Dopo che finalmente la legge di delegazione europea per l’anno 2021, pubblicata lo scorso 26 agosto nella Gazzetta Ufficiale n. 199, ha designato la Banca d’Italia e la Consob quali autorità competenti per assegnare alle piattaforme di crowdfunding italiane l’autorizzazione a operare sulla base del nuovo Regolamento europeo, venerdì 21 ottobre le due Authority con un comunicato congiunto hanno reso nota al mercato la loro disponibilità a “intrattenere interlocuzioni informali per orientare gli operatori interessati alla futura presentazione delle domande di autorizzazione, fornendo anche chiarimenti sugli elementi informativi e documentali da allegare alle istanze” (si veda qui il comunicato stampa).
I tempi per ottenere l’autorizzazione non sono più strettissimi come sarebbero stati se lo scorso luglio la Commissione Ue non avesse esteso di un anno all’11 novembre 2023, rispetto alla data iniziale, il periodo transitorio del nuovo Regolamento UE per i fornitori di servizi già attivi che operano secondo le regole nazionali e quindi per tutte le piattaforme fintech di equity e di lending (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia non c’è comunque tempo da perdere, visto l’alto numero di piattaforme coinvolte, oltre 100, dato appunto che, come ricorda ancora la nota congiunta, “in base alla nuova disciplina, i soggetti che intendono gestire piattaforme di crowdfunding , sia basate sull’investimento (equity-based) sia sul prestito (lending-based), devono richiedere un’apposita autorizzazione allo svolgimento di tale attività” e che “a partire dall’11 novembre 2023 potranno continuare a operare in Italia esclusivamente i fornitori di servizi di crowdfunding per le imprese che avranno ottenuto l’autorizzazione ai sensi del Regolamento”.
Ricordiamo che a luglio scorso l’Italia non aveva ancora deciso quale Authority sarebbe stata quella a cui doveva essere assegnato il compito di dare le autorizzazioni, il che aveva creato una situazione pericolosa. Infatti per questo motivo i gestori dei portali non potevano depositare la richiesta e far partire il processo autorizzativo (si veda altro articolo di BeBeez). La conseguenza sarebbe stata lo stallo del mercato oppure la corsa delle piattaforme italiane a trasferire la sede legale in un altro paese europeo
La Commissione, quindi, posticipando la data di scadenza del periodo transitorio, ha tolto le castagne dal fuoco all’Italia, ma in realtà non lo ha fatto soltanto per l’Italia, perché in vari altri paesi, dove pure l’Autorità competente era già stata identificata, i processi autorizzativi erano in grande ritardo. A dipanare la matassa al Ministero dell’Economia e delle Finanze è stato poi Stefano Cappiello, Dirigente Generale del MEF, VI Direzione Sistema Bancario e Finanziario, il quale ha cercato una soluzione insieme a Consob e Banca d’Italia, anche sollecitati dai rappresentanti del mercato. In particolare, da Assofintech e da Italia Fintech. Il cui lavoro di lobbying però non è finito.
Se oggi infatti si sa chi sono le Auhority deputate a dare le autorizzazioni alle piattaforme, resta infatti ancora un problema formale da risolvere che è quello dell’emanazione dei decreti attuativi della norma contenuta all’art. 5 della legge delega, che al comma 1 lettera c) designa appunto Bankitalia e Consob nel ruolo di autorità deputate a dare l’autorizzazione alle piattaforme e qui sarà il nuovo governo a doversene occupare. Per questo motivo, nelle more dei decreti, le due autorità si sono mosse autonomamente per portarsi avanti, in modo tale che nel momento in cui sarà possibile presentare le domande formali per le autorizzazioni, queste siano già in sostanza pronte e soprattutto in linea con le aspettative delle Authority, che così saranno veloci a fornire una risposta.