Cherry srl, la startup fintech di cui l’ex ad di Banca Ifis Giovanni Bossi è cofondatore, specializzata nello sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale per la valutazione dei portafogli di crediti deteriorati, nel 2021 ha raddoppiato il fatturato a 1,2 milioni di euro rispetto al 2020 (si veda qui il comunicato stampa).
Nel bilancio al 31 dicembre 2021, approvato dal cda dell’azienda, si registrano segni positivi per tutti i principali indicatori: l’ebitda è più che triplicato a quasi 300 mila euro rispetto all’anno precedente, e il risultato d’esercizio è stato positivo per il terzo anno consecutivo, per circa 34 mila euro.
Cherry è stata fondata nel 2019 a Milano da Mara Di Giorgio (ceo, ex capo comunicazione Banca Ifis), Luca Bonacina (head of technology, ex EY), oltre che appunto da Giovanni Bossi. Ha commentato Di Giorgio: “Il 2021 è stato un anno determinante per il posizionamento di Cherry sul mercato. Dopo due anni di ricerca e lavoro sulle soluzioni tecnologiche in grado di soddisfare le esigenze degli operatori, negli scorsi 12 mesi abbiamo dato seguito a importanti investimenti sul personale, i cui costi sono cresciuti di oltre il 40%, consentendoci di ottimizzare il nostro business model e definire i servizi con cui ci presentiamo sul mercato. Siamo nati per servire principalmente gli operatori del mercato dei crediti deteriorati, e oggi siamo in grado di offrire servizi lungo tutta la filiera del credito. Nel 2022 contiamo di consolidare il passaggio dalla fase di startup a quella di scaleup”.
Prodotto di punta di Cherry resta la piattaforma Cherry Bit, che tramite gli algoritmi proprietari sottostanti è in grado di recuperare, in modo automatico e veloce, le informazioni necessarie a una profonda data remediation, applicandola a diversi scenari: per i portafogli NPE in fase di gestione, la piattaforma fornisce servizi di enrichment e analisi ai fini di valutare la strategia di recupero migliore (giudiziale o stragiudiziale), effettuando verifiche puntuali sulla consistenza patrimoniale dei debitori e di eventuali garanti e sulla situazione dei gravami su reddito e immobili. Lo scorso settembre, Cherry ha affidato a due nuove figure manageriali, Salvatore Petrucciani e Massimo Macciocchi, il compito di portare sul mercato Cherry Bit.
Risale invece a gennaio di quest’anno il lancio di Cherry Brick, che permetterà di investire negli immobili consentendo di monitorare, in breve tempo, le opportunità di investimento più allettanti disponibili all’asta su tutto il territorio nazionale servendosi dell’Intelligenza Artificiale e di algoritmi che permetteranno non solo di allineare desideri degli investitori e immobili disponibili sul mercato, ma permetteranno di interpretare automaticamente e velocemente i documenti relativi alle aste immobiliari.
Ricordiamo che a fine 2019, contestualmente alla fondazione di Cherry srl, Giovanni Bossi aveva acquisito anche il 65% del capitale di Cassiopea NPL spa, un intermediario finanziario iscritto al registro di Banca d’Italia di cui all’art. 106 Testo Unico Bancario, che è stato poi ribattezzato Cherry 106 spa (si veda altro articolo di BeBeez). A sua volta Cherry 106 nell’ottobre 2021 è stato incorporato nell’istituto di credito padovano Banco delle Tre Venezie, con Giovanni Bossi, che è diventato socio di maggioranza relativa della nuova realtà con il 40,7% e amministratore delegato (si veda altro articolo di BeBeez) e con il nuovo gruppo che è stato ribattezzato Cherry Bank dallo scorso 1° marzo (si veda altro articolo di BeBeez).