Enel ha ceduto a Sonnedix, produttore globale di energia solare indipendente controllato da JP Morgan Asset Management, l’intera partecipazione detenuta da Enel Chile (99,991%) e direttamente da Enel (0,009%) in Arcadia Generación Solar spa, azienda cilena proprietaria di un portafoglio di quattro impianti fotovoltaici situati nelle regioni di Atacama e Antofagasta, nella parte settentrionale del Cile, per un controvalore complessivo di 550 milioni di dollari (si veda qui comunicato stampa).
Nel dettaglio, a comprare le partecipazioni saranno Sonnedix Chile Arcadia spa e Sonnedix Chile Arcadia Generación spa, società entrambe controllate da Sonnedix. Il closing dell’operazione è condizionata ora al vaglio tra cui l’autorizzazione da parte dell’autorità antitrust cilena Fiscalía Nacional Económica (FNE).
Gli impianti fotovoltaici in questione sono Diego de Almagro (36 MW, operativo dal 2014), Carrera Pinto (97 MW, operativo dal 2016), Pampa Solar Norte (79 MW, operativo dal 2016) e Domeyko (204 MW, operativo dal 2022), insieme generano circa 1 TWh all’anno di produzione netta e hanno circa 416 MW di capacità installata in totale.
L’operazione, che si inquadra nel maxi piano di cessioni da 21 miliardi inserito nel Piano strategico 2023-2025 di Enel, genererà secondo i piani dell’azienda un impatto positivo sull’indebitamento netto di circa 504 milioni di euro e sull’utile netto reported 2023 di circa 20 milioni, con un ulteriore miglioramento del profilo di rischio-rendimento e della sua base di asset.
Intanto Sonnedix, sempre in Cile, a fine giugno ha avviato l’impianto solare fotovoltaico Sonnedix Meseta de los Andes da 160 MW, il più grande progetto di questo tipo del Cile centrale e il secondo più grande progetto dell’azienda a livello mondiale (si veda qui comunicato stampa). Attivo in tutto il mondo, recentemente il colosso cileno ha chiuso diverse operazioni in Italia, l’ultima nell’agosto 2022 quando ha rilevato dalla bolzanina Psaier Energies srl un portafoglio di 4 progetti di impianti fotovoltaici in fase di sviluppo situati tra il Friuli-Venezia Giulia e il Lazio, per un totale di circa 26 MW (si veda altro articolo di BeBeez)
Poche settimane prima Sonnedix aveva acquisito da Graziella Holding, già a capo di un gruppo di società attive in vari settori, che include anche il noto brand di pelletteria Braccialini (si veda altro articolo di BeBeez), il 100% di Sandalia Green srl e Green Karalis srl, proprietarie di un portafoglio di 117,8 MW di progetti di impianti solari fotovoltaici nella fase Ready-to-Build (RtB) in Sardegna. Ad inzio 2022, invece, la società di JP Morgan aveva portato nel proprio perimetro due portafogli di impianti fotovoltaici, di cui uno in Puglia e Sicilia e l’altro in Piemonte, per una capacità complessiva di 5,5 MW da BhnLux sarl, veicolo di iAM Capital Group plc, e vari investitori privati (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando alla multinazionale italiana dell’energia, la cessione del portafoglio cileno non è stata l’unica operazione di questo tipo portata a termine negli ultimi giorni. Dopo circa 24 ore e dall’altra parte del mondo, la società guidata dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha annunciato la dismissione del 50% delle due società che possiedono tutte le attività del gruppo in Australia, cioè Enel Green Power Australia Pty Ltd ed Enel Green Power Australia Trust. Ad acquisire le quote è stata Inpex Corporation, uno dei maggiori gruppi petroliferi giapponesi quotati sulla Borsa di Tokyo, per un corrispettivo di circa 400 milioni di euro di enterprise value, di cui circa 140 milioni di euro in debito (si veda qui il comunicato stampa). La cessione genererà sull’ebitda ordinario 2023 un impatto positivo di 87 milioni, con effetto positivo sull’indebitamento netto di circa 145 milioni legato alla quota del 50% ceduta da EGP che sarà contabilizzata nel 2023, ma sono inclusi i circa 203 milioni di euro di indebitamento netto deconsolidati nel 2022, in quanto EGPA era già stata classificata come held for sale. Il colosso italiano non uscirà comunque dal Paese Oceanico visto che Enel e Inpex gestiranno congiuntamente EGPA, supervisionando l’attuale portafoglio di generazione da fonti rinnovabili di quest’ultima e continuando a sviluppare la sua pipeline di progetti, e continuando a guidare la transizione energetica in corso in Australia.
Con l’intento del piano di ridurre l’indebitamento netto, salito al record di 69,7 miliardi di euro alla fine di settembre sceso poi a fine anno a 60,1 miliardi, al di sotto di tre volte l’utile di base, le vendite hanno riguardato asset considerati non core anche in Europa. E con la Romania già in cassa, grazie alla vendita delle attività nel Paese alla greca Public Power Corp per 1,26 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez), il prossimo obiettivo è proprio la Grecia, con Enel Green Power Hellas che a breve potrebbe passare nelle mani degli australiani di Macquarie Group per quota di circa il 50% (si veda altro articolo di BeBeez). L’indiscrezione è datata fine aprile e per ora non sono emerse ulteriori novità a riguardo e sia il venditore sia il compratore, che ricordiamo detiene una partecipazione del 49% nell’unico operatore di rete elettrica della Grecia Hedno (Hellenic Electricity Distribution Network Operator), non hanno fornito notizie a riguardo ma con Enel che sta procedendo a passo spedito sul maxi piano di cessioni è presumibile che l’operazione possa solo essere rimandata.
Ricordiamo che il piano studiato dall’ex amministratore delegato Francesco Starace era stato promosso da Fitch che aveva confermato il rating sul debito senior unsecured a BBB+ a inizio febbraio, prevedendo una riduzione dell’indebitamento netto di 14,3 miliardi di euro nel periodo 2023-2024, con una leva netta media prevista di 4,7 volte a fine 2023 dalle 5,3 volte del periodo 2021-2022. Guardando i risultati finanziari, nel primo trimestre Enel ha registrato ricavi di 26,4 miliardi rispetto ai 34,1 miliardi del primo trimestre 2022, l’ebitda ordinario si è attestato a circa 5,5 miliardi dai 4,9 miliardi del marzo 2022, l’utile netto è stato pressochè stabile a 1,5 miliardi, mentre il debito è diminuito a 58,9 miliardi dai 60 circa di fine 2022 (si veda qui comunicato stampa).