Acque Bresciane, gestore unico del servizio idrico bresciano e società a totale capitale pubblico, ha sottoscritto con un pool di banche e con Cassa Depositi e Prestiti un contratto di finanziamento di 202 milioni di euro finalizzato a coniugare sviluppo societario e sostenibilità ambientale. Le banche finanziatrici dell’operazione sono state Intesa Sanpaolo, che ha anche svolto il ruolo di Sustainability Coordinator e Banca Agente del pool composto da BNL Gruppo BNP Paribas, Banco BPM, BPER e Iccrea Banca (si veda qui il comunicato stampa di Intesa Sanpaolo e qui quello di Acque Bresciane).
Il pool di banche è stato assistito per gli aspetti legali da Legance Avvocati Associati, mentre Acque Bresciane è stata assistita dallo Studio Legale Osborne Clarke.
L’operazione prevede tre diverse linee di credito: una tranche di 95 milioni di euro strutturata come Green Loan, con scadenza 2036, finalizzata alla copertura degli investimenti “green” del Piano industriale; una tranche di 40 milioni, sempre con scadenza 2036, destinata agli altri investimenti ed al sostegno del processo di ampliamento del bacino dei Comuni gestiti all’intera provincia di Brescia ; una tranche di 67 milioni, con scadenza 2029, per il rifinanziamento del debito pregresso.
Secondo quanto risulta a BeBeez, sulla tranche green, peraltro quella di maggiore importo, il tasso di interesse è legato a obiettivi ecosostenibili, in funzione soprattutto della minimizzazione del consumo di energia elettrica e della dispersione di acqua lungo la rete. La verifica del rispetto degli obiettivi ESG sarà effettuata con cadenza annuale dalla milanese Bureau Veritas.
Nel 2020 Acque Bresciane ha fatturato poco più di 75 milioni di euro generando un ebitda di 14 milioni, mentre a fine anno il debito netto era di 85,2 milioni. (si veda qui l’analisi di Leanus una volta registrati gratuitamente)
Gianluca Delbarba, presidente di Acque Bresciane, ha spiegato: “Il finanziamento, erogato in 4 anni, consentirà di attuare interventi in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 che prevedono progetti di economia circolare, sostenibilità ambientale, uso efficiente delle risorse e dell’energia”. Questi principi corrispondono a interventi concreti, a partire dalla risoluzione delle procedure di infrazione UE dovute all’assenza o all’inadeguatezza di impianti di collettamento e depurazione delle acque reflue. Per il segmento acquedotti sono previsti ammodernamenti e nuove realizzazioni, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità dell’acqua del rubinetto, incentivando comportamenti plastic free. In tema di economia circolare in primo piano il riutilizzo dell’acqua depurata e la riduzione dei fanghi, grazie a tecniche innovative di bioessiccamento”.
“Questo finanziamento conferma il costante sostegno di Intesa Sanpaolo all’economia italiana, in particolare per il rafforzamento di un settore così essenziale e primario, garantendo un beneficio concreto per i cittadini e il territorio di riferimento” ha commentato Michele Sorrentino, responsabile Network Italia della Divisione IMI Corporate & InvestmentBanking di Intesa Sanpaolo. “L’operazione, strutturata in pool con le principali Banche che affiancano la Società, ha impiegato risorse finanziarie derivanti dai plafond destinati alle imprese che investono in progetti e iniziative circolari con modalità innovative”
Intesa Sanpaolo in particolare ha stanziato a questo scopo un plafond di 6 miliardi di euro. Il plafond era inizialmente da 5 miliardi, poi nell’ottobre 2020 era stato esteso alla rete UBI, aggiungendo un ulteriore miliardo (si veda qui il comunicato stampa e altro articolo di BeBeez). Nel quadro di questa iniziativa due giorni fa Intesa Sanpaolo ha erogato un prestito green da 8 milioni di euro alla salernitana Tecnocap , che produce tappi e altre chiusure per bottiglie (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre a valere sul plafond da 6 miliardi per la circular economy stanziato da Intesa Sanpaolo, pochi giorni fa Sintesi e Ricerca (SER), società torinese leader a livello europeo nella produzione di cere industriali, ha ottenuto un finanziamento da 42 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre lo scorso maggio LU-VE Group, multinazionale varesina quotata sul MTA di Piazza Affari e tra i principali costruttori mondiali di scambiatori di calore, aveva ottenuto un prestito da 25 milioni sempre sul medesimo plafond (si veda altro articolo di BeBeez). Contestualmente, LU-VE aveva incassato altri 30 milioni di euro nella forma di Sustainable Loan (S-Loan) finalizzato a sostenere il capitale circolante e i piani di sviluppo dell’azienda incentrati su nuovi programmi ESG (Environmental, Social, Governance) già strategici per la società.