Unidata spa, operatore di telecomunicazioni, cloud e servizi IoT quotato all’Euronext Growth Milan di Borsa Italiana, e il Fondo Infrastrutture per la Crescita ESG (Fondo IPC) di Azimut Libera Impresa sgr, che investe in infrastrutture sociali che possano generare crescita economica rispettando un approccio ESG, hanno sottoscritto degli accordi vincolanti per realizzare un nuovo sistema di fibre ottiche sottomarine nel mare Tirreno di circa 900 chilometri (si veda qui il comunicato stampa).
Il sistema collegherà Mazara del Vallo a Genova con un punto di snodo in prossimità di Roma-Fiumicino e sarà realizzato tramite Unitirreno Submarine Network spa, una società di scopo creata ad hoc, che è partecipata al 96% da una HoldCo e al 4% da “alcuni manager promotori dell’iniziativa con comprovata esperienza nel settore delle telecomunicazioni”, dice la nota diffusa da Unidata. La HoldCo, a sua volta, è partecipata al 66,67% dal Fondo IPC e al 33,33% da Unidata, con la possibilità che quest’ultima arrivi a detenere la maggioranza, terminata la realizzazione.
Unitirreno Submarine Network spa effettuerà un investimento complessivo stimato in circa 80 milioni di euro, di cui 36 finanziati da equity e 44 milioni dal sistema bancario e da autofinanziamento generato dall’operazione. Per quanto concerne l’equity, Unidata investirà fra i 12 e i 18 milioni. I profili legali dell’operazione sono stati curati da Chiomenti, per Unidata, e da Gianni & Origoni, per Azimut Libera Impresa.
La costruzione della nuova rete verrà affidata ad Alcatel Submarine Networks ed Elettra Tlc spa e sarà il primo sistema open cable a 24 coppie di fibre ottiche nella regione del Mediterraneo, con tecnologie sottomarine che possono soddisfare le crescenti esigenze di banda larga italiane e internazionali grazie a una capacità totale del sistema stimata in 480 Tbps (terabyte per secondo) sulla tratta principale e di 320 Tbps sulla diramazione a 16 coppie di fibre verso Fiumicino. La nuova rete comprenderà anche unità di diramazione stubbed per facilitare futuri atterraggi in Sardegna e/o a Palermo.
Andrea Cornetti, amministratore delegato Infrastrutture e Real Estate Azimut Libera Impresa sgr, ha commentato: “La fattiva e preziosa collaborazione con Unidata ci permette di aggiungere al portafoglio del Fondo IPC un altro investimento in un’infrastruttura determinante per la transizione digitale del Paese e per la sua economia, che coniuga perfettamente il ritorno in termini economico-finanziari con impatti positivi sulla collettività. La nostra attenzione alle dimensioni di sostenibilità è massima ed è confermata dalla valutazione realizzata dal Comitato Tecnico del Fondo secondo la quale l’investimento andrà a contribuire al raggiungimento di 8 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite”.
Renato Brunetti, presidente e ceo di Unidata, ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti di collaborare nuovamente con Azimut Libera Impresa sgr, consolidando così la nostra partnership, per la realizzazione di questo grandioso progetto che rafforzerà lo sviluppo dell’infrastruttura digitale italiana, permettendoci di essere alternativi all’attuale snodo di Marsiglia e di fornire punti di approdo strategici per i cavi intercontinentali provenienti dall’Asia e dall’Africa. Unitirreno, collegando via mare la Sicilia con la capitale e con il Nord Italia, fornirà solide rotte marine e consentirà lo sviluppo di importanti sinergie tra lo snodo di Roma-Fiumicino e il data center green che realizzeremo in loco sempre insieme ad Azimut Libera Impresa SGR a partire dai prossimi mesi”.
Nel mese di giugno Unidata, proprio per costruire questo data center green, aveva infatti sottoscritto un accordo di investimento del valore di 51,3 milioni con il Fondo IPC. La costruzione avverrà tramite una società di scopo denominata UniCenter in cui Unidata ha dichiarato che investirà 5,7 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Ad agosto, sempre per finanziare gli investimenti in Unicenter e anche nell’altra partecipata, Unifiber, la società ha emesso un prestito obbligazionario non convertibile da 10 milioni di euro, a tasso fisso e con scadenza a sette anni di cui due di preammortamento, aderendo al programma Intesa Sanpaolo Basket Bond in partnership con ELITE (si veda altro articolo di BeBeez).
Unifber è la newco, detenuta al 30% da Unidata e al 70% dal fondo europeo Connecting Europe Broadband Fund (CEBF), attraverso cui sarà realizzata una rete di accesso in fibra ottica (FTTH) nelle aree grigie del Lazio, destinata a servire circa 100.000 unità immobiliari residenziali e 5.000 aziende (si veda altro articolo di BeBeez). CEBF è dedicato agli investimenti in progetti di infrastrutture a banda larga ed è sottoscritto da Cdp, Caisse des Depots, KFW, Bei, Commissione Ue e altri investitori istituzionali privati e gestito da Cube Infrastructure Management. In una fase iniziale, Unifiber poteva contare su un apporto di 18,5 milioni di euro da parte dei due soci, di cui 15 milioni investiti da CEBF e 3,5 milioni da Unidata a fronte di un investimento complessivo previsto di 40 milioni. A settembre di quest’anno, Unidata e CEBF hanno sottoscritto accordi modificativi e integrativi delle intese precedentemente raggiunte raddoppiando l’investimento in Unifiber (si veda qui il comunicato stampa).
Un prestito che s’inserisce in un contesto finanziario che vede un fatturato in aumento nel terzo trimestre pari a 14,5 milioni, in crescita del 71% rispetto agli 8,5 milioni dello stesso periodo del 2021 e in linea con le aspettative esposte in piano industriale, a cui si aggiunge un indebitamento finanziario netto al 30 settembre pari a 5,8 milioni rispetto ai 2,2 milioni di fine dicembre 2021, e ai 4,0 milioni del primo semestre 2022. Un aumento, ha spiegato la società al momento delle presentazione dei conti, dovuto “principalmente alle attività svolte per lo sviluppo dell’infrastruttura in fibra sulle aree industriali del Consorzio ASI Bari e alla realizzazione della rete per la partecipata Unifiber” (si veda qui il comunicato stampa). La società ha chiuso i sei mesi 2022 con ricavi per 21,6 milioni (+52%) e un ebitda di 5,6 milioni (+53%) (si veda qui il comunicato stampa), dopo aver chiuso il 2021 con ricavi per 37 milioni (+58%) e un ebitda di 14,1 milioni (+63%) (si veda qui il comunicato stampa).