36Brains, la startup milanese di intelligence privata e investigazioni fondata a fine 2020 da Marianna Vintiadis, ex capo Sud Europa di Kroll (si veda altro articolo di BeBeez), ha chiuso il 2022 con un milione di euro di ricavi, il doppio del 2021. Il tutto macinando utili sin dal primo anno di attività. E per quest’anno l’obiettivo è 2 milioni di fatturato, dopo già una crescita del 67% nel primo trimestre rispetto ai primi tre mesi del 2022.
Intanto continuano gli investimenti sia nello sviluppo dell’attività in Italia, con l’apertura della nuova divisione Legal Technologies, affidata ad Andrea Simboli, appena entrato in 36Brains, con un passato come avvocato d’impresa per aziende internazionali e per importanti entità governative, tra cui l’esercito americano; sia nella crescita del business all’estero, a partire dall’ufficio di Berlino aperto nel giugno 2021, affidato ad Andrejs Klisans, anche lui con un passato in Kroll a Madrid (si veda altro articolo di BeBeez). Ora il prossimo paese obiettivo è la Spagna. Lo ha raccontato a BeBeez la stessa Vintiadis, precisando che “il mercato italiano vale 5-6 milioni di euro, quindi abbiamo ancora spazio di crescita, ma dobbiamo necessariamente guardare anche all’estero”.
Intanto in questi mesi il team ha sviluppato la prima versione beta di un software proprietario in grado di ridurre i tempi del lavoro ripetitivo di analisi dei dati, utile in particolare come strumento da utilizzare nell’ambito dei processi di controllo regolatori come quelli ai fini anti-riciclaggio nell’ambito della compliance finanziaria.
Il punto di forza di 36Brains è stato peraltro sin dall’inizio la tecnologia. La startup, infatti, arricchisce le informazioni raccolte presso il suo network globale di fonti con un uso acuto del tech, garantendo risultati puntuali e abbattendo i costi. Per questo la startup è alla costante ricerca di soluzioni innovative da mettere a disposizione dei clienti che sono aziende e investitori, spesso fondi di private equity che devono condurre due diligence sulle potenziali target o controlli sulle partecipate, e non a caso ad affiancare Vintiadis c’è il socio Antonio Giuseppe Di Pietro, con un’esperienza nel settore della corporate intelligence in Asia e pioniere dell’applicazione delle innovazioni tecnologiche al settore del diritto penale d’impresa.
In particolare, la nuova divisione Legal Technologies si rivolge ai legali che potranno accedere alle più sofisticate tecnologie d’indagine tra cui software per l’analisi forense dei dati digitali e per il tracciamento delle criptovalute con un sistema pay-as-you-go a costi abbordabili anche per progetti di piccolo calibro.
“Questa iniziativa nasce per supportare il mondo forense nella transizione digitale e permettere agli avvocati del nostro paese di sfruttare i benefici che i nuovi sviluppi in materia d’intelligenza artificiale e machine learning mettono a disposizione di imprese e studi legali”, ha detto Vintiadis, che lo scorso anno è risultata seconda classificata, dopo la general counsel di Meta, Allison Stanton, per l’ambito premio internazionale Stellar Women in Technology di Relativity, software house Usa specializzata in legal tech, in particolare con il software RelativityOne, di cui 36Brains è unico partner italiano.
“Utilizziamo quotidianamente soluzioni di ultima generazione e sviluppiamo anche tecnologie proprietarie. Siamo in grado di far fronte alla crescente richiesta di strumenti sofisticati per offrire ad avvocati e legali d’azienda soluzioni adatte a ogni scenario”, ha spiegato Andrea Simboli, che ha aggiunto: “I software moderni sono costosi e spesso richiedono conoscenze specialistiche prima di poter essere utilizzati. Noi ci facciamo carico dei costi delle licenze e offriamo il supporto tecnico quando richiesto, riducendo così gli oneri e le difficoltà tecniche che strumenti molto sofisticati inevitabilmente comportano. Offriamo soluzioni a consumo permettendo così ai nostri clienti di massimizzare efficacia ed efficienza nella conduzione d’indagini interne e difensive”.