La scaleup fintech italiana Borsa del Credito cambia nome in Opyn e punta sui servizi tecnologici di lending per le banche e sull’espansione in Europa. Lo ha annunciato ieri il ceo e cofondatore Ivan Pellegrini in conferenza stampa (si veda qui il comunicato stampa).
Il nuovo nome della società deriva dalle parole inglesi “open” e “PIN”, che richiamano rispettivamente l’open finance e la tecnologia. Inoltre il nuovo marchio è funzionale all’espansione in Europa della fintech, che affiancherà l’attività di puro marketplace del credito via web al lending as a service (LaaS), configurandosi come azienda tecnologica al servizio di banche e aziende. In sostanza, la scaleup si propone di vendere su larga scale alle banche europee la sua tecnologia per l’attività di erogazione di credito, soprattutto alle pmi, tramite i canali digitali sfruttando tecnologie come algoritmi e intelligenza artificiale per le procedure di valutazione del rischio di credito.
Un business, questo, per il quale la società ha fatto palestra nell’ultimo anno e mezzo soprattutto grazie a un accordo con Azimut. Ricordiamo infatti che Azimut nell’aprile 2020 aveva annunciato che avrebbe investito fino a 100 milioni di euro in prestiti alle pmi, utilizzando proprio la tecnologia della piattaforma BorsadelCredito.it (si veda altro articolo di BeBeez). La partnership si è poi tradotta nella costituzione della newco Azimut Capital Direct srl, che fornisce ad Azimut tutto il supporto tecnologico necessario per erogare finanziamenti a pmi tramite una propria piattaforma.
“Prevediamo, a tendere, un sorpasso del LaaS sul marketplace lending“, ha detto quindi Pellegrini, che ha aggiunto: “La trasformazione di Borsa del Credito in Opyn segue la nostra naturale evoluzione e quella del mercato: nel prossimo futuro il lending digitale diventerà parte integrante dei servizi che le banche offriranno all’economia reale e sarà una nuova linea di business delle grandi aziende non finanziarie (embedded finance). Opyn sarà in prima linea in questa evoluzione in qualità di abilitatore tecnologico. Presto le istituzioni finanziarie e le grandi aziende saranno i principali clienti del fintech e noi saremo un punto di riferimento per ogni servizio legato alle imprese, prima in Italia e poi anche all’estero”.
E, ha anticipato Pellegrini, “a breve annunceremo un progetto di LaaS con una banca digitale. Non intendiamo aprire il nostro marketplace ai prestiti ai privati, ma la piattaforma LaaS può essere utilizzata anche per il credito al consumo, se qualche cliente ce lo richiederà”. Il manager ha continuato: “Da sempre sosteniamo l’integrazione del fintech nell’offerta della finanza tradizionale e non a caso abbiamo già stretto accordi con istituzioni del calibro di Banca Valsabbina e Azimut, con cui abbiamo anche realizzato la prima tokenizzazione di portafogli di crediti in Italia”.
RIcordiamo infatti che Banca Valsabbina lo scorso luglio ha acquistato circa l’8,3% di Business Innovation Lab, la società proprietaria della piattaforma Opyn, in un’operazione che prevede in una prima fase l’acquisto delle quote sul mercato secondario e l’assegnazione a Valsabbina anche di warrant convertibili in ulteriori azioni fino al raggiungimento di una partecipazione complessiva al massimo pari al 9,9% (si veda altro articolo di BeBeez). Un’operazione, questa, che suggella una collaborazione già in atto da tempo. La banca, infatti, lo scorso aprile ha sottoscritto insieme ad Azimut i titoli abs della cartolarizzazione da 200 milioni di euro di crediti alle pmi erogati da Borsa del Credito emessi dal veicolo Kripton spv (si veda altro articolo di BeBeez). Si era trattato della seconda operazione di questo tipo che coinvolgeva Banca Valsabbina. Nel settembre 2020, infatti, la banca aveva sottoscritto titoli abs di una cartolarizzazione di 100 milioni di euro di crediti offerti sulla piattaforma (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto ad Azimut, è socio di Borsa del Credito dal 2016, cioé da quando ha partecipato al round di investimento da 1,6 milioni di euro raccolto dalla startup e guidato dal fondo P101, affiancato anche da GC Holding, la controllante dello spedizioniere Italmondo (si veda altro articolo di BeBeez). P101 era invece investitore di Borsa del Credito da 2015, quando aveva guidato un primo round da un milione di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Tornando ad Azimut, la collaborazione è stata poi stretta e l’ultima operazione riguarda appunto quella accennata da Pellegrini, cioé il lancio dell’Azimut Token (Azim), il primo token per investire in economia reale, che è la rappresentazione digitale di un portafoglio di 5 milioni di euro di prestiti alle piccole e medie imprese italiane, originati sulla piattaforma di Borsa del Credito (si veda altro articolo di BeBeez).
E, per quanto riguarda l’internazionalizzazione, “non vogliamo entrare sul mercato americano, ma solo in Europa, trainati dalle aziende italiane. In particolare, vediamo con favore l’ipotesi di partire da Germania, Olanda e Paesi scandinavi“, ha aggiunto il ceo di Opyn.
Gli investimenti per l’internazionalizzazione saranno finanziati grazie all’ebitda positivo della società, che non distribuirà dividendi. Opyn è infatti in una fase di grande crescita: il primo semestre del 2021 si è chiuso con circa 6 milioni di euro di ricavi (contro i 4 dell’intero 2020) e circa 2 milioni di ebitda positivo. Numeri che proiettano per la fine del 2021 una crescita anno su anno dei ricavi di circa 4 volte e di 10 volte per l’ebitda. Borsa del Credito aveva chiuso invece il 2020 con un utile lordo di oltre 613 mila euro e un utile netto di quasi mezzo milione di euro, grazie a un aumento esponenziale dei ricavi, che a fine 2020 hanno superato i 4 milioni, in crescita del 460% dai circa 743 mila euro del 2019. Il tutto a fronte di una posizione finanziaria netta di circa 3 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Numeri ottenuti grazie all’aumento importante dell’erogato, arrivato da inizio operatività nel 2015 a fine 2020 a quota 150 milioni di euro, di cui 75 soltanto nel 2020 (si veda anche il Report BeBeez Piattaforme Fintech 2020, disponibile agli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data).
“Se oggi BorsadelCredito.it è tra i primi digital lender italiani, domani Opyn sarà tra le principali realtà fintech europee: oltre al grande salto di quest’anno, ci aspettiamo anni di forte crescita, con ricavi che tra tre-cinque anni saranno superiori a 100 milioni di euro ed ebitda margin del 40% e a fare da traino sarà proprio la nuova strategia di lending as a service e di espansione internazionale”, ha detto ancora Pellegrini, che ha ricordato che dal lancio “Opyn ha intermediato credito per più di 300 milioni di euro, di cui 154 milioni nel primo semestre 2021. E l’obiettivo è arrivare a 500 milioni entro il 2022“.
Non si tratta di obiettivi troppo ambiziosi, visto che il mercato dell’alternative lending è vastissimo. Ricordiamo che soltanto in Italia I finanziamenti intermediati dalle piattaforme fintech a pmi italiane hanno sfiorato i 5 miliardi di euro a fine dicembre 2020 dall’inizio dell’operatività delle varie piattaforme, con le prime che hanno iniziato l’attività tra il 2015 e il 2016. Risulta sempre dalll’ultimo Report BeBeez Piattaforme Fintech 2020 (disponibile per gli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Il balzo più importante è avvenuto nel 2020, con un intermediato che supera i 2,175 miliardi di euro, contro gli 1,4 miliardi intermediati in tutto il 2019, a indicare che ormai siamo di fronte a un asset class riconosciuta da un nutrito numero di investitori, sia nella forma di finanziamento del circolante, attraverso l’acquisto di fatture, sia in quella di finanziamento a medio-lungo termine, attraverso l’acquisto di prestiti.
E ovviamente, se ci si mette in ottica europea i numeri aumentano ancora di più. In questo caso i dati più recenti sono quelli pubblicati dal Centro per l’Alternative Finance dell’Università di Cambridge, secondo il quale nel 2020 i prestiti alle pmi hanno toccato nel mondo (esclusa la Cina) l’equivalente di 43 miliardi di euro, un aumento del 51% anno su anno. Gli Usa hanno prestato via lending oltre 27 miliardi nel 2020, il Regno Unito 14 miliardi e l’Europa 4,4 miliardi. Ma evidentemente i dati sono sottostimati, visto che appunto il database di BeBeez ha contato 5 miliardi soltanto per l’Italia e soltanto in relazione a prestiti a pmi e acquisto di fatture commerciali.
Secondo quanto risulta a BeBeez, l’espansione all’estero avverrà lungo tre direttrici, soprattutto apertura di sedi proprie nelle aree di interesse e accordi commerciali con istituzioni finanziarie locali. Ma non sono escluse acquisizioni.
Fondata nell’ottobre 2013 da Antonio Lafiosca, Alessandro Andreozzi e lo stesso Pellegrini come piattaforma digitale di brokeraggio per il credito alle aziende, nel 2015 Borsa del Credito ha aperto il suo canale di P2P lending (si veda altro articolo di BeBeez). I soci attuali di Business Innovation Lab, la holding che controlla Opyn, sono: P101 (30%), GC Holding (15%), Banca Valsabbina (8,3%), il management (meno del 10%), Azimut e altri soci di minoranza (meno del 5% ciascuno). I due soci finanziari più avanti usciranno dal capitale e la quotazione in Borsa “potrebbe essere una strada verso la exit”, ha affermato Pellegrini.
Opyn fa capo come detto alla holding Business Innovation Lab spa, che controlla al 100% altre due società: Mo.Net spa, autorizzata a svolgere i servizi di peer-to-peer lending; e Art sgr spa, gestore di fondi alternativi di investimento, riservati a investitori professionali, che sottoscrivono i prestiti offerti in piattaforma. In particolare, Art sgr gestisce, oltre al fondo Colombo II di cui si è detto sopra, anche il primo fondo Colombo, lanciato nell’ottobre 2017 con il supporto degli stessi azionisti di Opyn (si veda altro articolo di BeBeez), e il Systema Credit Fund, lanciato nell’aprile 2019 da Confidi Systema! e Prader Bank (si veda altro articolo di BeBeez).