Cesarine.com, il network di 1.500 cuoche amatoriali che da anni accolgono alle loro tavole ospiti in oltre 300 città italiane, di proprietà della pmi innovativa Home Food srl, chiuderà il prossimo 9 novembre la sua campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe, che ha un target minimo di raccolta a 200 mila euro e un target massimo di un milione, sulla base di una valutazione pre-money di 8,5 milioni di euro.
A oggi la campagna ha raccolto 201 mila euro. A prendere parte alla raccolta sono stati finora cuoche e cuochi del network, ma anche Alessio Beverina, cofounder del venture capital Panakés, e Alfredo Cazzola, ex presidente del Bologna Calcio.
La società è stata fondata nel 2016 insieme a Massimiliano Benedetti, dopo aver rilevato il marchio Le Cesarine, che identificava un network che allora riuniva 500 cuoche casalinghe distribuite su circa 90 città italiane che dal 2004 al 2016 complessivamente aveva ospitato circa 5.000 turisti alle proprie tavole, il 90% dei quali stranieri.
Da allora la startup ha raccolto 2 milioni di euro dagli investitori. In particolare, ha chiuso nel maggio 2018 l’ultimo round di finanziamento da un milione, sottoscritto da una serie di imprenditori e manager del settore food, beverage e FMCG (fast mover consumer goods). Tra gli altri Daniele Ferrero, amministratore delegato di Venchi; Niccolò Branca ad e presidente dell’omonimo gruppo; Emmanuel Osti, ex managing director de L’Occitaine e ora investitore in startup; Marco Airoldi, ex ceo di Benetton group (si veda altro articolo di BeBeez), ma anche investitori qualificati del network Banca Generali; Roberto Nicastro, vicepresidente di Ubi Banca; Massimiliano Benedetti, former executive di Yoox Net-a-Porter Group; e Francesco Conte, ceo di QuattroR sgr..
Nel novembre 2019 Davide Maggi aveva annunciato l’apertura di un aumento di capitale da 4 milioni di euro complessivi, riservato ai soci con strumenti finanziari partecipativi (si veda altro articolo di BeBeez). Nello Statuto della società, tra i documenti messi a disposizione della campagna di equity crowdfunding, si legge nel dettaglio che nel maggio 2019 l’assemblea aveva deliberato un aumento del capitale a pagamento, in via scindibile con efficacia progressiva, per un massimo di 2 mila euro nominali più sovrapprezzo, al servizio del piano di incentivazione, che sarebbe stato determinato dal Consiglio di amministrazione entro il dicembre 2024. Inoltre nel novembre di quell’anno l’assemblea dei soci aveva deliberato l’emissione di un numero massimo di 3 milioni di strumenti finanziari partecipativi convertibili in quote di partecipazione della società e di aumentare il capitale sociale, in forma scindibile, per un importo massimo di 3 milioni di euro, incluso sovrapprezzo, a servizio del diritto di conversione attribuito ai titolari degli strumenti finanziari partecipativi e di fissare quale termine ultimo per la sottoscrizione dell’aumento di capitale il 31 dicembre 2021.
Con i capitali raccolti nella campagna di equity crowdfunding, la società punta al consolidamento della piattaforma Cesarine.com per le Online Cooking Class, servizio già testato con successo durante il lockdown, con focus in particolare sui mercati di Italia, Usa, Canada e Regno Unito. Si aggiunge a questo lo sviluppo dell’offerta per il mercato domestico su mete turistiche italiane, anche in partnership con Slowfood e Onav. Altro obiettivo è il setup di un marketplace di prodotti tipici locali e di attrezzature da cucina, selezionati e proposti sul sito cesarine.com.
Nel 2019 le Cesarine hanno ospitato nelle proprie case più di 10 mila clienti totalizzando vendite lorde per 1,2 milioni di euro (ricavi netti di 844 mila euro), +225% rispetto all’anno precedente, ritmo confermato anche a gennaio e febbraio del 2020, con una clientela composta per l’80% da turisti stranieri. Il business model delle Cesarine è stato messo ovviamente alla prova dalla recente crisi sanitaria e relative restrizioni al turismo internazionale. La società è però riuscita ad adattarsi al contesto, ri-focalizzandosi sul turismo domestico e sviluppando linee di business nuove, appunto come le cooking class online.
Davide Maggi, founder e ceo delle Cesarine, ha commentato: “Senza l’emergenza Covid, probabilmente questa svolta non ci sarebbe stata: l’interesse per la cucina non sarebbe esploso come ha fatto nel corso del lockdown di questa primavera e, dal canto nostro, avremmo portato avanti il business come da nostro modello tradizionale. L’emergenza ci ha permesso invece di cogliere un’opportunità che non avevamo avuto modo e tempo di sviluppare e che si aggiunge alle linee di offerta tradizionale, di ospitalità alla tavola delle nostre cuoche e cuochi. Abbiamo reagito alla crisi alimentando l’interesse verso la cucina italiana, per i corsi online e riformulando la nostra proposta offline di questo anno su un turismo diverso: un turismo di prossimità. Le linee di crescita sono chiare e definite: consolidamento del mercato italiano, processo di internazionalizzazione dell’offerta delle Online Cooking Class, con particolare riferimento ai mercati anglosassoni e nordici. Se la raccolta andrà particolarmente bene puntiamo anche alla messa a punto e al lancio di un marketplace food con una chiara scalabilità verso l’estero e l’ampliamento dei contenuti (ricette, video, editoriali). Un cambio di passo obbligato, ma che ci ha aperto prospettive di crescita, reso possibile grazia anche dall’incredibile risposta di tutto il nostro team”.
Gli obiettivi sono ambiziosi. Nel business plan di Cesarine.com si prevede di raggiungere i 29 milioni di euro di ricavi nel 2024 con un ebitda di 6,5 milioni. Il primo ebitda positivo (per 856 mila euro) dovrebbe esserci nel 2022. Per il 2020 sono previsti invece ricavi per 446 mila euro.
Nel 2004, a Bologna, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e la collaborazione dell’Università, nasceva infatti l’Associazione “Le Cesarine-Home Food” con la mission di salvaguardare cibi dimenticati e tramandare la tradizione cucinaria regionale italiana. Un progetto nato dalla volontà e dal piacere delle cesarine di aprire le porte delle loro case a ospiti desiderosi di gustare, a seconda delle località, la cucina italiana della tradizione: ragù a regola d’arte a Bologna, ossobuco con risotto a Milano come lo faceva la nonna e le perfette sarde a beccafico in Sicilia.