Sono ore sempre più febbrili per il futuro della Sampdoria, tra i creditori chirografari chiamati ad accettare o meno entro domani una proposta di rimborso che non supera il 45% del dovuto, la nuova offerta arrivata dal fondo britannico Aser Capital Limited e dal family office inglese Gestio Capital, che fanno capo rispettivamente ad Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi. Il tutto in attesa dell’assemblea straordinaria, che potrebbe addirittura slittare a giugno in terza convocazione (la prima è prevista per venerdì e la seconda per lunedì 29 maggio).
Entro domani, infatti, i fornitori, che vantano un credito complessivo pari a oltre 3 milioni di euro, sono chiamati a decidere, e comunicare al consiglio di amministrazione del club blucerchiato e all’esperto della composizione negoziata Eugenio Bissocoli, se aderire o meno alla proposta comunicata loro tramite pec venerdì scorso. Il rimborso, si legge nella comunicazione, è incluso “in un range tra il 35% e il 45% del valore nominale, con pagamento dilazionato in tre rate annuali di pari importo, con pagamento della prima rata entro quindici giorni dal passaggio in giudicato del decreto di omologa dell’Accordo di Ristrutturazione”, ha riportato Telenord. L’obiettivo di Bissocoli e dei quattro membri del board (composto dal presidente Marco Lanna, dal vice Antonio Romei, da Gianni Panconi e da Alberto Bosco) è quello di incassare il 60% di sì all’offerta di rimborso, dal momento che l’efficacia dell’accordo di ristrutturazione sarebbe automaticamente estesa anche al restante 40% di contrari, in base a quanto previsto dalla normativa.
Il via libera dei creditori è la condizione essenziale affinché in assemblea possa presentarsi un investitore disposto a sottoscrivere un aumento di capitale da presentare poi al Tribunale per l’omologa, scongiurando in tal modo il fallimento. E i vertici della Sampdoria lo sanno bene, tanto da spingerli a scrivere nella stessa pec che “si ritiene che tale soluzione sia la migliore ragionevolmente praticabile, anche tenuto conto che in uno scenario di liquidazione giudiziale con liquidazione atomistica e perdita del titolo sportivo non residuerebbero risorse sufficienti nemmeno per il pagamento integrale del privilegio di primo grado e, conseguentemente, il soddisfacimento dei creditori di rango inferiori (ivi inclusi quelli della Vostra categoria, sarebbe pari a zero)”. In pratica, una sorta di prendere o lasciare: senza accordo non arriva alcun investitore e senza investitore i creditori perderebbero tutto, perché la società finirebbe in liquidazione giudiziale facendo ripartire i blucerchiati dalla serie D con un altro nome.
Il primo investitore a farsi concretamente avanti è stato Alessandro Barnaba con il suo fondo Merlyn Partners tramite la controllata Metis Sporting sarl (azionista della squadra genovese), “sponsorizzato” dal presidente di ERG ed ex patron del club Edoardo Garrone (si veda altro articolo di BeBeez). La sua ultima proposta prevede la sottoscrizione di un aumento di capitale di 35 milioni di euro e l’iniezione di 55 milioni di risorse fresche, per un investimento complessivo di 90 milioni. L’offerta è però irricevibile, perché include uno stralcio dei debiti pari a 25 milioni con Banca Sistema, Banca Progetto e l’australiano Macquaire Group. Il debito nei confronti dei tre istituti ammonta complessivamente a 54,5 milioni di euro ed è garantito da Sace al 90%. L’offerta prevede, in particolare, uno stralcio dei debiti garantiti da Sace al 50%, allungandone la scadenza. Le banche sarebbero disponibili ad allungare il rientro del debito, mantenendo però invariata la cifra garantita da Sace a 50 milioni.
Venerdì scorso, come detto, si sono fatti avanti Radrizzani e Manfredi, che si sono già messi d’accordo con le banche per il pagamento integrale di tutti i loro crediti, secondo quanto anticipato da quest’ultimo al Secolo XIX. Peraltro si sono dichiarati pronti a investire subito 55 milioni per la salvezza e il rilancio della società blucerchiata, più altri 20 milioni. L’offerta vincolante si chiama “Project sun” ed è stata recapitata venerdì scorso agli advisor Legance (legale) e PwC (finanziario). Ieri Radrizzani, patron del club inglese Leeds che gioca nella Premier League, ha incontrato a Genova il consigliere Bosco presso il centro sportivo blucerchiato di Bogliasco dopo aver preso contatti a Milano, assieme a Manfredi, con eventuali partner disponibili ad affiancarli nell’operazione.
Ora si aspetta la contromossa di Barnaba, che dovrebbe presentare una nuova proposta rimodulata nella parte relativa al prestito garantito da Sace. A questo punto sembrerebbe fuori dai giochi Wrm Group del finanziere Raffaele Mincione, mentre sarebbe ancora alla finestra il patron di Segafredo, Massimo Zanetti (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel frattempo il cda ha provveduto a convocare “l’assemblea degli azionisti per i giorni 26 e 29 maggio 2023 per deliberare le necessarie operazioni sul capitale sociale, in modo da rispettare le scadenze federali in vista della prossima iscrizione al campionato” 2023-2024, in scadenza il 20 giugno (si veda qui il comunicato stampa dello scorso 10 maggio). All’ordine del giorno ci sono, oltre all’operazione sul capitale, anche le modifiche statutarie. Eppure, anche queste due convocazioni potrebbero andare deserte, come le ultime sei, per l’assenza del socio di maggioranza, disponibile a uscire ma solo dietro compenso.
Ricordiamo che l’ex presidente Massimo Ferrero, assistito da Lazard, a fine marzo ha rilevato dalla figlia Vanessa il 55% di Holding Max srl, di fatto aumentando la presa sul club di calcio ligure, sebbene formalmente questo sia controllato da un trust (si veda altro articolo di BeBeez). Ferrero dalla fine del 2020 non ricopre infatti più alcun ruolo nel club e nelle sue società, dopo le tensioni giudiziarie che lo hanno interessato (si veda altro articolo di BeBeez). Per salvare le sue Eleven Finance e Farvem Real Estate, entrambe in concordato, Ferrero aveva messo in vendita la Sampdoria già all’inizio del 2020 (si veda altro articolo di BeBeez), costituendo Rosan Trust, un trust regolato dalla legge di Jersey, Isole del Canale della Manica, e trasferendo al trustee Trust Services di Venezia, rappresentato da Gianluca Vidal, il 100% di Spettacolo Holding, che detiene fra l’altro il 99,96% della Sampdoria ed è controllata al 100% da Holding Max srl, finora detenuta da Vanessa Ferrero all’80%, da Giorgio Ferrero (nipote di Massimo) al 15,24% e da Unione Fiduciaria per il restante 4,76%.
Il tempo, dunque, stringe. Il 6 giugno termina la composizione negoziata. Un’eventuale terza convocazione dell’assemblea straordinaria supererebbe questa scadenza, perché per legge la convocazione deve essere pubblicata almeno quindici giorni prima della data di svolgimento. Senza considerare che a fine mese bisogna pagare circa 1,2 milioni di euro relativi alla maxi-rateizzazione degli arretrati fiscali sospesi per il periodo della pandemia, oltre agli stipendi federali del primo trimestre 2023 a calciatori e dirigenti per circa 13 milioni. Pena: quattro punti di penalizzazione in classifica, da scontare ormai nella prossima stagione in serie B. Entro il 20 giugno bisognerà infine pagare 7 milioni di euro di stipendi ai tesserati, più circa altri 6 milioni relativi ai debiti con le società italiane o estere relative a operazioni di mercato definite nelle scorse stagioni.
Ecco perché sembra sempre più urgente e necessario un prestito ponte di 30 milioni di euro. Ricordiamo che i debiti complessivi della Sampdoria ammontano a circa 150 milioni.