Se Premuda e Rbd Armatori sono ormai nell’orbita di Pillarstone Italy (si veda altro articolo di BeBeez), mentre la Giuseppe Bottiglieri Shipping Company è in attesa di un responso dei creditori sul piano concordatario predisposto da Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez), ci sono varie shipping company italiane che sono sotto osservazione da parte dei fondi di private equity. Lo scrive oggi MF Shipping & Logistica, sottolineaando che sono molte le società armatoriali italiane in ristrutturazione o che hanno presentato domanda di ammissione al concordato preventivo.
I fondi d’investimento sono in particolare alla ricerca di società molto esposte finanziariamente e con flotte di navi portarinfuse secche e liquide, perché questo tipo di unità è ritenuto più facilmente vendibile sul mercato quando i prezzi torneranno a salire.
Pillarstone Italy controlla le flotte di Premuda e Rbd Armatori composte rispettivamente da 15 e 12 navi cisterna e porta rinfuse secche. A oggi in Italia e in Europa con 27 navi portarinfuse il fondo rappresenta uno dei principali player sul mercato dello shipping. Secondo i dati di Confitarma (Confederazione Italiana Armatori) al 31 dicembre scorso erano registrate sotto bandiera italiana complessivamente 93 petroliere e 68 bulk carrier.
L’ultima shipping company in ordine di tempo a essere entrata in procedura è la società Bambini srl di Ravenna. Fondata nel 1962, opera nel settore dei trasporti marittimi ed è specializzata nell’erogazione di servizi di appoggio offshore e rimorchio, fornendo un servizio che si diversifica dal trasporto delle maestranze, alla fornitura di acqua potabile e combustibili, al trasporto di merci pericolose, comprese le sostanze radioattive e i rifiuti, ai servizi di appoggio ad operazioni subacquee, geofisiche, antinquinamento e movimentazione ancore. Lo scorso 1° giugno la Bambini è stata ammessa dal Tribunale di Ravenna alla procedura di concordato in continuità.
L’amministratore unico, Gianni Bambini, dovrà presentare nei prossimi mesi il piano industriale, che prevede anche la dismissione di asset definiti non strategici. La Bambini ha chiuso il 2016 con 20,7 milioni di euro di ricavi (in calo dai 22,6 milioni del 2015 e dai 28,2 milioni del 2014), con un un ebitda negativo per 1,37 milioni (da un ebitda positivo per 871 mila euro nel 2015 e per 3,8 milioni nel 2014), una perdita netta di 3,6 milioni 8da un utile netto di 175 mila euro nel 2015 e di 4,7 milioni nel 2014) e un debito finanziario netto di 40,7 milioni (da 39,6 milioni nel 2015 e 39,7 milioni nel 2014) (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
In cima alla lista delle osservate speciali dai fondi ci sono in particolare Gestioni Armatoriali che ha 12 navi (9 bulk carrier e 3 cisterne) e Perseveranza di Navigazione che possiede 9 navi (5 bulk carrier e 4 cisterne), anche se non è scontato che le banche decidano di cedere a fondi speculativi i loro crediti.
Gestioni Armatoriali aveva presentato domanda di concordato preventivo nel febbraio 2016 a seguito dell’arresto a Panama da parte di Deutsche Bank della nave Mare di Venezia di sua proprietà, che rappresenta la garanzia di un mutuo concesso alla stessa compagnia armatoriale e rilevato nell’autunno 2015 da Deutsche Bank (si veda altro articolo di BeBeez). Deutsche Bank aveva acquistato il credito (classificato a sofferenza) da Commerzbank a forte sconto (oltre il 50%) sul valore nominale di 91 milioni. Il mutuo era stato concesso a suo tempo per finanziare l’acquisto di quattro navi della flotta Gestioni Armatoriali. La nave in questione era poi stata liberata nel settembre 2016.
La società presieduta da Nicola Coccia sarebbe esposta per complessivi 285,7 milioni di dollari di debiti, oltre che con Deutsche Bank, anche con una serie di istituti nazionali tra cui Mps, Banco di Napoli, Banca Popolare di Novarae Interbanca e a fine 2016 stava lavorando a un accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge Fallimentare.
Dopo le ultime tensioni fra gli istituti di credito e Confitarma per via dell’approccio adottato da Pillarstone nei confronti di Rbd Armatori (si veda altro articolo di BeBeez), nei giorni scorsi si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato rappresentanti dell’Abi e degli istituti di credito attivi nello shipping dalla quale è emersa la volontà, salvo casi eccezionalmente gravi, di fare tutto il possibile per aiutare le società di shipping a uscire dall’empasse.
Non solo: Confitarma intende invitare alle prossime riunioni tra finanza e armatori anche veicoli di investimento pubblici o promossi dal governo come Cassa Depositi e Prestiti, fondo Atlante II o fondo QuattroR, al fine di trovare una strada condivisa per rilanciare aziende italiane protagoniste nel panorama armatoriale internazionale.