![John Davison e Andrea Giovannelli](https://bebeez.it/wp-content/blogs.dir/5825/files/2016/02/davison-giovannelli.png)
C’è tensione in casa Pillarstone Italy. Secondo quanto riferisce oggi MF-Milano Finanza, infatti, non c’è identità di vedute sull’approccio al business da parte dei due manager, il presidente John Davison e l’amministratore delegato Andrea Giovanelli, alla guida del veicolo di turnaround di Kkr, che ha rilevato i crediti ristrutturati di sei società (Burgo, Orsero, Comital Saiag, Lindberg, Manucor e Alfa Park) verso Unicredit e Intesa Sanpaolo e che è attualmente in trattative esclusive per rilevare il controllo di Sirti.
Pillarstone Italy è nata con l’obiettivo di ampliare la sua attività acquisendo crediti corporate deteriorati anche da altre banche italiane, cartolarizzarli e far riacquistare i titoli abs dalle stesse banche, così come fatto in prima battuta con i crediti acquisiti dai portafogli di Unicredit e Intesa Sanpaolo. Il tutto al fine di riequilibrare la situazione finanziaria delle aziende in questione e supportarne il rilancio, immettendo anche nuova finanza.
Secondo fonti informate, Davison, ex Rbs dove era global head dello strategic investment group, oltre ad avere un passato in Bridgepoint e Carlyle, avrebbe un approccio anglosassone con le banche, orientato a impostare le operazioni con un obiettivo di rendimento il più alto possibile, il che ovviamente si scontra con il punto di vista delle banche creditrici, che non vogliono svalutare eccessivamente i loro crediti nel momento in cui li devono cedere.
Per contro, Giovanelli, ex responsabile large corporation restructuring di Unicredit, sarebbe più propenso a un approccio soft, in modo tale da coinvolgere più istituti nel progetto, magari a scapito di qualche punto percentuale di Irr. Da qui lo stallo e il raffreddamento dei rapporti.
Nelle prossime ore i due manager decideranno se procedere ancora insieme, sulla base di un accordo chiaro e condiviso sulla strategia di investimento da adottare, oppure se dividere le proprie strade, con Giovanelli che a quel punto lascerebbe Pillarstone Italy.
Nella vicenda Unicredit e Intesa Sanpaolo non hanno voce in capitolo, perché non sono entrate nel capitale di Pillarstone Italy, ma hanno invece solo sottoscritto strumenti finanziari emessi da un veicolo di cartolarizzazione controllato dalla stessa Pillarstone al momento del trasferimento del gruppo di crediti comuni in capo alle due banche.