Il decreto ministeriale dell’11 maggio 2023 ha preannunciato la prossima apertura (con data e ulteriori specifiche operative da definirsi mediante ulteriore provvedimento normativo) di un nuovo bando a supporto delle filiere produttive strategiche per lo sviluppo del nostro Paese: le risorse finanziarie stanziate, pari complessivamente a 391,8 milioni di euro, saranno accessibili attraverso i Contratti di Sviluppo, che rappresentano sicuramente il principale strumento agevolativo nazionale indirizzato alla promozione di programmi di investimento produttivi di grandi dimensioni e di portata strategica e innovativa.
Per risultare finanziabili ai sensi della misura, i progetti dovranno rispettare alcuni requisiti di varia natura. Primo tra tutti, l’attinenza a una delle specifiche filiere produttive elencate dal testo normativo:
- aerospazio e aeronautica;
- design, moda e arredo;
- metallo ed elettromeccanica;
- chimico e farmaceutico;
- gomma e plastica;
- alimentare, per le sole attività non rientranti nell’ambito della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
Un criterio di natura geografica, invece, richiede di localizzare gli investimenti nelle aree del territorio nazionale diverse da quelle classificate come “zone a” (cioé aree nel Sud Italia) dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale vigente, ossia quel documento, sottoposto all’approvazione della Commissione Europea da parte di ciascun Stato membro, che, con cadenza settennale e in coincidenza coi cicli di programmazione europea, individua le Regioni in cui è possibile intervenire con aiuti a finalità regionale con relativa indicazione dell’intensità d’aiuto.
Tra i possibili beneficiari della misura rientrano le imprese di qualsiasi dimensione interessate a realizzare programmi industriali di investimento produttivo e, in via opzionale, di ricerca e sviluppo, candidabili secondo due possibili modalità: da un’unica impresa, a patto che il programma evidenzi significativi elementi di integrazione con la filiera di appartenenza (tra quelle di cui sopra) e produca esternalità positive, in termini di sviluppo e rafforzamento economici e produttivi, sugli altri attori della stessa filiera non partecipanti al programma in questione, specialmente se PMI; da più imprese attive nella filiera di riferimento, purché i singoli progetti di investimento risultino strettamente connessi e funzionali alla nascita, allo sviluppo o al rafforzamento della filiera stessa.
Come anticipato in premessa, i programmi devono presentare una size significativa: la soglia minima è fissata a 20 milioni di euro da investire entro 36 mesi, con possibile proroga motivata di 18 mesi. La data di avvio dei programmi deve essere successiva alla presentazione della richiesta di agevolazione.
Vale inoltre la pena di sottolineare alcune differenze che contraddistingueranno il nuovo bando rispetto alle precedenti versioni del Contratto di Sviluppo, strumento ormai consolidato e operativo dal lontano 2011.
In primis, le agevolazioni saranno concesse nella sola modalità del contributo a fondo perduto, quindi scompare la componente d’aiuto sotto forma di finanziamento agevolato (spesso preponderante in passato).
La valutazione delle domande di agevolazione, inoltre, non avverrà più secondo un criterio cronologico dettato dall’ordine di presentazione delle stesse, bensì mediante una graduatoria calcolata sulla base di specifici parametri, quali: il grado di innovatività del programma proposto; l’impatto occupazionale connesso, con particolare riferimento al personale qualificato; il coinvolgimento delle PMI; il riconoscimento di alcune premialità legate al possesso di un rating di legalità e di una certificazione ambientale.
In continuità con il passato, invece, la gestione della misura sarà affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. – Invitalia; infine, continueranno a trovare applicazione le disposizioni previste dalla sezione 3.13 del “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19” (o Temporary Framework), fattispecie che implica la necessità di assegnare le risorse stanziate entro la fine del 2023.
a cura di