Nel 2021 il mercato italiano della salute è ammontato a circa 26,1 miliardi di euro, tra farmacie (24,4 miliardi), parafarmacie (900 milioni) e corner nella GDO (800 milioni), di cui 16,3 miliardi rappresentati da farmaci e 9,8 miliardi da extra farmaci. A rivelarlo è l’ultimo report dell’ufficio studi di Mediobanca dedicato al settore delle farmacie in Italia e al confronto con alcuni Paesi europei negli ultimi 7 anni (si vedano qui il comunicato stampa e qui il Report Farmacie 2022). Un settore che negli ultimi anni, grazie all’introduzione nel 2017 della Legge 124, ha attratto non pochi investitori, in primo luogo fondi di private equity (si veda altro articolo di BeBeez).
Nonostante una flessione del fatturato complessivo del 4% sul 2015 (che ha interessato tutte le referenze, con la sola notevole eccezione dei prodotti notificati che, trainati per lo più dagli integratori, hanno segnato una crescita del 32,9%) e un netto calo del fatturato medio delle singole farmacie del 12,2% rispetto al 2015 (da 1,4 milioni a 1,2 milioni), nel 2021 si è assistito a un recupero di attività su entrambi i fronti e la prima parte del 2022 ha confermato il trend positivo. Il report di Mediobanca mette infatti in luce come nei primi sei mesi del 2022 il giro d’affari abbia segnato una crescita rilevante sia in termini di fatturato (+8,1%) che ha raggiunto i 13,1 miliardi, sia di confezioni (+8,2%), un trend che permane positivo anche al netto della componente legata al Covid (tamponi e test in farmacia): +6,1% in valore e +6,6% in termini di volumi.
In generale, il mercato della salute poggia su una rete di punti vendita composta nel 2021 da 19.901 farmacie, cui si aggiungono 4.046 parafarmacie e 462 corner della GDO, autorizzati dal 2006 alla vendita dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica. Tutti questi canali, sottolinea Mediobanca, hanno vissuto dal 2010 “una rilevante espansione dei punti vendita”, più evidente per i corner (+68%) e le parafarmacie (+61,1%) rispetto alle farmacie (+11,8%) che comunque mantengono l’ampia maggioranza del mercato dei farmaci SOP (senza obbligo di prescrizione), con una quota di circa il 90%. Ciò nonostante la farmacia resta il canale con i prezzi unitari dei farmaci SOP più elevati (9,9 euro in media) per via del maggiore assortimento (9 euro la parafarmacia, 7,4 la GDO). In termini di prezzi, infatti, la variazione tra il 2018 e il 2021 segna un progresso del 3,2% (9,6 euro il prezzo medio), con incrementi più cospicui per i SOP (+8,8%) e i notificati (+4%), al cui interno si segnala l’avanzamento dei PMC (presidi medico-chirurgici, +5,6%) e degli integratori (+4,6%) i quali rappresentano la referenza a maggiore prezzo unitario con 16 euro nel 2021.
A livello europeo, il fatturato medio per farmacia si confronta con gli 1,9 milioni della Francia e i 3,3 milioni di Germania e Austria, mentre solo la Spagna (con un milione di euro in media) ha una taglia inferiore. Numero evidenziato anche dallo svantaggio in termini di spesa media per abitante (413,2 euro), che pongono l’Italia in fondo alla graduatoria, guidata dalla Germania con 733 euro. Dal lato economico, le società di capitale esercenti vendita al dettaglio di farmaci mostrano in Italia un ebitda margin del 9,2% nel caso di fatturato superiore ai cinque milioni, incidenza che sale al 10,9% per la fascia con giro d’affari tra tre e cinque milioni. Si tratta, secondo l’analisti di Mediobanca, di una marginalità sostanzialmente allineata a quella delle farmacie dei principali Paesi europei (9,9% in Austria, 12,3% in Francia e 12,4% in Germania), mentre su alcuni mercati internazionali le cessioni di esercizi farmaceutici sono regolate a multipli attorno a 7 volte l’ebitda.
Lo studio della banca di Piazzetta Cuccia si focalizza anche sulle principali reti di farmacie le quali, grazie come detto all’introduzione nel 2017 della Legge 124, hanno potuto contare sull’ingresso di società capitali nelle proprietà, con il limite di non eccedere il 20% delle farmacie operanti in una regione. Una normativa, questa, che ha portato l’Italia ad allinearsi ad alcuni Paesi europei che hanno assunto lo stesso assetto come il Belgio, la Norvegia, i Paesi Bassi e il Regno Unito, e allo stesso tempo ne marca una differenza rispetto a quelli che hanno mantenuto l’esclusività della proprietà per i farmacisti (Francia, Germania e Spagna, tra gli altri).
Complessivamente, le principali reti di farmacie operanti in Italia, reali o in semplice associazione, rappresentano il 24% di quelle in esercizio per un fatturato pari a circa 6,5 miliardi, ovvero il 26,8% del totale nazionale, mentre quelle prevalentemente in affiliazione, dove viene conservata l’autonomia proprietaria delle singole farmacie, rappresentano il 20% per numerosità e il 21,1% per giro d’affari. Quelle proprietarie, infine, nelle quali una holding detiene la maggioranza del capitale delle farmacie, pesano rispettivamente per il 4 e il 5,7%.
Tra i principali player domestici c’è Alphega Farmacia, parte dell’omonimo network (il primo) di farmacie indipendenti in Europa, di proprietà di Alliance Healthcare, parte della Divisione Pharmaceutical Wholesale della statunitense Walgreens Boots Alliance, partecipata al 13% dall’italiano Stefano Pessina, che in Italia conta 800 farmacie sotto il coordinamento di Alliance Healthcare Italia (che nell’esercizio 2021 ha fatturato poco più di 1 miliardo di euro). Il network complessivo di Alphega, nato del 2001, supporta più di 7.200 associati (senza considerare le partecipazioni dirette) in dieci Paesi: Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Portogallo e Turchia. Ricordiamo che nel gennaio 2021, Walgreens Boots Alliance ha ceduto per 6,5 miliardi di dollari la maggioranza di Alliance Healthcare al gruppo Amerisourcebergen (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel report di Mediobanca viene citata anche Apoteca Natura, la rete di farmacie gestita dall’omonima società facente parte del Gruppo Aboca e che nasce nel 2000 come network in affiliazione di farmacie indipendenti e oggi ne comprende circa 1.100 tra Italia (740), Spagna (273) e Portogallo (95), cui si aggiunge la proprietà dal 2016 delle 22 farmacie comunali di Firenze attraverso la partecipazione dell’80% in Farmacie Fiorentine A.Fa.M. (con il 20% residuo del Comune di Firenze) il cui fatturato 2021 ammonta a 35 milioni di euro (1,6 milioni il fatturato medio). Tramite la partecipata Apoteca Natura Holding Italia, Aboca ha avviato un progetto di co-investimento nel settore delle farmacie congiuntamente al gruppo Neoapotek, il network italiano di farmacie guidato dalle famiglie Riva Cocchi e Passoni, nato nel novembre 2019 con il supporto di Banca Profilo (quotata a Piazza Affari e controllata dal fondo di private equity Sator guidato da Matteo Arpe) e che vede nel capitale un club deal riunito in Apotek Invest (per il 58% del capitale); la Route Capital Partners fondata da Marco Ferrara, Nicola Carminucci e Giuseppe Altieri (al 31%); la famiglia milanese di farmacisti Riva Cocchi (11%) e infine Ismaele Passoni, editore del settore. NeoApotek oggi fattura oltre 260 milioni di euro e conta oltre 800 dipendenti dislocati in più di 180 farmacie, distribuite soprattutto nel Nord Italia. Nel 2022 prevede di fatturare più di 300 milioni di euro per un ebitda di 55 milioni di euro. Lo scorso giugno si è assicurata un prestito da 100 milioni di euro da Tikehau Capital e da mesi si rincorrono voci su una possibile cessione, anche solo di una quota, da parte del club deal di Banca Profilo (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo un’indiscrezione del Il Sole 24Ore ci sarebbero tre fondi di private equity in dirittura d’arrivo per l’acquisto di Neoapotek: si tratterebbe di PAI Partners, considerato in pole position, Eurazeo ed EQT.
Tra le reti di farmacie Mediobanca cita anche Farmagorà, costituita nel gennaio 2021, che annovera tra i principali azionisti Italmobiliare (27%), Fluorsid Group (18,9%) e con il 10,8% la Fin Posillipo della famiglia Petrone (società di consulenza finanziaria e commerciale napoletana, dal 1989 attiva nei settori farmaceutico e sanitario, che ha investito anche in 1000 Farmacie, unitamente ad altri 26 soci con quote dal 5,3% a calare). Con 12 milioni di euro di fatturato, l’obiettivo di Farmagorà per fine 2022 è di raggiungere i 40 milioni grazie all’acquisizione di 30 nuove farmacie oltre alle nove ubicate nel Nord Ovest, possibile anche grazie all’aumento di capitale del 2021 che ha visto l’ingresso nella compagine sociale di vari altri investitori, tra i quali Gruppo Branca International, la holding dell’omonimo gruppo controllato dalla famiglia Branca, che da oltre 175 anni opera nel settore delle bevande alcoliche; e la Fluorsid, big del settore dei fluoroderivati inorganici per l’industria dell’alluminio, di Tommaso Giulini, presidente del Cagliari Calcio, con Italmobiliare che si è diluita al 29,81% (si veda altro articolo di BeBeez).
A proposito di 1000Farmacie, va ricordato che il marketplace che unisce le migliori farmacie italiane su una piattaforma online unica, non citato tuttavia da Mediobanca, lo scorso febbraio ha chiuso un round da 15 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez). Il finanziamento è stato guidato da P101 sgr, attraverso il suo secondo veicolo P102, assieme a Italia 500, fondo di venture capital istituito da Azimut Libera Impresa sgr e gestito in delega da P101, e ad HBM Healthcare Investments, uno dei principali investitori mondiali nell’innovazione sanitaria, quotato alla borsa svizzera. Già nel luglio 2020, 1000Farmacie aveva già chiuso un round seed da 1,5 milioni di euro sottoscritto anche dalla citata Fin Posillipo.
Non a caso per il futuro delle farmacie, Mediobanca si aspetta “sempre più l’affermazione di una farmacia dei servizi e omnicanale”, con il giro d’affari delle vendite on-line delle farmacie che si è attestato nel 2021 a 437 milioni, in crescita del 14% sui 383 milioni del 2020 che a loro volta segnavano una progressione di oltre il 66% dai 230 milioni del 2019. I dati relativi al primo trimestre del 2022 corroborano l’ulteriore crescita della farmacia on-line italiana che ha consuntivato 178 milioni di euro, in crescita del 24,8% sul corrispondente periodo dell’anno precedente. Tale dinamica proietta al 5% l’incidenza del canale digitale, tuttavia ancora lontano dal 23% della Germania e dal 10%-15% dei principali Paesi europei.
Tornando alla lista delle reti di farmacie, Mediobanca cita anche Lafarmacia di Hippocrates Holding, il gruppo italiano fondato da Davide Tavaniello e Rodolfo Guarino nel marzo 2018, raccogliendo circa 50 milioni di euro di capitali tra tra investitori privati. A partire dal maggio dello stesso anno, la società ha acquisito oltre 220 farmacie in Italia, concentrate nelle regioni del centro e nord Italia e in particolare Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, con circa 1.500 dipendenti. Nel novembre 2020 il private equity francese Antin Infrastructure Partners, leader negli investimenti nelle infrastrutture, ha poi rilevato l’80% di Hippocrates per 600 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso febbraio il gruppo ha chiuso un aumento di capitale da 250 milioni di euro e si è assicurata nel contempo una linea di credito da 165 milioni da Intesa Sanpaolo, BancoBpm e Natixis (si veda altro articolo di BeBeez). A oggi il gruppo conta oltre 270 farmacie di proprietà collocate per i due terzi circa in Lombardia e Triveneto, con i ricavi per il 2021 che sono stati pari a 255 milioni, mentre l’obiettivo è quello di arrivare nel 2026 a controllare un portafoglio di 500 farmacie. Tra le ultime acquisizioni, ricordiamo che nell’ottobre del 2021 Hippocrates Holding aveva rilevato l’80% dell’operatore on-line Top Farmacia, attivo dal 2011, lasciando il 20% residuo al fondatore Vittorio Dall’Osso (si veda altro articolo di BeBeez). Top Farmacia ha realizzato nel 2021 ricavi per oltre 18 milioni di euro. Risale invece a pochi mesi prima, a giugno 2021, l’acquisizione delle farmacie Meltias, cedute dai fondatori Roberto Sannito e Lucio Merlo (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione ha consentito a Hippocrates Holding di inserire nel proprio portafoglio una rete di 50 farmacie del Veneto, distribuite nelle provincie di Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Treviso e Belluno e di acquisire anche il portale e-commerce Meltiaspharma.
La lista di Mediobanca cita anche Cooperativa Esercenti Farmacie (CEF), un gruppo che ha chiuso il 2021 con quasi 1,4 miliardi di euro di giro d’affari, poco meno di 20 milioni di ebitda, e più di 113 milioni di patrimonializzazione (si veda qui il comunicato stampa sui conti), a cui fanno capo una quarantina di società partecipate e che comprende la rete di farmacie a marchio FarmaciaINsieme e Cef-La Farmacia Italiana, composta da circa 1.600 negozi. Una quarantina di farmacie sono di proprietà, attraverso le controllate Farcom, Holding Farmacie e Holding Farmacie 2. Più nel dettaglio, Farcom gestisce le 12 farmacie comunali di Brescia, mentre alle due holding fanno capo altre 30 farmacie. Ricordiamo a quest’ultimo proposito che a inizio 2021 CEF e il fondo di private equity Vgo Capital Partners avevano sottoscritto un accordo per acquisire insieme farmacie in Italia (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione seguiva le azioni strategiche già intraprese da CEF volte a razionalizzare e consolidare il proprio piano di crescita e relative alla cessione nel dicembre 2019 a Kryalos sgr degli immobili relativi a otto centri logistici (si veda altro articolo di BeBeez) e all’emissione di due prestiti obbligazionari sino a un totale complessivo di 35 milioni di euro, nell’ambito di un’offerta di scambio e sottoscrizione lanciata il 23 dicembre (si veda altro articolo di BeBeez).
La lista di Mediobanca contiene infine anche Farmacie Italiane, un network che fa capo all’omonima società nata nel novembre del 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e che comprende oggi 46 farmacie e 20 parafarmacie, con una presenza pronunciata a Roma. La società è nata infatti con il supporto del Terzo fondo di F2i sgr, che nel 2018 ha comprato il controllo di Farmacrimi, il gruppo romano a cui allora facevano capo 12 farmacie e 14 parafarmacie, oltre che una società attiva nella distribuzione all’ingrosso di farmaci, controllato dall’imprenditore messinese Vincenzo Crimi. Nel dettaglio, la newco Farmacie Italiane aveva comprato il 100% di Farmacrimi, con Crimi che ha reinvestito nella newco parte dei proventi della cessione, con quindi ora F2i che controlla Farmacie Italiane al 61,6% e con Crimi che possiede il 37,6%.