
di Alessandro Albano
Per allinearsi agli altri Paesi europei, nel Parlamento italiano si sta lavorando per arrivare ad utilizzare la tecnologia blockchain nell‘emissione e circolazione degli strumenti finanziari. Tra gli emendamenti del nuovo Dl Semplificazioni, infatti, è stato inserita una proposta che prevede le emissioni finanziarie basate sulla Distributed Ledger Technology (Dlt) e 12 mesi di sperimentazione per l’emissione di obbligazioni, per ora da parte delle sole spa su una rete di registri distribuiti, come riferisce Milano Finanza.
Secondo l’emendamento, a prima firma di Roberto Pella, Forza Italia, solo “gli investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale” potranno inizialmente sottoscrivere i titoli, con il trasferimento che “avverrà mediante scritturazione sul registro utilizzato per l’emissione”. Sempre attraverso il registro gli emittenti metteranno a disposizione le informazioni sulle caratteristiche e i rischi associati alla tecnologia prescelta, alla specifiche modalità di emissione e alle misure per tutelare l’operatività dell’emissione.
La proposta inserita nel decreto legge specifica poi che ad ogni emissione digitale dovrà corrispondere “una strategia chiara, dettagliata e pubblicamente disponibile per trasferire le scritturazioni a un altro registro”. Consob e Banca d’Italia controlleranno l’intero processo e, secondo tempi stabiliti, dovranno inviare una relazione sui risultati delle emissioni e sullo sviluppo del mercato al Comitato ad-hoc che verrà istituito dal Ministero dell’Economia.
La proposta va nella direzione tracciata dal Libro Verde dello stesso Mef presentato lo scorso marzo, il quale indica la possibilità di emettere strumenti su Distributed ledger technology (Dlt). Come viene precisato nel Libro Verde, “sono attualmente all’esame possibili opzioni di intervento normativo per sperimentare un nuovo regime di emissione e circolazione in forma digitale di strumenti finanziari che si aggiungerebbe a quelli già esistenti (cartolare e gestione accentrata/dematerializzata).
Considerati la novità della cosa e i possibili impatti sul sistema bancario e finanziario attuale, in linea con l’approccio graduale adottato a livello europeo nel regime pilota DLT è allo studio l’introduzione in una prima fase di un regime normativo a carattere transitorio che consenta l’applicazione delle tecnologie DLT solo ad alcuni strumenti finanziari a circolazione limitata (appunto le obbligazioni emesse dalle spa). Per mitigare i possibili rischi legati alla sottoscrizione di questi prodotti digitalizzati da parte delle fasce più vulnerabili della clientela, in questa prima fase tali strumenti finanziari potrebbero essere emessi e circolare solo tra investitori professionali”. Dopodiché, in “una seconda fase sarebbe poi definita la cornice normativa volta a consentire, a regime, l’emissione e la circolazione in forma digitale di tutti gli strumenti finanziari”. (si veda altro articolo di BeBeez).
La proposta di utilizzare la DLT nelle emissioni rientra nel quadro del regime pilota europeo il cui Regolamento è stato emanato a metà dello scorso maggio con attuazione prevista per il 2024. La sandbox normativa, il cui obiettivo è “facilitare lo sviluppo delle DLT Technologies, inclusa la blockchain, nell’ambito dei mercati di capitale relativi a strumenti finanziari”, rientra nel più ampio Digital Finance Package, assieme al Regolamento sulla resilienza digitale rispetto alle tecnologie del settore finanziario (Regolamento DORA) e il Regolamento sul mercato dei crypto-assets (Regolamento Mi.CA, si veda qui il documento).
Il regolamento Ue, che presta molta attenzione anche al tema della cyber sicurezza, non si limita alla blockchain, ma vuole comprendere tutto il campo delle DLT definite come “una tecnologia che consente il funzionamento e l’uso dei registri distribuiti” ove per registro distribuito si intende “archivio di informazioni in cui sono registrate le operazioni e che è condiviso da una serie di nodi di rete DLT ed è sincronizzato tra di essi, mediante l’utilizzo di un meccanismo di consenso”.
C’è chi in Europa si è mosso prima in termini di emissioni digitali. Già a fine 2020, il governo dell’ex Cancelliera tedesca Angela Merkel aveva approvato una nuova legislazione che introduceva titoli completamente elettronici come parte della sua più ampia strategia blockchain, alleggerendo le regole che fino ad allora avevano costretto gli emittenti e i possessori di titoli a documentare le transazioni con un certificato cartaceo. “Il certificato cartaceo può essere caro ad alcuni per motivi nostalgici, ma il futuro appartiene alla sua versione elettronica”, aveva detto l’allora ministro delle Finanze e attuale Cancelliere Olaf Scholz, aggiungendo che i titoli elettronici “riducono i costi e gli oneri amministrativi” (si veda articolo di CrowfundingBuzz).
Una strada, quella della digitalizzazione dei sistemi burocratici, che è proseguita con il nuovo governo dello stesso Scholz. Nel Future Act sono state inserite misure volte a promuovere l’imprenditorialità e l’accesso al capitale e ad abbracciare la digitalizzazione della finanza con titoli digitali o security token. La legge finanziaria comprende diversi aspetti, tra cui l’abilitazione di SPAC, requisiti patrimoniali inferiori per le IPO, il miglioramento dell’attrattiva fiscale per gli investitori, comprese esenzioni fiscali più elevate per le plusvalenze (si veda articolo di CrowfundingBuzz)