E’ stato prorogato al 15 luglio il termine per la presentazione dell’offerta vincolante di Salini Impregilo per salvare il gruppo di costruzioni quotato in Borsa Astaldi (si veda qui il comunicato stampa).
Salini stima che le fasi istruttorie e deliberative con le banche coinvolte si chiuderanno tra fine giugno e la prima decade di luglio. Inoltre, la società ha già scelto il Chief Restructuring Officer (Cro), che nominerà alla prossima riunione del Consiglio di amministrazione, prevista entro la fine del mese.
Nella sua nota Salini ha assicurato il “positivo avanzamento delle condizioni apposte all’offerta vincolante relativamente alle tematiche regolatorie e antitrust, nonché delle interlocuzioni con gli istituti finanziari, per la definizione del cosiddetto Progetto Italia“, dove la soluzione della procedura concordataria di Astaldi riveste un ruolo centrale. Secondo quanto riportato dal quotidiano MF-Milano Finanza, Salini Impregilo avrebbe già avviato i primi contatti e colloqui con alcuni grandi gruppi delle costruzioni coinvolti nel Progetto Italia, tra cui Pizzarotti.
Si calcola che per consolidare il traballante settore delle costruzioni ci vorranno oltre 500 milioni di euro. L’amministratore delegato di Salini Impregilo, Piero Salini, lo aveva fatto capire in occasione dell’assemblea di bilancio lo scorso 24 aprile. Salini non aveva fatto numeri precisi, ma è questa la cifra che circola sul mercato, come somma dei 225 milioni di euro dell’aumento di capitale previsto per Astaldi e di altri 300 milioni circa del prospettato aumento di capitale della stessa Salini, in modo tale da poter finanziare ulteriori acquisizioni. E sarebbe appunto qui , come sottoscrittore dell’aumento di Salini, che interverrebbe Cassa Depositi e Prestiti (si veda altro articolo di BeBeez).
Pietro Salini in assemblea aveva dichiarato sul Progetto Italia: “Stiamo cercando di portare avanti un progetto in cui sarà richiesto un aumento anche su Salini Impregilo, un’operazione che sarà funzionale a comprare anche rami industriali di altre aziende. Amalgamando il tutto si creerà un gruppo più forte e redditizio: è il senso del Progetto Italia, cioè l’inizio di un percorso in cui lavoreremo sulla nostra dimensione, cosa che permetterà di distribuire il rischio e spalmare le spese generali. Però in quest’ottica serve anche il supporto del sistema finanziario, dei bondholder e dei soci”. Il Progetto Italia prevede che Salini Impregilo raggiunga una dimensione critica già raggiunta dai suoi concorrenti. “Siamo il primo gruppo industriale privato italiano ma siamo piccolissimi rispetto a tanti altri player mondiali, soprattutto nel nostro settore che è di rischio e dove serve la scala”, ha ricordato Salini.
Nel frattempo Astaldi e il suo partner turco hanno ripreso le trattative per la concessione del ponte sul Bosforo a un consorzio guidato da China Merchants Group, riferisce l’agenzia di stampa americana Bloomberg. Astaldi detiene una partecipazione del 33% della società di gestione con il partner turco IC Yatirim Holding. La sua quota a bilancio vale 350 milioni, che Astaldi spera di ricavare vendendo la partecipazione in modo da rimborsare parzialmente i creditori.
Il 14 febbraio scorso Astaldi ha approvato la proposta di Salini e depositato presso il Tribunale di Roma la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale (artt. 160, 161 e 186-bis della Legge Fallimentare), corredata dalla proposta e dal piano concordatario di Salini Impregilo, affiancata dagli advisor Rothschild, lo studio Laghi e Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners (si veda altro articolo di BeBeez). Pochi giorni dopo, Cdp ha inviato una comfort letter al Consiglio di amministrazione di Salini Impregilo a sostegno della sua offerta per Astaldi. La lettera di Cdp è simile a quelle delle banche ed esplicita “l’interesse a esaminare un approfondimento del piano” (si veda altro articolo di BeBeez).
A fine 2018 l’indebitamento netto di Astaldi era salito a 2,05 miliardi di euro, contro gli 1,86 miliardi di fine settembre a causa delle escussioni di garanzie subite dal gruppo (si veda qui il comunicato stampa). Il debito comprende il prestito ponte di Fortress Investment da 75 milioni erogato lo scorso febbraio (si veda altro articolo di BeBeez).