
Punta allo sbarco a Piazza Affari nel 2023 Banca Progetto, la challenger bank italiana specializzata in servizi per le pmi italiane e la clientela privata, controllata da Oaktree Capital Management dal 2015, quando ancora con il vecchio nome di Banca Lecchese era stata ceduta al fondo da Banca Etruria (si veda altro articolo di BeBeez). E in questi due anni vuole crescere ulteriormente e diventare ancora più redditizia. Lo ha detto nei giorni scorsi a BeBeez e Milano Finanza Giuseppe Pignatelli, responsabile Divisione Imprese di Banca Progetto.
La banca peraltro è già sulla buona strada, dato che è tornata all’utile prima del previsto, in anticipo sulle previsioni del piano industriale e sulle attese di budget. I dati preliminari del 2020 diffusi dalla banca a inizio marzo hanno registrato infatti un utile netto di 12 milioni di euro, da una perdita di 7 milioni nel 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Un risultato che è stato raggiunto grazie a una revisione completa del modello di business, che vede nell’utilizzo del fintech una delle principali leve di sviluppo e di incremento di efficienza. Pignatelli ha infatti spiegato che “il volano di efficienza innescato dall’utilizzo del fintech è già stato in grado di portare il rapporto cost/income sotto il 60% da oltre il 100% che era inizialmente e nel giro di due-tre anni arriveremo attorno al 30%, cioè la metà di quello che sopportano oggi le migliori banche italiane, mentre il ROI, che già oggi è al 18%, salirà al 25-30%”. E a quel punto i tempi saranno maturi per la Borsa: “L’obiettivo è la quotazione entro fine 2023. Prima di arrivarci vogliamo portarci ai numeri che le ho detto e magari nel frattempo anche scalare il nostro modello di business in altri mercati in Europa, dove le esigenze delle pmi sono le stesse e quindi, in primo luogo in Sud Europa. Questo se ce ne saranno le condizioni e se Oaktree lo riterrà fattibile”.
La banca, comunque, si diceva, in pochi anni ha proprio cambiato pelle. Pignatelli ha infatti spiegato: “Nel 2018, appena acquisita dal fondo Oaktree, la banca aveva erogato alle imprese solo 20 milioni di euro. A gennaio 2019 siamo partiti con il nuovo modello di business, il primo mese abbiamo erogato 2 milioni, a fine anno eravamo arrivati a 260 milioni e nel 2020 abbiamo raggiunto quota 1,235 miliardi in finanziamenti alle imprese italiane. Le previsioni sono di ulteriore crescita, per il 2021. Un successo che si deve al fatto che esisteva un gap di mercato enorme e che abbiamo iniziato a colmare. Sto parlando delle piccole e medie imprese, che vengono quasi sempre servite in maniera inadeguata dalle tradizionali banche commerciali: tempi lunghissimi, procedure complicate”.
Nata come detto da Banca Lecchese, una piccola banca di territorio. Oaktree l’ha completamente rinnovata, nel management, mettendovi a capo il nuovo ceo Paolo Fiorentino, e nell’organizzazione, trasformandola in una challenger bank, con solo le sedi principali, una a Milano e una a Roma, e puntando da una parte sui clienti privati, lanciando conti di deposito, che ancora oggi rappresentano la principale fonte di funding della banca, e offrendo prestiti con cessione del quinto dello stipendio; e dall’altro, appunto, il lending alle pmi. Attivando nel contempo un circolo virtuoso, perché da un lato la banca conosce le aziende clienti che va a finanziare e dall’altro propone i finanziamenti anche ai loro dipendenti.
PIgnatelli ha proseguito: “Mancava del tutto una proposta specifica e specializzata con focus sulle pmi da parte delle banche, che nel sistema non trovavano in alcun modo risposte rapide e certe, non avevano punti di riferimento diretti e professionali. La banca si è dotata di una struttura distributiva diffusa su tutto il territorio nazionale, fatta di agenti, mediatori creditizi e intermediari finanziari con alti livelli di professionalità e servizio e tempi di risposta immediata. Stiamo parlando di una settantina di strutture affiliate e articolate sul territorio”. E ha aggiunto Pignatelli: “Questa rete si interfaccia con la nostra struttura commerciale interna, di area manager, con grande esperienza e che, con l’aiuto di processi tecnologicamente avanzati e automatizzati, è in grado di portare a compimento le proposte commerciali della rete con efficacia e in tempi rapidissimi (massimo 3-4 settimane). Grazie alla piena digitalizzazione dei processi, la banca è in grado di crescere rapidamente in termini di numero di pmi assistite e di volumi generati. Abbiamo unito tecnologia e artigianalità, ci piace definirci artigiani digitali perché l’origination e la fase finale decisionale viene realizzata dalle persone, mentre tutto il processo interno della banca che porta all’erogazione avviene utilizzando le migliori practice fintech. Presto valuteremo come integrare le nostre proposte per le pmi con importi più modesti, anche con una formula di instant lending”. Questo mix ha permesso alla banca di processare 1600-1700 operazioni l’anno scorso e quest’anno arriverà a oltre 2500, con un ulteriore aumento di erogato.
Peraltro l’approccio fintech funziona. Nonostante il fatto che i clienti target siano di piccole dimensioni e quindi con un merito di credito che nella percentuale più importante del portafoglio complessivo si colloca tra B e BB, è da sottolineare che a oggi il costo del rischio di Banca Progetto è solo dello 0,4%, il più basso del mercato italiano. “Le pmi nostre clienti pagano in media tassi leggermente superiori rispetto a quelli applicati dalle maggiori banche commerciali italiane, seppur col pregio, il nostro, di essere un costo pulito e trasparente non gravato di ulteriori voci spesso presenti nelle proposte della concorrenza tradizionale”, ha detto ancora Pignatelli.
Banca Progetto è molto attiva nelle partnership con le società fintech o tecnologiche. A inizio marzo ha per esempio siglato un accordo con FinDynamic, in modo da consentire alle aziende cllienti della banca di ricevere un finanziamento da Banca Progetto garantito da MCC/Sace, da utilizzare poi per sostenere i fornitori attraverso la piattaforma di FinDynamic che , grazie al dynamic discounting, consente a questi ultimi di richiedere l’incasso anticipato delle fatture prima della data di scadenza, a fronte di uno sconto che varia in base ai giorni di anticipo (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’ottobre 2020 la banca aveva invece investito 1,5 milioni di euro nella fintech Faire.ai (si veda altro articolo di BeBeez), con cui nel febbraio scorso ha siglato una partnership insieme alla piattaforma italiana di open finance Fabrick, allo scopo di lanciare l’instant lending per le pmi (si veda altro articolo di BeBeez). La stessa banca lo scorso gennaio ha siglato una partnership con Digital On Things (DOT), società di consulenza che opera nel mondo CRM (Customer Relationship Management) e data monetization e supporta la piattaforma Salesforce integrandone i servizi offerti (si veda altro articolo di BeBeez). La banca nel settembre 2020 aveva stretto una partnership anche con la fintech italiana Modefinance (si veda altro articolo di BeBeez) di cui Teamsystem la scorsa settimana ha rilevato la maggioranza (si veda altro articolo di BeBeez). Poche settimane dopo, in ottobre, Banca Progetto aveva avviato una collaborazione con Solutions to Enterprises (S2E), società di consulenza in ambito business e technology innovation, leader dell’Information Security che offre servizi di Security Advisory, progettazione SOC, sicurezza industriale, ethical hacking ed eDiscovery (si veda altro articolo di BeBeez).