Le oltre 840 società che hanno raccolto capitali con campagne di equity crowdfunding in Italia tra il 2014 e il 2020 hanno, in media, disatteso le proprie previsioni di crescita del 62% rispetto al primo anno post raccolta, ma a distanza di tre anni dalla campagna il 27% ha comunque registrato una crescita in termini di ricavi e marginalità. Non solo. Il 48% di questo 27% (quindi il 13% del totale) si è quotata in Borsa o è stata oggetto di operazioni di m&a. Sono i principali dati che emergono dal Report sulle performance dell’equity crowdfunding in Italia realizzato da Italian Tech Alliance, l’Associazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e pmi innovative, in collaborazione con BizPlace, boutique di consulenza finanziaria specializzata in servizi per aziende innovative (si vedano qui il comunicato stampa e qui il report completo).
Il report è stato presentato ieri presso Le Village by CA Milano nel corso del quale sono intervenuti Andrea Bonabello (BizPlace), Lorenzo Ferrara e Giancarlo Vergine (Open Seed), Francesca Passeri (Eurocrowd), Antonella Grassigli (Doorway), Alberto Rabbia (Babasucco) e Francesco Cerruti (Italian Tech Alliance).
Più nel dettaglio, secondo l’analisi, le startup che raccolgono un pre-seed o un seed tramite equity crowdfunding, stimano di triplicare i livelli di fatturato rispetto al primo anno previsionale e di raddoppiare tra il secondo e il terzo anno dal lancio della campagna. Invece le startup che raccolgono un Series A tramite ECF, stimano una crescita media del fatturato sui tre anni del +66% l’anno. Detto questo i risultati sono appunto in media molto meno spettacolari. A seguito della raccolta, infatti, la crescita media dei ricavi, pur sostenuta, è lontana dalla media delle previsioni: pre-seed CAGR del 22% contro il 157% previsto; seed CAGR del 37% contro il 149% previsto; Series A CAGR del 35% conto il 66% previsto).
In termini di settori le previsioni di crescita composta annua dei ricavi variano tra il +55% dell’Education & HR al +196% del settore Digital, con Lifestyle e Smart City che prevedono un +179%. Nella realtà le società dei settori Life Sciences e Software hanno sperimentato una flessione del fatturato tra il secondo e il terzo anno successivi alla raccolta e un CAGR sui tre anni rispettivamente del -6% e del +8%. A crescere maggiormente nel medesimo periodo in termini di ricavi risultano invece essere state le società dei settori Fintech, Media e Lifestyle con un CAGR rispettivamente pari a 120%, 100%, 72%. In media, in generale, si osserva una scarsa capacità previsionale da parte delle emittenti di qualunque settore con un discostamento mediano rispetto alle proiezioni di fatturato a un anno dalla raccolta del -62%. Dato che, tuttavia, è in miglioramento rispetto al -79% osservato nel periodo di riferimento precedente 2014-2019. Quanto al Break-Even-Point in termini di ebitda risulta, in media, raggiunto al terzo anno solo dalle società dei settori del Fintech e del Media.
Più nel dettaglio, un 14% delle società è cresciuta in termini di ricavi post operazione di aumento di capitale tramite ECF e di queste, un 60% è cresciuto con tassi di crescita superiori al 20% anno su anno e ha raggiunto la profittabilità nei 3 anni successivi alla raccolta. Di converso un 16,5% del totale delle emittenti degli anni considerati risulta aver messo la società in liquidazione e un 15,4%, a tre anni dalla raccolta, ha visto decrescere i suoi ricavi rispetto all’anno dell’operazione di aumento di capitale tramite ECF e, a tre anni da quell’operazione risulta avere un ebitda negativo.
Limitando l’analisi al solo 2022 si osserva una crescita significativa dei progetti finanziati in ambito Digital, Tech e Lifestyle e in generale dei round Series A sul totale delle nuove raccolte. Ciononostante, i round seed continuano a rappresentare una quota prevalente del totale degli investimenti effettuati tramite ECF, pari al 46% per una media per operazione pari a 419 mila euro.