci da cerimonia, consentendo ad altri soggetti di partecipare alla procedura competitiva.
L’azienda dolciaria di Dossobuono (Verona) famosa per i suoi pandori, panettoni e colombe pasquali, era stata ammessa al concordato preventivo con riserva (ex art. ex art. 161, comma 6 della Legge Fallimentare) dal Tribunale di Verona a fine ottobre 2021 (si vedano qui il documento di ammissione al concordato e qui altro articolo di BeBeez).
Nel dettaglio, si legge ora nel testo della domanda di ammissione al concordato preventivo depositata in Tribunale (disponibile per agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), Sperlari ha formalizzato l’offerta per l’acquisto del complesso aziendale per un corrispettivo pari a circa 7,5 milioni di euro, di cui circa 3,3 milioni per i beni immobili e gli impianti industriali di Dossobuono, 557 mila euro per il magazzino attuale, 1,48 milioni per gli altri beni dell’azienda e 2,13 milioni quale valore delle prospettive di avviamento e profittabilità dell’azienda, anche in considerazione del rilancio industriale della stessa azienda, conseguente all’intervento di Sperlari. A tale corrispettivo dovrà essere aggiunto poi il corrispettivo per il magazzino campagna natalizia, che verrà acquistato al valore di carico. Ma se questo valore risultasse supere a un milione, allora Sperlari si impegnerebbe ad acquistarne soltanto una quota sino appunto al valore di un milionecon la facoltà di acquistare, sempre al valore di carico, in tutto o in parte la porzione residuale.
Nel documento si sottolinea il fatto che “l’offerta è caratterizzata da stringenti limiti temporali di validità, in ragione della particolare
tipologia del business aziendale che, com’è noto, è fortemente stagionale. Difatti, Paluani nel mese di luglio 2022 Paluani dovrà iniziare le attività necessarie allo svolgimento della campagna natalizia, sicché è fondamentale per ogni investitore interessato all’azienda della
Società poter acquistare la stessa in tempo utile per indirizzare la campagna natalizia secondo le proprie direttive. Acquistare il complesso aziendale dopo il mese di luglio sarebbe simile ad entrare su un treno in corsa, senza poter davvero incidere sull’andamento della campagna, dovendo dunque attendere la fermata successiva, che, in questo caso, sarebbe oltre 9 mesi dopo, per la campagna pasquale, che, tra l’altro, ha una rilevanza molto inferiore rispetto a quella natalizia”. Per questo motivo Sperlari ha chiesto che il procedimento competitivo fosse avviato entro e non oltre il 7 giugno 2022; e che il procedimento termini con l’aggiudicazione entro e non oltre il 15 luglio.
Ricordiamo che Sperlari è controllata dal 2017 da Katjes International Gmbh, holding di investimento specializzata in caramelle, controllata dal gruppo tedesco Katjes Group, che tra le altre cose dal 2015 possiede la licenza per vendere le note caramelle per tosse Vicks in Europa e Russia (si veda altro articolo di BeBeez). Allora, infatti, Katjes International aveva acquisito Cloetta Italy da Cloetta, il gruppo svedese quotato alla Borsa di Stoccolma, produttore di caramelle e merendine. A sua volta Cloetta Italy, poi ribattezzata Katjes Italy, attraverso Sperlari srl produce e vende iconici marchi come lo stesso Sperlari, Saila, Dietor, Dietorelle, Galatine e Pasticca del Re Sole negli stabilimenti di Cremona, Gordona, San Pietro in Casale e Silvi Marina. Sperlari, inoltre, dall’aprile del 2021 controlla anche il 75% di Dulcioliva, storico produttore di cioccolato piemontese fondato quasi 100 anni fa e specializzato in particolare nei noti cioccolatini cuneesi, oltre che in tartufi, gianduiotti e praline (si veda altro articolo di BeBeez). Luca Longaretti, ceo del gruppo Paluani, senza svelare il nome del potenziale investitore, aveva detto lo scorso marzo al Corriere del Veneto che era arrivata una manifestazione di interesse e il nuovo azionista avrebbe avuto una maggioranza importante.
Ricordiamo che Paluani, che ha celebrato lo scorso anno cento anni dalla nascita, aveva deciso di richiedere il concordato per evitare il fallimento, dopo le richieste avanzate dai debitori e contestualmente all’entrata in scena di Generalfinance, la società guidata da Massimo Gianolli, specializzata in factoring per aziende in special situation, che ha messo a disposizione un plafond per un importo iniziale di 3 milioni anche a fronte di anticipazione di crediti futuri (nella misura dell’80% del valore nominale) da effettuarsi su crediti nascenti in esecuzione di contratti e/o ordini acquisiti, da incrementarsi fino a 10 milioni, allo scopo di sostenere la continuità aziendale (si veda altro articolo di BeBeez).

Le a fine ottobre 2021 e a fine aprile 2022, data dell’ultima rappresentazione contabile inclusa della domanda di omologa del concordato, le banche erano esposte verso Paluani per un totale di circa 35 milioni di euro. Si tratta di Unicredit, Banco BPM, MPS, Intesa Sanpaolo, Banca Valsabbina, BPER, Caribolzano, Carige, Banca di Verona Credito Cooperativo, Cerea Banca e Credito Valtellinese. C’erano poi circa 3,2 milioni di euro di esposizione verso Generalfinance a fine ottobre 2021, saliti a oltre 5 milioni a fine aprile. Al debito finanziario si aggiunge poi quello verso i fornitori che a fine aprile era di 11,2 milioni (da 8,08 milioni a fine ottobre), un patrimonio netto negativo per 71,7 milioni (da -70,5 milioni) e una perdita netta di esercizio di 17 milioni.
La storica azienda dolciaria veronese è nata come pasticceria artigianale nel 1921. Nel 1968 è passata nelle mani del commercialista Luigi Campedelli, il padre dell’attuale azionista di maggioranza Luca, che la rilevò dal tribunale fallimentare assieme al socio Gino Cordioli. Da allora, la Paluani è cresciuta: ancora l’anno fiscale al giugno 2020 si era chiuso con ricavi per 53,8 milioni di euro (poco meno dei 58,1 milioni del 2019), un ebitda di 1,6 milioni (da 3,45 milioni) e una perdita netta di 1,8 milioni (da un utile netto di 100 mila euro), a fronte di un debito finanziario netto di 29,6 milioni (da 31,2 milioni) (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente). Tuttavia a causa del Covid-19 la società ha poi visto ridursi notevolmente le vendite e il fatturato dell’esercizio chiuso a giugno 2021 è stato solo di 40,4 milioni di euro con una perdita netta di 6,2 milioni, mentre tra luglio e ottobre 2021 i ricavi netti sono stati solo di 2,9 milioni, con una perdita netta di 17,2 milioni
Certo, la crisi dello storico marchio del pandoro veronese non è stata tutta colpa della pandemia. Anzi, è stata innescata soprattutto dal fallimento del Chievo Verona, di cui Paluani è proprietaria dell’82,2%. La squadra di calcio di serie B è stata esclusa la scorsa estate dalla Lega calcio per inadempimento di 18 milioni di euro di debiti tributari e la proprietà ha quindi chiesto e ottenuto lo scorso dicembre l’ammissione alla procedura di concordato con riserva. A sua volta Paluani vantava verso il Chievo crediti per 3,5 milioni e fidejussioni per 11,7 milioni.