Nulla di fatto tra Trevi Finanziaria Industriale spa e Bain Capital Credit. Allo scadere della deadline per accettare o meno la proposta del fondo Usa, il gruppo quotato a Piazza Affari, specializzato nell’ingegneria del sottosuolo e nel settore delle perforazioni, partecipato al 16,85% da Cdp Equity e controllato dalla famiglia Trevisani con il 32,73%, ha comunicato la propria decisione di non aderire all’offerta (si veda qui il comunicato stampa).
Bain Capital Credit era in trattative con Trevifin dalla scorsa primavera per sottoscrivere un aumento di capitale che andasse a riequilibrare la situazione finanziaria, contestualmente a un accordo di ristrutturazione del debito con le banche (si veda altro articolo di BeBeez) e ha conquistato l’esclusiva a fine luglio contestualmente a un’intesa di massima con le banche finanziatrici sui contenuti di un accordo di moratoria e standstill sul debito che deve ancora essere ratificato dai consigli di tutti i vari istituti coinvolti. Su questo tema, Trevi ha confermato che è in fase di completamento la procedura di raccolta delle sottoscrizioni e che, se l’accordo di standstill diviene efficace entro la prossima settimana, non sono previsti fenomeni di rottura di cassa per il corrente mese di settembre e nei successivi mesi dell’esercizio in corso.
La decisione di non accettare l’offerta di Bain, ha precisato Trevi, è motivata dal “mancato raggiungimento di un accordo in merito ad alcune modifiche ai termini e alle condizioni dell’offerta, che la società riteneva essenziali per raggiungere gli obiettivi dell’ipotizzata ripatrimonializzazione”.
Bain Capital Credit nel dettaglio aveva offerto di concedere un finanziamento super senior alle società del gruppo Trevi operanti nel settore delle fondazioni (Trevi spa e Soilmec spa) per un massimo di 100 milioni di euro, accompagnato da una conversione dell’indebitamento finanziario esistente di gruppo in misura variabile, a seconda delle effettive esigenze di rafforzamento patrimoniale che emergeranno, da porre in essere nel contesto di una procedura di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge Fallimentare. Nel frattempo a fine luglio l’assemblea di Trevi aveva approvato un aumento di capitale da 400 milioni di euro da sottoscriversi parte in cash (per un massimo di 150 milioni) e per il resto con conversione di crediti in equity. A fine marzo la posizione finanziaria netta consolidata era salita a 650 milioni di euro dai 619,4 milioni di fine 2017.
A questo punto, Trevi ha detto che procederà da sola con l’aumento di capitale riservato in opzione agli azionisti e la contestuale conversione di parte dell’indebitamento finanziario del gruppo in strumenti finanziari. La nota precisa che “i termini dell’articolata operazione sono in corso di definizione nonché di verifica con i principali azionisti della società ed è prevedibile che verranno sottoposti al Consiglio di amministrazione della società in una data da individuarsi entro il corrente mese di settembre”.
Intanto ieri il titolo di Trevi Finanziaria ha chiuso a 0,3050 euro, in recupero dell’1,67% da venerdì 14 settembre, data di scadenza della deadline con Bain. Mentre all’ExtraMot Pro il bond è fermo dal 10 agosto a quota 79 centesimi, dopo essere sceso da oltre 86 centesimi il giorno prima, in risposta al prolungamento delle trattative con Bain Capital Credit.