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Banca AideXa, la fintech bank, fondata da Roberto Nicastro e Federico Sforza, dopo aver più che raddoppiato i volumi di finanziamenti erogati alle imprese, superando i 670 milioni di euro a fine 2023 dall’avvio dell’attività, e con più di 14 mila clienti, di cui 4 mila pmi (si veda altro articolo di BeBeez), ora vara la fase due, quella dello scaleup del modello, che sarà guidata dal nuovo amministratore delegato Marzio Pividori, ex
managing director e Head of Consumer House di Deutsche Bank Italia.
Un’operazione che porterà la banca che impiega i dati open banking, data analytics e intelligenza artificiale per erogare rapidamente credito alle imprese, grazie a una valutazione accurata del profilo creditizio, a scalare ulteriormente di dimensione e passare dagli attuali 12 milioni di euro di ricavi annui a quota 30 milioni.
“I dati del 2023 confermano il modello su cui si fonda AideXa. Ovvero offrire credito industrializzato alle micro imprese, in linea con le società di credito al consumo arrivate vent’anni fa, come Compass e Agos, ma senza filiali”, spiega Roberto Nicastro, presidente di Banca AideXa.
E racconta a BeBeez il neo ceo Marzio Pividori: “Il 2023 è stato un anno molto importante nel percorso di AideXa, direi l’anno della validazione del modello di business, con i ricavi al netto del costo del rischio che in 12 mesi sono decuplicati. Allargamento del numero di partner distributivi, miglioramento della user experience digitale, tenuta e diversificazione delle fonti di funding sono state le chiavi vincenti. Completato lo startup, abbiamo ora avviato la seconda fase, quella dello scaleup del modello con l’ulteriore accelerazione dello stock di crediti erogati alle piccole imprese, l’evoluzione del sistema di onboarding da remoto dei clienti e della piena valorizzazione di X Score, l’algoritmo proprietario di valutazione creditizia”. E aggiunge Pividori: “Nel 2024 puntiamo a 30 milioni di ricavi annui, confermando il focus sulle microimprese, quel segmento di mercato che più sta soffrendo il credit crunch, il defocus delle grandi banche e la desertificazione degli sportelli”.
In effetti i numeri sono impietosi: 255 mila imprese hanno sede in comuni senza uno sportello bancario, di cui 22 mila in più nei soli ultimi 12 mesi. Altre 390 mila imprese hanno sede in comuni con solo uno sportello bancario e sono pertanto a rischio di essere le prossime orfane di consulenza di prossimità. “Noi con la nostra specializzazione nel dialogare digitalmente con i clienti, anche con i nuovi, e l’attitudine a instaurare partnership con distributori terzi sui territori, possiamo aiutare le piccole imprese a trovare nuove alternative facilitando l’accesso al credito”, dice ancora Pividori.
Il tutto con un costo del credito che a fine 2023 era particolarmente contenuto, inferiore all’1,3% dello stock di crediti. “Nel 2024 puntiamo a incrementare lo stock e raggiungere i 700 milioni di crediti in portafoglio. Pur crescendo significativamente in termini di nuovi crediti concessi alle micro e piccole imprese, il nostro target è di rimanere sotto il 2% di costo del rischio e a oggi non vediamo segnali di marcato deterioramento del mercato. Le piccole imprese stanno uscendo da questa crisi in modo molto più forte rispetto alle crisi precedenti. Le misure di sostegno pubblico come le garanzie hanno giocato un ruolo fondamentale e devono rimanere centrali per garantire i flussi di credito necessari a questo segmento così fondamentale per il PIL del nostro paese”, sottolinea l’ad.
La banca intanto nel marzo 2023 ha lanciato il conto corrente remunerato per le imprese, X Conto, e nel luglio scorso anche il conto deposito non vincolato destinato ai privati, X Risparmio Libero. Più di recente Banca AideXa ha siglato con la Banca Agricola Popolare di Ragusa un nuovo accordo per accompagnare le pmi attraverso la distribuzione dei suoi prodotti di credito. In proposito Pividori ha detto: “Siamo molto contenti di aver ampliato la partnership con un socio storico di AideXa come la Banca Agricola Popolare di Ragusa. Per i gruppi bancari più tradizionali possiamo essere un partner interessante sia come fabbrica prodotti, sia come partner che mette a disposizione i suoi processi per migliorare l’offerta di credito alle microimprese sui loro libri. Infatti abbiamo dialoghi aperti anche con altri istituti di credito“.
E poi? “Vogliamo specializzare ulteriormente l’offerta sul segmento delle piccole imprese, guardando in particolare alle loro esigenze di circolante e di finanziamento degli investimenti. In tal senso da qualche giorno ci siamo accreditati alla Nuova Sabatini e stiamo rafforzando le partnership con alcuni Confidi per velocizzare l’offerta di prodotti garantiti. Sul fronte dei prodotti di raccolta stiamo progressivamente migliorando le funzionalità del nostro conto corrente, che con un tasso del 2% è molto competitivo rispetto al mercato”, continua l’ad, che aggiunge: “In banca ho trovato molta energia positiva. Siamo una squadra di 82 Aidexer, con background diversificati e una forte matrice tech. C’è una fortissima identità e una missione condivisa di facilitare l’accesso al credito delle piccole imprese che trasferiremo anche agli oltre 20 nuovi colleghi che si uniranno a noi nel corso dell’anno“.
La specializzazione dell’’offerta, l’industrializzazione dei processi e la ricerca di continui miglioramenti nella soddisfazione dei clienti giocheranno un ruolo chiave. In tal senso, a titolo di esempio, oltre alla crescita dei ricavi e al monitoraggio del costo del rischio, la banca “ha inserito nei report con cui misura le performance il punteggio delle recensioni e i giorni medi che impiega per le nuove erogazioni di ogni mese”.
Il modello di Banca AideXa ora è scalabile su tutto il territorio, con un livello di automazione del credito del 90%, grazie a motori e modelli del credito evoluti e basati su intelligenza artificiale. “Abbiamo grandi ambizioni. AideXa ha un modello unico e di fatto ha aperto il settore del credito industrializzato alle microimprese (in media 200 mila euro per prestito, 1-2 milioni di euro di fatturato) grazie alle tecnologie (AI, PSD2). Nel credito alle famiglie tre operatori hanno quasi la metà del mercato nei prestiti personali pur avendo nei rispettivi gruppi bancari di appartenenza meno del 20% degli sportelli insomma con le dovute proporzioni e differenze tra settori comunque attigui, la specializzazione paga e saper dialogare a distanza con i clienti conterà sempre di più”, dichiara ancora Pividori.
Nata nel 2020 durante la pandemia, Banca AideXa ha completato con successo fino a oggi la raccolta di 80 milioni di euro di capitale da parte di investitori e business angel di elevato standing nel mondo bancario, imprenditoriale, assicurativo, fintech e nel venture capital. L’ultimo round risale al giugno 2023, quando la banca ha raccolto 20 milioni di euro dai precedenti soci oltre che da due nuovi investitori, cioé Confidi Artigiancredito e SEAC, istituzioni leader nel tessuto della micro-impresa (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’agosto 2022, invece, la banca aveva chiuso un nuovo round di raccolta di capitali da 12 milioni di euro, sottoscritto dagli investitori esistenti. I principali investitori del round erano state Banca Ifis, Banca Sella e Generali, quest’ultima tramite il Fondo Ocorian, gestito da Ocorian Fund Management, sottoscritto da alcune compagnie del gruppo triestino e di cui Generali Insurance Asset Management è investment advisor (si veda altro articolo di BeBeez).
Aidexa aveva ottenuto a inizio giugno 2021 la licenza bancaria dalla Bce e cambiato contestualmente nome in Banca AideXa (si veda altro articolo di BeBeez). Il progetto di AideXa, nato inizialmente con il nome di Pbi (Progetto Banca Idea), era stato annunciato nelle sue grandi linee nel marzo 2020, contestualmente all’annuncio del round di seed capital (si veda altro articolo di BeBeez), chiuso poi nel giugno 2020 con una raccolta di 45 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Al round avevano partecipato, tra gli altri: 360 Capital Partners, Bertoldi Holding, Banca Sella,Banca Agricola Popolare di Ragusa, Gruppo Generali, La Scogliera spa, holding della famiglia Fürstenberg e proprietaria di Banca Ifis, la stessa Banca Ifis, FB5 Investments (la holding con cui Sergio Bommarito controlla il servicer di credito messinese Fire Group spa), l’Istituto Atesino di Sviluppo di Trento, la Micheli Associati del finanziaere Francesco Micheli e la società di comunicazione CloseToMedia (si veda qui la lista completa degli investitori). Nell’aprile 2021, poi, Nicastro, partecipando a un webinar di Assofintech organizzato in collaborazione con BeBeez, aveva comunicato che “ai circa 45 milioni iniziali si sono poi aggiunti 2,5 milioni di euro di Mediocredito Centrale, portando quindi la cifra raccolta a 48 milioni“.