Aramis Group, società francese di vendita al dettaglio di auto usate controllata da Stellantis (il gruppo sotto le cui insegne è passata FCA), ha acquisito Brumbrum, la piattaforma di e-commerce italiana di vetture di seconda mano, a km 0 e di noleggio a lungo termine, dalla britannica Cazoo (si veda qui il comunicato stampa) che l’e-commerce anglosassone quotato al NYSE aveva rilevato meno di un anno fa per 80 milioni di euro (si veda altro articolo di Bebeez).
La cessione di Brumbrum, che tornerà ad assumere la sua denominazione originaria dopo essere stata ribattezzata dalla vecchia proprietà britannica Cazoo Trading Italy spa, rientra nell’ambito della revisione strategica delle attività europee di Cazoo. A seguito della business combination con la Spac AJAX I avvenuta nell’agosto 2021, la società aveva avviato sulle ali dell’entusiasmo un progetto di crescita su scale europea. Salvo poi fare dietro front a inizio settembre annunciando la chiusura di tutte le operazioni nell’Europa continentale per concentrarsi solo sul mercato del Regno Unito (si veda altro articolo di Bebeez). Una mossa, questa, che secondo quanto spiegato dagli inglesi elimina la necessità di chiedere ulteriori finanziamenti al mercato per continuare a espandere il business, cosa che sarebbe andata a confliggere con le priorità dell’azienda di conservazione della liquidità e raggiungimento della redditività. In questo modo il gruppo otterrà risparmi netti superiori a 100 milioni di sterline entro fine 2023.
OItre all’Italia, Cazoo si è ritirata da altri mercati come Germania e Spagna. D’altra parte, le attività europee al netto del Regno Unito nel primo semestre 2022 hanno rappresentato meno del 10% dei ricavi del gruppo, che nei primi sei mesi dell’anno ha fatturato 628 milioni di sterline, in crescita del 153% dal primo semestre 2021 (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione di Aramis su Brumbrum non è soggetta ad alcuna condizione sospensiva, compresi gli aspetti antitrust, pertanto la società sarà integrata nel Gruppo con effetto immediato. Ricordiamo che Aramis è tra i principali player in Europa della vendita online di auto usate e ad oggi opera in cinque paesi, Italia compresa. Gli altri quattro sono Francia, Spagna, Belgio e Regno Unito. Fondato nel 2001, il gruppo genera un fatturato annuo di circa 2 miliardi di euro, vende più di 90.000 veicoli e conta 2.300 dipendenti. Segnaliamo poi che l’azienda ha anche sette centri in Europa dove le auto vengono rimesse a nuovo prima di introdurle sul mercato. I marchi del Gruppo Aramis, infine, sono i seguenti: Aramisauto, Cardoen, CarSupermarket e Clicars.
Quanto a Brumbrum, con sede a Milano, è stata fondata a fine 2015 da Francesco Banfi (ex partner di McKinsey dove era a capo della divisione Digital Service Line per l’Europa) e Roberto Testore (ingegnere con oltre 30 anni di esperienza alla guida di numerosi grandi gruppi industriali tra i quali Fiat Auto, Finmeccanica e Trenitalia), con il supporto dell’imprenditore seriale Alberto Genovese, coinvolto nei mesi scorsi in gravi problemi giudiziari e già non più presente nella compagine azionaria.
Brumbrum è cresciuta fino all’attuale organico di 180 addetti, inclusi quelli alla riqualificazione dei veicoli nello stabilimento di Reggio Emilia, una struttura che si estende su 40.000 metri quadri e ha la capacità di ricondizionare più di 15.000 veicoli all’anno. L’azienda offre centinaia di veicoli in vendita o a noleggio a lungo termine, consegnando in tutta Italia. Sulla piattaforma è possibile visionare una vasta gamma di auto usate certificate e a km 0 con garanzia fino a 3 anni, acquistabili online. La società ogni anno vende circa 1.600 veicoli usati B2C e nel 2021 ha fatturato 29,4 milioni di euro, generando una perdita operativa di 17,9 milioni di euro (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
Brumbrum nel giugno 2021 aveva chiuso una cartolarizzazione da 65 milioni di euro per finanziare l’acquisto di vetture offerte in piattaforma e contestualmente aveva annunciato l‘ingresso nel capitale del fondo DIP Capital (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio, era stato costituito l’spv brumbrum Rent spa, che aveva emesso 50 milioni di euro di titoli senior che sono stati sottoscritti da fondi gestiti da Oaktree Capital Management e da P&G sgr. Un mese dopo, nel luglio 2021, la struttura della cartolarizzazione si è arricchita di una linea di credito da 5 milioni di euro messa a disposizione dell’spv brumbrum Rent spa da parte di Banca Privata Leasing (si veda altro articolo di BeBeez).
La scaleup nel febbraio 2019 aveva raccolto 20 milioni di euro in un round, l’ultimo, di serie B guidato da Accel insieme a Bonsai Venture Capital, e.ventures e dal precedente investitore UV2, gestito da United Ventures sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Nel gennaio 2018 aveva invece incassato un round da 10 milioni di euro, guidato appunto dal fondo UV2 di United Ventures, al suo primo investimento (si veda altro articolo di BeBeez), e prima ancora, nel febbraio 2017, aveva raccolto oltre 2 milioni di euro da un gruppo di investitori di cui però non era stato svelato il nome (si veda altro articolo di BeBeez).